I tentacoli dei clan di ‘ndrangheta si estendono in Lombardia. È qui, in una terra ricca, che le ‘ndrine hanno allungato i tentacoli ed era a Sirmione, comune sul Lago di Garda e dove gli esponenti del clan Megna avevano esteso i loro interessi, in particolare in un villaggio turistico.
La mafia aveva individuato il lago come luogo ideale per espandere i propri affari illeciti nel gioco legale o illegale. «Un settore — scrive il gip calabrese Antonio Battaglia — verso il quale la cosca Megna ha manifestato un particolare interesse è quello della gestione dei video giochi elettronici, ovvero del cosiddetto “gaming”, che ha costituito un fertile terreno per conseguire facili guadagni, anche attraverso mirati accordi con esponenti di altri territori che hanno consentito al sodalizio di estendere i propri ambiti in zone diverse da quelle di ordinaria competenza». La presenza della ‘ndrangheta sul Garda non è affatto una novità. Fino a qualche anno fa, ad esempio, in una villa di via Galilei a Padenghe (oggi finita all’asta e acquistata da una coppia bresciana) gli esponenti dei clan dell’ndrangheta stringevano accordi con esponenti della Sacra Corona Unita e supportavano la latitanza del boss Giuseppe Pesce dell’omonima famiglia di Rosarno.