No alle pale eoliche nella Locride: “Territorio venduto e sfruttamento accettato per 30 luridi denari”

OGGI DOMENICA 1° OTTOBRE un comitato spontaneo proporrà ai cittadini di partecipare al Big Bench Project con una grande panchina al posto della pala eolica di Antonimina.
Una panchina per guardare in pace il Monte Tre Pizzi.
Vi aspettiamo DOMENICA alle 10 ad Antonimina presso il piazzale all’entrata del paese.
NO ALLE PALE EOLICHE NELLA LOCRIDE
“Bisogna metterci il corpo. E anche la testa – scrive Silvio Frasca -.
Se il capitale, tramite i suoi “Agenti di Commercio”, quelli che piazzano merce di tutti i tipi anche presso le Amministrazioni Pubbliche, agisce al di sopra della Madre Terra usando ogni tipo di mezzo per lo sfruttamento dei territorio come nel caso del parco eolico in costruzione ad Agnana Calabra, l’unica risposta e’ il corpo del popolo ma con la testa attaccata sopra.
Perché lo sappiamo tutti – continua Frasca – che la Calabria è autosufficiente dal punto di vista energetico.
Si può obiettare che la Regione è tenuta a contribuire alla produzione di energia elettrica come qualsiasi altra regione. Si può obiettare anche che quello che si ottiene economicamente dalla cessione dell'”incanto” del territorio è indispensabile per affrontare “costi generali”, ma lo sappiamo tutti che non è così”.
“Il capitale procede senza tenere conto di nulla se non il lucro, l’interesse, il guadagno, lo sfruttamento. E il silenzio degli Amministratori Pubblici locali attesta che la connivenza è qui, è tra noi, come sempre.
Si parla troppo poco di ambientalismo. Anzi, non si sa cosa sia. Il territorio nostro – conclude Frasca -, che ha già dato in termini di risorse umane, sta per cedere anche la bellezza, l’integrità territoriale. In nome dello sfruttamento accettato per 30 luridi denari. Nel silenzio”.
Da più giorni anche lo scrittore Gioacchino Criaco sta sensibilizzando i cittadini. “Oggi la Locride muore – scrive Criaco -, nessuno dei suoi soldati risorge per mettere uno scudo fra noi e la vergogna… Moriamo così, senza spargimento di sangue, soffocati dal prezzo del nostro onore, che è costato molto meno di 30 denari.
Esordisce la prima pala gigantesca, nella delicata bellezza delle Tre Arie di Antonimina.
Ci avevano detto che ci avrebbe ucciso la Ndrangheta, ed ecco che ci ammazza il progresso”.