lunedì, Maggio 6, 2024
Home CRONACA ‘Ndrangheta e turismo, il pentito Accorinti smaschera tutte le bugie della Regione...

‘Ndrangheta e turismo, il pentito Accorinti smaschera tutte le bugie della Regione Calabria

TURISMO E ‘NDRANGHETA. IL BLA BLA BLA DELLA REGIONE

Nella nostra indagine sul turismo e ndrangheta in Calabria che abbiamo pubblicato nell’autunno scorso avevamo posto una serie di domande a Nicola Gratteri su alcuni passaggi delle inchieste da lui dirette che hanno portato alla ribalta gli intrecci  e le penetrazioni delle cosche di ndrangheta nel turismo calabrese.  In sintesi chiedevamo chiarimenti sulla vicenda di Vicenzo Calafati, grosso imprenditore turistico, accusato di aver difeso gli interessi delle cosche a danno della Tui, importante Tour Operator  tedesco, di cui era rappresentante in Calabria. Ma era o lo è ancora il rappresentante in Calabria? 

Per ricordare in sintesi la vicenda, nell’indagine Olimpo Gratteri e la Dda arrivano ad una conclusione: la Tui, con il suo rappresentante ovvero il direttore del villaggio è  vittima degli intrallazzi e delle pressioni messe su da un lato da Stillitani e dall’altro lato da Calafati. Da qui le accuse di tentativo di estorsione e di sequestro di persona. Noi abbiamo posto alcune domande a suo tempo e poi le abbiamo riprese nel momento in cui la Cassazione  stabilì che  l’arresto di Enzo Calafati non doveva esserci  perché basato su accuse non dimostrate non sussistendo  indizi di colpevolezza.

Noi chiedevamo allora: “E’ mai possibile che la Tui, estranea all’indagine, degli episodi di estorsione e minacce vero il direttore del villaggio non ne sapesse nulla? Come mai questa eventuale distrazione sulla gestione di un importante villaggio come il Tui Magic in Calabria? Sarebbe interessante sapere che grado di autonomia ha il direttore di un villaggio nel decidere le assunzioni, l’affidamento di servizi e di lavori a terzi… Abbiamo saputo che Calafati chiese ad Anastasi (direttore del Dipartimento Turismo della Regione Calabria) di verificare la situazione del mare sporco a Pizzo, telefonando all’Arpacal e chiedendone un comunicato, perché preoccupato dalle possibili iniziative del direttore del villaggio: “…scrive in Germania, scrive qua, scrive là.. sì sì il pericolo è questo”.  Com’è possibile che un direttore pronto a scrivere in Germania per il mare sporco non avverta la necessità di informare la direzione centrale della Tui su episodi di gran lunga più pesanti come le minacce e le estorsioni? 

Per questi motivi sollevavamo un dubbio sul ruolo effettivo di Calafati: “Abbiamo posto questa domanda perché nell’impianto complessivo ottimo dell’operazione Olimpo, non ci convince che Enzo Calafati fosse un cavallo di Troia intento a difendere gli interesse delle cosche e non della Tui. Potremmo sbagliare ma non vediamo che interesse aveva Calafati a tradire la Tui che rappresentava per lui e il suo tour operator una gallina dalle uova d’oro. Anche il contratto strappato alla Tui che dava grande autonomia a Destinazione Calabria  suffraga questa nostra idea. Noi ci vediamo invece un possibile lavoro di intermediazione e facilitazione dell’arrivo e della presenza della Tui in Calabria. E se avesse svolto un ruolo da genio pontieri?”.

