‘Ndrangheta in Emilia, la “galassia” di Franco Gigliotti e i suoi complici-prestanome

Sette arresti e sequestri patrimoniali per 12 milioni di euro. E’ il bilancio dell’operazione ‘Work in progress’ della Guardia di Finanza di Parma, che ha scoperto una presunta maxifrode fiscale nel settore dell’impiantistica industriale. I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip su richiesta della Procura, nei confronti di sette persone, tra imprenditori e professionisti, nel settore della metalmeccanica e dell’impiantistica industriale attraverso due consorzi riconducibili a due imprenditori, uno dei quali è l‘imprenditore calabrese di Torretta di Crucoli (Crotone) Franco Gigliotti, trapiantato ormai da anni a Parma, titolare della G.F. Nuove Tecnologie, recentemente condannato in primo grado dal Tribunale di Catanzaro per associazione mafiosa in quanto ritenuto organico alla cosca di ‘ndrangheta Farao-Marincola di Cirò Marina.

L’altro è Francesco Ingegnoso. Ci sono 36 persone indagate per 123 capi di imputazione. L’attività di indagine è durata due anni ed è stata definita “impontente”. Sono coinvolte anche alcune cartiere in Romania.

Secondo quanto accertato dalla Procura, il consulente fiscale compilava, per conto delle società assistite, i modelli di pagamento F24 utilizzando in compensazione crediti fiscali inesistenti, riferiti ad incentivi e/o investimenti in aree svantaggiate, di fatto mai avvenuti.

Nel loro complesso, le indagini hanno permesso di accertare fatture per operazioni inesistenti, emesse da 18 distinte imprese “cartiere”, di cui 3 dislocate fittiziamente in Romania, per un importo di oltre 60.000.000 di euro, nonché crediti fittizi utilizzati in compensazione per oltre 3.500.000 di euro.

I sequestri per equivalente delle imposte evase sono su conti correnti, depositi e 75 immobili, 49 veicoli riconducibili agli indagati. Sono stati ritrovati anche piccoli lingotti d’oro. Sono in corso altre perquisizioni per rintracciare altre somme. Secondo le indagini, attraverso un meccanismo di frode erano forniti, ad aziende di rilevo nazionale ed internazionale operanti in territorio emiliano, servizi e manodopera a prezzi fuori mercato.

Pe quanto riguarda il consorzio GF NUOVE TECNOLOGIE S.c.p.a., nell’ordinanza viene sottolineata l’esistenza di un accordo stabile tra quattro persone, ritenute il vertice pensante di una vera e propria struttura delinquenziale, tanto che ad essi viene contestato il reato associativo. Franco Gigliotti dirigeva e coordinava l’intera galassia delle consorziate, amministrate da prestanone; e pur in stato di detenzione per l’operazione Stige della DDA di Catanzaro, ha continuato di fatto a gestire il Consorzio e a dare ordini attraverso soggetti a lui particolarmente vicini.

Si tratta del cugino di Gigliotti, Giuseppe Gigliotti, amministratore di diritto di due società consorziate (G.G. Service srl e G.G. Service srls) a vantaggio delle quali ha utilizzato fatture per operazioni inesistenti emesse dalle cartiere ed ha utilizzato in compensazione crediti di imposta inesistenti, di Pasquale Romeo, legale rappresentante di una delle società consorziate (P.R. Service srl), che avrebbe utilizzato fatture per operazioni inesistenti emesse dalle società cartiere a disposizione del consorzio ed utilizzato in compensazione crediti di imposta insussistenti, ma anche dato un contributo causale alla struttura associativa, partecipando a pieno titolo alle dinamiche del Consorzio, di Ennio Di Pietro, professionista, depositario delle scritture contabile e consulente fiscale delle società del gruppo facente capo a Franco Gigliotti, ha curato innanzitutto l’invio telematico delle dichiarazioni annuali nelle quali venivano operate le indebite compensazion e fungeva da raccordo per qualsiasi problema delle società del gruppo.