‘Ndrangheta nel Vibonese. Una volta c’erano le sezioni di Dc e Pci, ora ci sono le “locali”

La nuova operazione  di Nicola Gratteri, denominata Maestrale–Carthago, per  un cittadino di un’altra provincia calabrese potrebbe non significare molto. Certamente  siamo difronte ad un’operazione meno  eclatante rispetto a  Rinascita Scott  o Olimpo, ma è un’operazione importante perché ci fa capire la penetrazione e l’articolazione della ‘ndrangheta calabrese. L’operazione colpisce l’organizzazione mafiosa nei comuni di Mileto, Filandari, Zungri, Briatico e Cessaniti. Esce fuori un’organizzazione capillare sul territorio con un’organizzazione struttura  in “locali”. Per far capire meglio il contesto, una volta ai tempi della Prima Repubblica, avevamo le sezioni del Pci e della Dc diffuse su tutto il territorio calabrese, in tutti i comuni e spesso nelle frazioni di questi. Adesso il Pci e la Dc non esistono più, e i loro eredi hanno una presenza territoriale molto più leggera, quasi inesistente. Naturalmente il nostro è solo un esempio, senza voler legare storie ben diverse e di segno opposto. Oggi sul territorio i presidi democratici dei partiti sono  ridotti, sul territorio rimane solo la ‘ndrangheta con le sue sezioni locali dette “locali”. E spesso gli stessi partiti e amministrazioni pubbliche sono permeate dalla ‘ndrangheta..

Vogliamo sottolineare  la potenza della ‘ndrangheta nel controllo del territorio arrivando addirittura in un comune come Mileto a contare più sezioni: la locale di Mileto, la locale di Paravati, la locale di San Giovanni, la locale di Comparni. Naturalmente non è un fai da te, chi prima si alza prima si organizza. C’è un’organizzazione regionale capillare, ramificata, che riconosce autonoma di iniziativa sul territorio di appartenenza ma nello stesso tempo profondamente intrecciata, con un momento verticistico rappresentato dalla Crimine di Polsi che riconosce le singole realtà local.

Il riconoscimento porta ogni ‘ndrina locale a dover rispettare regole  formali e sostanziali della ‘ndrangheta e nello stesso tempo a poter interagire con le famiglie  di altri territori e con quelle più potenti di Limbadi e della Piana di Gioia Tauro. L’operazione Maestrale-Carthago documenta un importante summit di ‘ndrangheta avvenuto in un villaggio turistico dove scaturirono accordi importanti tra le locali di ‘ndrina presenti su come spartirsi i proventi derivanti da alcune attività messe su insieme. Furono prese e impartite disposizioni operative e comportamentali.

La ndrangheta è una organizzazione orizzontale e verticale, che dà ampia autonomia ma che  ha anche un assetto di coordinamento verticale. Tutto questo può dare l’idea della pervasività e della radicalizzazione dlla ndrangheta nella nostra regione.  Tutto ciò porta ad un controllo di molte attività economiche, sociali e politiche. Non c’è attività in cui la ndrangheta non tenta di mettere le mani.   E per metterci le mani usa tutti gli strumenti possibili, dalla violenza all’intimidazione, alla corruzione e al ricatto. Tutto ciò  su cui si può fare un business, su cui si può fare denaro è da loro conosciuto, vagliato e  tentato. Spesso con successo. C’è il servizio di vettovagliamento  dell’Ospedale di Vibo Valentia, di Serra San Bruno o di Tropea da prendere ad ogni costo e allora si arriva ai vertici dell’Asp per arrivare allo scopo. Serve un certificato o una perizia compiacente a favore di qualche picciotto detenuto è allora si arriva  ad un altro dirigente medico. Spesso si tratta di professionisti che non fanno parte in maniera organica della ndrangheta ma che sono disponibili ad interagire con questo mondo, anche perché a loro volta possono crearsi uno spazio di manovra autonomo senza essere disturbati o chiedere favori a tempo debito. E allora abbiamo  un terzo dirigente che si rivolge alle cosche per  far intimidire  un collega che voleva presentare una denuncia nei suoi confronti.

Siamo al classico mondo di sopra che si rivolge al mondo di sotto, e viceversa.  E sempre in questa logica dei colletti bianchi permeabili alla ndrangheta  abbiamo  il business dell’accoglienza dei minori non accompagnati  con la creazione di cooperative di comodo per la loro gestione   e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti con un danno stimato in oltre 400 mila euro. Oppure abbiamo l’aggiustamento da parte di un funzionario di una graduatoria di un concorso pubblico per assumere l’ex presidente della Provincia di Vibo e sindaco di Briatico Andrea Niglia dirigente amministrativo perché ritenuto vicino alla locale di Zungri.

Oppure le attività estorsive verso una società che si è aggiudicata  la raccolta dei rifiuti  a Mileto e Briatico con una tangente presunta, sempre secondo l’operazione Maestrale, del 10% che veniva divisa tra  le locali interessate che arrivavano a percepire una somma di circa 50 mila euro all’anno. Tutto ciò che può fare denaro passa dal tentativo di condizionamento e infiltrazione delle ‘ndrine calabresi. O la ‘ndrangheta ci entra direttamente oppure le attività indipendenti devono sottostare ai loro taglieggiamenti. Sempre nell’operazione Maestrale escono fuori le estorsioni ai danni dei coltivatori della cipolla rossa di Tropea per non parlare delle attività alberghiere e della ristorazione in campo turistico. Perfino l’intermediazione per l’acquisto di terreni e di fondi agricoli  passava per le loro mani mediante l’invasione di terreni, la minaccia e il pascolo abusivo.

L’operazione Maestrale-Carthago ci parla di tutto questo. Esce fuori un mondo complesso, articolato e diffuso. La ‘ndrangheta è come un’edera che invade un po’ tutto. Non abbiamo parlato di traffico di stupefacenti, di opere pubbliche, di autostrade o ferrovie o ponti, di appalti o fondi europei, abbiamo parlato di attività economiche secondarie, spesso piccole, diffuse sul territorio  e che sono la  fonte di  vita delle  ‘ndrine locali. E  non pensiate che riguardano solo il Vibonese.