MESSINA – “La mobilitazione continua e la lotta del no al ponte sullo Stretto torna nelle strade di Messina con il presidio che si terrà sabato 14 dicembre in piazza Lo Sardo dalle 10″. Ad annunciarlo il coordinamento No Ponte, di cui fanno parte varie realtà associative, comitati civici e partiti.
E ancora: “La mobilitazione è aperta a tutta la città e sono stati invitati a partecipare i sindaci dei Comuni direttamente interessati. Dopo l’importante e riuscita iniziativa del 15 novembre a Roma si prosegue con la battaglia di un movimento e di un popolo che vuole utilizzare i soldi previsti per l’ipotetica costruzione del ponte per finanziare, invece, le tante opere prioritarie di cui hanno bisogno i nostri territori. Il presidio per ribadire ancora una volta le ragioni che ci spingono ad opporci a questa inutile opera, per tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e informare la cittadinanza rispetto alle dinamiche poco chiare che stanno accompagnando le azioni preliminari. E per puntare ancora l’attenzione su quelle opere che avrebbero, al contrario, un impatto positivo sulla qualità della vita e del lavoro delle persone. La piazza di sabato un altro momento di una lotta permanente in difesa del territorio e del suo futuro, una lotta che vede mobilitata un’intera collettività che chiede, vuole e ha diritto a ben altro come sanità efficiente, diritto all’acqua, messa in sicurezza dei territori, strade, autostrade e ferrovie moderne e pienamente operative di cui la Sicilia ha bisogno”.
NON LASCIAMO CONQUISTARE I NOSTRI TERRITORI
E non solo. “Prima l’arsenico. Adesso la rottura della condotta idrica. ⚠️
I cantieri del raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo stanno diventando fonte di disagi e pericoli per gli abitanti dei nostri territori. 𝗖𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗶 𝗳𝗮 𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲𝗿𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘂𝗻’𝗮𝗻𝘁𝗶𝗰𝗶𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗰𝗶ò 𝗰𝗼𝗻 𝗰𝘂𝗶 𝗮𝘃𝗿𝗲𝗺𝗺𝗼 𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗳𝗮𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗹’𝗮𝘃𝘃𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗰𝗮𝗻𝘁𝗶𝗲𝗿𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗿𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗼𝗻𝘁𝗲 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗼 𝗦𝘁𝗿𝗲𝘁𝘁𝗼?
Un’altra ragione, questa, per essere in piazza il 14 dicembre nella giornata di lotta contro il ponte sullo Stretto.
Per noi, d’altronde, il ponte non è mai stata una infrastruttura. 𝗜𝗹 𝗽𝗼𝗻𝘁𝗲 è 𝘂𝗻 𝗱𝗶𝘀𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝘁𝗲𝗻𝗱𝗲 𝗮𝗱 𝗶𝗺𝗽𝗼𝘀𝘀𝗲𝘀𝘀𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 𝗲 𝗮 𝗻𝗲𝗴𝗮𝗿𝗲 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗰𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗮𝗴𝗹𝗶 𝗮𝗯𝗶𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶, 𝗳𝗼𝘀𝘀𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗹 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗹𝗶𝗰𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗻𝘂𝗻𝗰𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗶𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗹𝗼𝗰𝗮𝗹𝗶. L’intero territorio viene così messo a profitto per imprese di costruzione che si nutrono di risorse pubbliche. E chi se ne frega se per questo città intere dovranno essere sventrate e gli abitanti costretti in una condizione di invivibilità!
Hanno persino generato una produzione sterminata di norme per consentire di applicare un modello che desse mano libera a chi vuole prendere possesso del territorio senza consentire opposizioni e veti: il Decreto ponte e la riviviscenza del contratto, il decreto infrastrutture e il progetto spezzatino, il ddl sicurezza e la produzione compulsiva di nuovi reati, il decreto ambiente e la centralizzazione delle decisioni.
Il 14 dicembre sarà, dunque, una ulteriore occasione per portare in piazza le nostre ragioni, una ulteriore occasione (forse l’ultima) per urlare che non si dia l’avvio alla devastazione, per dire che abbiamo fatto di tutto per salvare il nostro territorio dalla cantierizzazione selvaggia.
Se non dovesse bastare, se il CIPESS dovesse approvare il progetto definitivo assisteremo all’avvio delle operazioni preliminari, l’anticipazione dei cantieri, e con questi dovremo misurarci. Sappiamo bene che per chi pensa al guadagno personale e non al bene della comunità questo possa apparire come la conclusione dell’iter, ma per noi è solo l’inizio della lotta.
𝗖𝗵𝗶𝗮𝗺𝗶𝗮𝗺𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗼𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗲𝗿𝗺𝗮𝗻𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗶 𝗰𝗮𝗻𝘁𝗶𝗲𝗿𝗶. 𝗦𝗮𝗿à 𝗹𝘂𝗻𝗴𝗮, 𝗺𝗮 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗶𝗻𝗲 𝘃𝗶𝗻𝗰𝗲𝗿𝗲𝗺𝗼 𝗻𝗼𝗶!