‘Ndrangheta e turismo, il ruolo dell’ex direttore del Dipartimento Pasquale Anastasi

Ex dirigenti regionali e funzionari pubblici nella Prefettura di Vibo. Nell’operazione Olimpo della Dda di Catanzaro, agli arresti domiciliari figurano i nomi di Pasquale Anastasi, ex direttore dipartimento Turismo della Regione Calabria (ora in pensione) e attuale presidente della Fondazione Cuore Immacolato Rifugio delle Anime dedicata alla mistica di Paravati Natuzza Evolo. Sempre ai domiciliari anche un altro funzionario della Regione Calabria, Rodolfo Bova e due funzionari della Prefettura di Vibo Valentia Rocco Gramuglia e Michele Larobina, quest’ultimo già coinvolto nella maxi indagine Scott-Rinascita.

L’accusa nei confronti di Anastasi è quella di traffico di influenze illecite. Non è un mistero che Anastasi sia stato negli anni una sorta di “deus ex machina” del settore turismo. Secondo quanto emerge dagli atti dell’inchiesta, Anastasi, “sfruttando la nutrita rete relazionale intessuta con i vertici dell’apparato amministrativo dell’ente nel corso della sua attività lavorativa, si faceva indebitamente promettere da Calafati Vincenzo, quale responsabile Tui per la Calabria nonché quale referente della ‘ndrangheta nel Vibonese per lo specifico affare, ingenti somme di denaro da elargirsi a mezzo “consulenza” prestata in favore del tour operator Tui e della direzione del Tui Magic Life di Pizzo, quale prezzo per la sua opera di intermediazione illecita nei confronti dei vari apparti regionali finalizzata alla predisposizione, pubblicazione e successiva selezioni dei vincitori delle procedure di evidenza pubblica già avviate e/o da bandire”.

Nell’ordinanza del Gip si cita il progetto di un investimento da 26 milioni a Squillace, che avrebbe dovuto fruttare un milione a Calafati e Anastasi. In una conversazione captata nel maggio 2017 Calafati e Anastasi parlavano della “necessità di coinvolgere nell’affare anche l’avvocato Giancarlo Pittelli, soggetto che poteva garantire l’aggancio con le consorterie locali”. Sempre a fine maggio 2017 Calafati, parlando con il figlio, spiegava come “avesse ideato di entrare nel progetto di Squillace con una quota del 20% cedendo poi il 10% ad Anastasi, precisando che non si trattava di una richiesta di natura estorsiva (“mazzetta”) ma di un vantaggio che sarebbe stato loro accordato nella definizione dell’affare”.

In un’altra conversazione captata il 28 marzo 2017 tra Calafati e Anastasi si parlava di un bando redatto da Anastasi avente a oggetto servizi turistici. Nel medesimo contesto Anastasi conversava con tale Mario (verosimilmente Oliverio) al quale riferiva che il bando era stato ultimato. “Mario, l’abbiamo finita, tutto ok, vanno bene i 30 giorni, vanno bene i 4 lotti…”. Il contenuto di questa conversazione trova riscontro nel fatto che effettivamente sul sito della Regione Calabria veniva pubblicato il bando di offerta turistica avente a oggetto fondi per 18 milioni da impiegare per “il miglioramento e la qualificazione dei servizi turistici e dell’offerta ricettiva delle imprese operanti nelle destinazioni turistiche regionali”. Inoltre, che il “Mario” contattato con Anastasi coincidesse proprio con il presidente Oliverio è stato dimostrato all’evidenza dei tabulati di traffico telefonico acquisito. L’attività tecnica consentiva quindi di accertare come Anastasi fosse un intermediario accreditato del presidente della Regione e come i suoi interessi personali fossero connessi alla funzione pubblica di promozione turistica che lo stesso esercitava.