‘Ndrangheta e turismo. L’anatra zoppa dei villaggi sequestrati che tornano sempre ai boss

Le domande che abbiamo riproposto sul ruolo della Tui Magic Life di Pizzo nelle vicende emerse con l’operazione Olimpo e più complessivamente sul mondo del turismo nel suo rapporto con la ‘ndrangheta ci portano a fare inevitabilmente una riflessione più approfondita (La figuraccia di Gratteri e le domande senza risposta sulla Tui).

Nicola Gratteri nella conferenza stampa seguente all’operazione Olimpo aveva sottolineato come il turismo nel Vibonese sia controllato dalla ‘ndrangheta. Ma la Corte di Cassazione nel giugno scorso ha revocato l’ordine di arresto verso Enzo Calafati dicendo che non vi sono indizi consistenti  a suo carico. E allora vogliamo riaprire i riflettori sul mondo del turismo in Calabria di cui si parla tanto in occasione di operazioni della Dda come Olimpo, Rinascita Scott, e poi la realtà varia di poco.

Partiamo dalla gestione della legge 109 del 1996  sulla confisca dei beni a 25 anni dalla sua entrata in vigore. In Italia dal 1982 sono stati confiscati 36.600 beni immobili. In Sicilia sono stati 6906, segue la Calabria con 2908, poi la Campania con 2747,  la Puglia con 1535  e la Lombardia 1242.

Sono invece 4384 le aziende confiscate. La Sicilia prima tra le regioni con 533 aziende “destinate”, segue la Campania con 283, terza la Calabria con 204. segue il Lazio con 160. Per chi non lo sapesse, i beni in gestione sono quelli sotto sequestro, gestiti da un amministratore  giudiziario nominato dal Tribunale, il cui iter processuale è in corso: quindi la confisca è provvisoria e si può arrivare all’esproprio definitivo o al ritorno del bene al proprietario. Invece i beni cosiddetti “destinati” sono i beni che hanno concluso l’iter giudiziario e sono stati confiscati definitivamente  e destinati/assegnati a Enti locali, cooperative, associazioni, ecc. ecc.

Abbiamo visto che i beni mobili definitivamente confiscati in Calabria sono oltre 3 mila, mentre quelli in gestione sono circa 2 mila. Quindi, nonostante un iter complesso la procedura tiene e va avanti con buoni risultati.

Il quadro cambia quando andiamo a leggere i dati sulle strutture alberghiere e ricettive. Di fronte ad un dato di 41 strutture confiscate, abbiamo poi un dato di circa 10 strutture “destinate”, cioè definitivamente confiscate e assegnate. Nella relazione “Raccontiamo il bene” di Libera, da cui abbiamo preso questi dati diffusi dall’ ANBSC (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), c’è un dato su cui vorremmo sviluppare la nostra analisi.

Libera ricostruisce la tipologia di immobili gestiti dai vari soggetti gestori che in Calabria sono quasi 150. Un mondo fatto di associazioni, cooperative, consorzi. Si ricava  che un  40% è rappresentato da appartamenti, abitazioni indipendenti, immobili; un 19% da terreni agricoli, edificabili e di altra tipologia (anche con pertinenze immobiliari), poi un  18% da ville, fabbricati su più livelli e di varia tipologia catastale, palazzine, negozi, botteghe, uffici; il 10% sono locali commerciali o industriali, capannoni, magazzini, uffici, negozi, botteghe; un 6% da box, garage, autorimesse, cantine; il 3% da Unità immobiliari non definite; un altro 3% da complessi immobiliari e infine l’1% da impianti sportivo e strutture turistiche.

Per far capire la complessità della situazione diciamo che Libera, una delle associazioni maggiori, non gestisce in Calabria nessuna struttura alberghiera confiscata. Il gruppo cooperativo Goel gestisce l’Ostello della Gioventù di Locri che ha una ricettività di 9 camere.

Il dato più eclatante è che abbiamo pochi casi di strutture confiscate definitivamente e un numero più largo di strutture che sono state confiscate che entrano in sofferenza  con la gestione di un amministratore provvisorio. Quasi uno stop and go. La gestione di una struttura ricettiva è già complessa di suo, se la si intreccia con iter giudiziari lunghi porta spesso al depauperamento della stessa. Non siamo di fronte a scatole vuote, a società senza prospettiva, senza lavoratori o dipendenti, da liquidare o sciogliere. Siamo davanti a villaggi e strutture ricettive attive e prosperose con la presenza di migliaia di turisti e che danno lavoro a decine e decine di persone.

I proprietari veri o presunti, ‘ndranghetisti o meno, hanno tutto l’interesse a difendere attività che producono ricchezze. Ecco perché a operazioni importanti della Dda deve seguire un procedere veloce e altamente professionale.

Le strategie usate in questi decenni sono state le più varie e diversificate. Alcune ipotizzate altre invece provate. Villaggi sequestrati e affidati a società compiacenti con le vecchie proprietà. Sono venuti fuori, negli anni scorsi, casi di società di comodo scelte sulla base delle indicazioni dei proprietari stessi.

Oggi siamo in una fase  di maggiore attenzione nelle scelte e la tattica della ‘ndrangheta si sposta sulla guerriglia giudiziaria e amministrativa. Ci sono villaggi che sono stati sequestrati più volte e che alla fine ritornano ai vecchi proprietari. La prima conclusione che ci sentiamo di fare è che bisogna portare dei correttivi che semplifichino e rendano più rapido l’intero iter. Alla ‘ndrangheta conviene allungare i tempi perché difende la roba, fa rimpiangere la sua gestione e crea una sfiducia nella società e di chi vi lavora verso lo stato e verso la lotta alla mafia.

Da qui la falsa narrazione che la Mafia dà lavoro e porta sviluppo e lo Stato ammazza tutto. La ‘ndrangheta porta solo miserie sociali, civili e culturali, e mantiene in uno stato di arretratezza economica. Il turismo è ormai ritenuto da tutti una gallina dalle uova d’oro per la ‘ndrangheta. Su questo le  varie indagini di Gratteri  hanno dato un  contributo prezioso. Però come abbiamo visto l’anatra spesso è zoppa, ci sono limiti legislativi e burocratici che impediscono una conclusione rapida delle varie vicende. Quando avremo un grande villaggio turistico confiscato alla ‘ndrangheta e affidato ad una associazione tipo Libera sarà il giorno della sconfitta definitiva della ‘ndrangheta. Nella prossima puntata parleremo della crescita del potere economico della ndrangheta partendo proprio dal campo turistico.

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