Alla fine arrivavamo a spiegare la natura del turismo nel vibonese e i Calabria: “Con gli anni, grazie anche ai contributi regionali con i fondi Cee i campeggi si trasformano in villaggi e resort. E arrivano così  i grandi tour operator. Tutti i maggiori tour operator nazionali  gestiscono direttamente villaggi nella nostra regione. Così come anche tanti colossi internazionali, prima  la Meeting Point, e poi la Tui. Ognuno arriva seguendo strade diverse, chi come la Meeting avendo un hotel di proprietà a Tropea, altri con contatiti diretti con le proprietà dei villaggi, altri attraverso contatti e rapporti con tour operator locali, con fornitori locali e nazionali. Nessuno prende rapporti diretti con la ‘ndrangheta, anzi per loro nemmeno esiste. Molti villaggi e catene hanno gli acquisti a livello centrale ma molto si acquista anche sul territorio. Saranno i direttori dei villaggi locali a governare la gestione delle strutture nel modo migliore e in modo che non ci siano ostacoli e frizioni. La ‘ndrangheta spesso vive, si ramifica, si estende controllando tutto quello che può controllare. Ha il fiuto del business che non significa sviluppo per il territorio, anzi il territorio lo mortifica sotto il suo controllo, ma solo per se e per i suoi affari”. Qui troverete uno degli articoli del tempo: https://www.iacchite.blog/ndrangheta-e-turismo-enzo-calafati-cavallo-di-troia-o-pontiere-dei-clan-la-deriva-della-costabella/

Riprendiamo oggi questa nostra inchiesta perchè dalle rivelazioni apparse  su  diversi  giornali online  sugli interrogatori del nuovo pentito Antonino Accorinti esce fuori che la nostra analisi era esatta e coglieva nel segno sui rapporti opachi tra grandi tour operator e ‘ndrangheta.

Riportiamo parte delle dichiarazioni di Antonino Accorinti.
“Posso riferire che all’epoca in cui eravamo inseriti nel campo della navigazione turistica esisteva molta concorrenza tra le imprese. Per esempio, c’era la Meeting Point che era in mano ai La Rosa di Tropea, ossia a Tonino e Francesco, nel senso che questi ultimi decidevano quali ditte e quali fornitori far lavorare nelle strutture turistiche gestite da tale ditta, anche per quanto concerne la navigazione turistica. La Meeting Point, per quanto ne so, gestiva, tra l’altro, i villaggi Rocca Nettuno e Garden Resort. Io collaboravo invece con due grossi tour operator della Slovenia e della Polonia e gestivo anche la clientela che proveniva dalla Tui, per la quale operava Vincenzo Calafati, che conosco molto bene”.
E poi continua: “Inizialmente parte della nostra clientela proveniva anche dalla Meeting Point, ossia dai La Rosa poiché mio padre aveva un ottimo rapporto con Antonio La Rosa. A seguito degli arresti dell’operazione Odissea, quindi nel 2007, si interruppe il rapporto con la Meeting Point ed io continuai a lavorare solo attraverso gli altri canali. I La Rosa, a quel punto, si rivolsero, per canalizzare il flusso dì clientela proveniente dalla Meeting Point, alle imprese di navigazione di Comerci e Savadori. Questa situazione di controllo da parte dei La Rosa delle attività gestite dalla Meeting Point si è protratta sicuramente fino al 2014 ed ho notizia che perdura fino all’attualità. Tuttora mio cugino Marco Borello per fare il bagnino al Rocca Nettuno -ancora gestito dalla Meeting Point che io sappia – ha dovuto di recente chiedere il permesso ai La Rosa…
I La Rosa gestivano in modo diretto la navigazione per le isole Eolie. Ricordo che quando c’era qualche screzio con la Comerci o con la Savadori Navigazioni per questioni relative all’accaparramento della clientela, Francesco La Rosa interveniva sempre di persona per far comprendere che queste due società fossero da lui controllate, anche interagendo direttamente con me. La Meeting Point gestita dai La Rosa – Antonio e Francesco – influenzava anche le forniture dei villaggi e le assunzioni degli operai per i villaggi del Rocca Nettuno e il Garden Resort di proprietà dei fratelli Stillitani. Qualche cambiamento ci fu, negli anni, solo rispetto al Garden Resort di Pizzo. Ricordo – ha evidenziato il collaboratore – che all’incirca nel 2012/2013, comunque sicuramente nell’anno quando si sposò mia sorella, Rocco Anello, il figlio di Tommaso Anello di Filadelfia, una volta mi propose di acquisire i clienti del Garden Resort, ma io rifiutai perché avevo già i miei clienti; preciso che, in relazione a questo villaggio, gli Anello avevano già il controllo della guardiania, da sempre; la struttura denominata “Olivara”, invece, era controllata da Gerardo La Rosa”.

