Noi, in esilio (in)volontario all’Isola d’Elba per colpa dei vostri sporchi piani

Esilio (in)volontario

Siamo bloccate. Non è una novità di questi tempi. Io e la mia compagna d’avventura siamo rimaste ferme sull’isola d’Elba, io perché ci lavoro e lei perché, venuta in viaggio, è rimastra incastrata.

I primi giorni, in cui le disposizioni nuove si susseguivano all’impazzata, abbiamo scelto di restare qui e aspettare. Aspettare che ci facessero capire bene ciò che si può e non si può più fare, aspettare i quindici giorni per vedere se avevamo sintomi, visto che eravamo state esposte a incontri, feste e concerti.

Aspettando, abbiamo visto e sentito notizie di ogni genere e il risultato è stato caotico. Le scelte, come abbiamo potuto costatare, sono assolutamente arbitrarie, in pratica cambiano in base alla persona con cui parli. Il succo è che le regioni non sono pronte a fare fronte a una emergenza così grande, quindi rimanete dove siete! Ovviamente il pensiero va alle persone, le solite disgraziate, che devono subire le conseguenze di un sistema capitalistico che fa acqua sotto tutti gli aspetti, non solo quello sanitario, e ci sta portando alla rovina.

Perché fino a quando non c’era il VIRUS, nessuno di questi bei politici impegnati ha pensato a cose serie e importanti? Perché tanto non succede niente se lucriamo sulla sanità. Si sono scoperti gli altarini! Lucrando, lucrando  è accaduto quanto era immaginabile. La gente muore perché una volta arrivata l’emergenza ci siamo ritrovati con strutture e macchinari fatiscenti, personale e materiali ridotti al minimo, dato che i tagli prevedevano tutto ciò. Questo c’è e questo ci facciamo bastare! Non uscite più di casa così impedite voi al virus di propagarsi, che noi non possiamo curarvi. Partecipate alle collette per gli ospedali e la protezione civile così finanziate la lotta al virus, che noi non ce lo possiamo permettere. Aiutate i più bisognosi e quelli che non ce la fanno, che noi non possiamo farlo perché abbiamo cose più importanti da fare.

Vuoi tornare a casa tua? Non si può. La Calabria è chiusa. Chiusa perché non può gestire questo tipo di emergenze, chiusa perché i soliti porci hanno mangiato pure le perle, chiusa perché gli ospedali non ci sono e se ci sono hanno già visto morire troppa gente per molto meno, chiusa perché in questi anni non siamo stati in grado di combattere quel virus che è la corruzione  dilagante. Perché se è vero che il divario Nord-Sud è strutturale e che la questione meridionale esiste, è anche vero che i problemi culturali di mangia-mangia e di mentalità mafiosa esistono e persistono. Durante questa emergenza, la cosa importante per la Regione Calabria è stata creare ulteriori 22 posti per collaboratori che si aggiungono ad uno staff già ben nutrito! È colpa nostra quindi se in tutti questi anni non siamo riusciti a bloccare questa corruzione e le sue multiforme? Penso di sì ma di certo nessuno stato c’è mai stato! Dobbiamo sentirci ingiuriati per questo genere di meccanismi che abbiamo favorito e incrementato? Dobbiamo chiederci perché le menti più belle e più fini vanno via dalla Calabria e dall’Italia o restano come minoranza vivendo di stenti e amarezze, e poi siamo rappresentati pubblicamente da persone che non sanno esprimersi correttamente in italiano e che con arroganza e stupidità dimostrano di essere totalmente incompetenti nella loro materia, per il posto e la funzione che dovrebbero assurgere.

Se fa parte di un piano ben preciso, allora non basteranno le buone intenzioni. Se colui a cui chiediamo aiuto è il promotore di queste ingiustizie allora lasciamo pure che qualche simpatico cretino conferisca l’inferiorità ad una parte di popolazione nazionale, lasciamo pure che le offese rimangano tali e crediamoci sempre salvi da ogni responsabilità, perché la giustizia vera non esiste.

La conclusione di questa favola? Le persone responsabili pagano in prima persona un costo economico e morale. Ciò che si può fare nella pratica deve essere di totale competenza del singolo cittadino. La scelta delle grandi linee, il pronunciamento dei discorsi, la redazione dei decreti e gli stanziamenti di fondi devono restare proprie alle autorità (in)competenti. Il tutto per ritornare a quella normalità che ha creato questi enormi problemi. Allora io spero sia quella gente a rimanere bloccata, in modo definitivo, che saranno questi grotteschi protagonisti di tristi storie, quelli che si sono esposti fingendosi eroi, con le loro belle facce, rubando la scena alla gente reale, quelli che mentre il fuoco brucia la vita delle persone, si adoperano per architettare, nelle loro vasche d’acqua sicura, i loro sporchi piani.

Isola d’Elba, 23 aprile 2020

Benedetta Filice