‘Ndrangheta, è morto in carcere a Parma il boss Giuseppe Nirta

(ANSA) – PARMA – 23 FEB – Giuseppe Nirta, boss della ‘ndrina Strangio di San Luca (Reggio Calabria) è morto a Parma, dove era detenuto dal 2016 nella sezione di alta sicurezza del carcere, dopo il suo arresto avvenuto a Locri (Reggio Calabria) nel 2008.
Nirta, che aveva 83 anni, era stato coinvolto nella faida di San Luca ed era ritenuto uno dei principali latitanti della ‘Ndrangheta. Era stato ricoverato la scorsa settimana per problemi cardiaci. (Ansa) I carabinieri del gruppo di Locri lo avevano arrestato a San Luca, in un bunker dove viveva nascosto, il 23 maggio del 2008. All’epoca Nirta era un latitante inserito nell’elenco dei 100 più pericolosi d’Italia.

Giuseppe Nirta, alias “versu”, era il papà di Gianluca Nirta, l’obiettivo dei killer che a Natale 2006, proprio davanti al portone della casa di Giuseppe Nirta, uccisero Maria Strangio, moglie di Gianluca, e ferirono anche un bambino di cinque anni. A seguito di questo omicidio la risposta della famiglia Nirta non si fece attendere e così il 4 gennaio del 2007 a cadere sotto i colpi dei killer, questa volta della famiglia Nirta-Strangio, fu Bruno Pizzata, imprenditore legato all’altra famiglia della faida, quella dei Vottari-Pelle-Romeo. È proprio questo omicidio, oltre all’associazione a delinquere di stampo mafioso, che veniva contestato al patriarca della famiglia Nirta. L’omicidio di Maria Strangio diede il via alla fase più cruenta della faida che culminò il 15 agosto 2007 con la strage di Duisburg quando, a restare sull’asfalto davanti al ristorante “Da Bruno” furono i fratelli Marco e Francesco Pergola, Tommaso Venturi, Marco Marmo, Sebastiano e Francesco Giorgi. Tutti, secondo gli inquirenti, legati alla famiglia dei Pelle-Vottari-Romeo. Le vittime, nel momento in cui i due killer che misero in atto la strage entrarono in azione, erano appena uscite dal ristorante “da Bruno”, di proprietà di Sebastiano Strangio, dove avevano cenato per festeggiare i 18 anni di Tommaso Venturi.