Nella sua deposizione, nel processo Imponimento che si sta svolgendo dinanzi al Tribunale collegiale di Lamezia Terme. Antonino Accorinti di Briatico aggiunge che la cosca Accorinti aveva l’esclusiva sull’ex Club Med di Pizzo «del dottore Stillitani» dove lo stesso collaboratore prima aveva lavorato in una ditta di impianti elettrici e poi alla guardiania del villaggio: “Nel ’97, ’98 mi ritirai da scuola e mio padre mi fece andare a lavorare con il marito di una sua cugina che aveva una ditta di impianti elettrici, l’anno successivo, proprio, prese questo lavoro, che era la seconda fase di realizzazione del villaggio, perché una prima fase era stata già fatta, quindi nel ’97, ’98, iniziammo a lavorare lì con questa ditta di impianti elettrici”. E aggiunge che “alla carpenteria c’era la ditta di Franco Barba mentre alla muratura c’era Guastalegname”. Franco Barba, dichiara Accorinti, “faceva parte della consorteria dei Lo Bianco e si accompagnava con Pantaleone Mancuso”.

Questo è il quadro fosco e opaco del turismo calabrese. Ribadiamo che non vi sono indagini in corso sui tour operator menzionati e che le stesse dichiarazioni di Accorinti andranno verificate e vagliate. Ribadiamo che non ci interessa l’aspetto giudiziario. Sempre nei nostri articoli chiedevamo a Roberto Occhiuto, come presidente di regione, di assumere un’iniziativa volta ad aprire una fase nuova per studiare azioni e interventi volti a stabilire regole stringenti per la selezione delle imprese a cui affidare la fornitura di beni e servizi, e sulla selezione del personale stesso all’interno delle singole strutture. Scrivevamo che la Regione Calabria ha questo compito: chiedere rigore e severità a tutti, e studiare un decalogo vincolante per tutte le imprese che operano sul territorio calabrese. Occhiuto, a cui piace presiedere tavoli e lanciare iniziative originali, convochi un bel tavolo con tutti gli operatori turistici internazionali e nazionali, con  i sindaci, i presidenti di Provincia, Prefettura, Associazioni degli industriali e commercianti per stabilire un decalogo di comportamenti virtuosi. Gli chiedevamo di coinvolgere in questa azione anche tutte le procure, la Guardia di finanza e Nicola Gratteri.

Nulla di tutto questo è stato fatto. Silenzio assoluto da parte di tutti sulle nostre parole. Nicola Gratteri sinne juto a Napoli e qui è tornata la calma quasi assoluta. Roberto Occhiuto imperversa nella sua attività principale, apparire e fare propaganda live. Ci si annaca con convegni, giornate di studio, relazioni, studi, controstudi, bla bla bla dove annunciare la rinascita del turismo in Calabria. Le solite minchiate che si ripetono da sempre, bla bla bla, e ancora bla bla bla. Grandi eventi…Capodanno in Calabria, Film commision, Palaghiaccio a Milano, Raoul  Bova e il megafilm di Muccino… soldi di qua… soldi di la’… marcatori identitari… fiere del turismo… Ryanair e i suoi quattro voli…  Tutto bello, tutto magnifico. Poi arrivano i dati e il turismo flette e l’onda lunga del Capodanno di Amadeus scompare, si dissolve, sparisce. E invece sulle azioni serie da fare per riportare chiarezza, trasparenza, sana concorrenza tra imprenditori veri, silenzio e immobilismo più totale. Adesso Roberto Occhiuto ci ha annunciato che lascerà la delega del turismo, non è mai troppo tardi,  non rallegratevi troppo, purtroppo arriverà un altro Orsomarcio. Peggio mi sento!