Nessuna claustrofobia, Maurizio Rango resta al 41 bis

Maurizio Rango

Rango resta in carcere e al 41 bis. A dirlo sono i giudici della Cassazione che non hanno accolto l’istanza  del boss che agli ermellini si era rivolto sperando di ribaltare la sentenza già emessa dal Tribunale del Riesame nel giugno del 2015 che decretava la sua compatibilità con il regime carcerario del 41 bis.

Rango, insieme a Daniele Lamanna e Franco Bruzzese prima del loro pentimento, aveva presentato attraverso i suoi legali una istanza di incompatibilità con il regime carcerario in cui si chiedeva per il boss una misura alternativa al carcere, proprio per potersi curare da una grave forma di malattia.  Secondo la difesa le condizioni di Rango sarebbero incompatibili con il regime carcerario, poiché il boss sarebbe affetto da una grave forma di claustrofobia che gli provocherebbe continue crisi d’ansia, tanto da rendere necessaria l’apertura della porta della sua cella nel carcere di Sassari dove è detenuto.

Niente da fare per Rango. I giudici della Cassazione hanno ribadito ciò che già il TdL aveva stabilito avvalendosi di una perizia medica, condotta dal dottor Roccia che sulle condizioni di Rango si era così espresso: Rango soffre essenzialmente di una sintomatologia di tipo reattivo innestata su di una personalità borderline, con un quadro psicopatologico prevalentemente ansioso. Un quadro clinico ed una patologia che per i giudici può essere tranquillamente curata presso la struttura carceraria dove è detenuto. Alla luce anche del fatto che il dottor Roccia nella sua diagnosi aveva escluso la possibilità che il paziente potesse ricorrere ad atti di autolesionismo.

I giudici motivando il loro rigetto, sia al ricovero presso una struttura sanitaria esterna o agli arresti domiciliari, affermano che il detenuto Rango risulta adeguatamente assistito dalla direzione sanitaria carceraria dell’istituto di Sassari dov’è detenuto. Dunque nessuna incompatibilità.

Quello che risulta strano, almeno per noi, in questo rigetto che si basa principalmente sulla perizia medica è che a farla non è stato uno psichiatra come ci si aspetterebbe, ma un ortopedico. Perché il dottor Roccia risulta essere un chirurgo ortopedico. Ma stando a ciò che i giudici dicono, pare che il medico chirurgo, indipendentemente dalla sua specializzazione, possa fare ogni tipo di perizia. Perciò la perizia vale, e Rango resta al 41 bis.