‘Ndrangheta, maxi blitz “Stige”: Magorno, Mazza e la sacra paranza

Ci vuole una certa faccia tosta per affermare alcune cose e non è questa quella che manca a don Ernesto Magorno.

All’indomani dell’operazione Stige, condotta dalla DDA di Catanzaro dove, oltre ai soliti malandrini e mafiosi, sono finiti in manette anche un nutrito gruppo di amministratori del PD, don Ernesto non perde tempo ad elogiare l’operato di magistrati e forze dell’ordine. Dice don Ernesto:

Quello che non dice don Ernesto Magorno è che lui più di tutti gli altri era un assiduo frequentatore, ad esempio, di Filippo Mazza vicesindaco di Mandatoriccio, arrestato insieme al sindaco Angelo Donnici. Filippo ed Ernesto sempre insieme in ogni occasione pubblica, come dimostrano le foto. Certo, in qualità di segretario è suo dovere incontrare tutti gli amministratori del PD. Ma la domanda è: possibile che Magorno non si accorge mai di nulla? Chi era e chi è Filippo Mazza lo sapevano e lo sanno anche le pietre della strada. Del resto stiamo parlando di un paese di qualche migliaio di anime. Dove si sa tutto di tutti. Dove nulla sfugge all’attenta vista del paese, specie per quel che riguarda gli “affari” del Comune. Possibile che Magorno non ha mai sentito un pettegolezzo, qualche chiacchiericcio, su Mazza, tale da metterlo in guardia rispetto ad una frequentazione? Non dico che doveva avviare una verifica o una indagine interna su quello che succedeva, ad esempio, in questo piccolo paesino (sarebbe stato chiedere troppo a don Ernesto) ma quantomeno informarsi quel minimo per tutelare i big del PD non esponendoli a foto imbarazzanti.

La falsità di questi personaggi è talmente evidente da non richiedere nessuna capacità particolare per capirla. Leggete cosa scriveva, al netto dei grossolani errori grammaticali, un po’ di tempo fa Mazza proprio su molti esponenti del PD, in occasione delle primarie del PD.

Dava del delinquente a Guccione. Come a dire: vrigogna zero.