Non vogliamo Cpr né in Calabria né altrove (di Francesco Cirillo)

Non vogliamo Cpr né in Calabria né altrove

di Francesco Cirillo

La Meloni ha messo la Calabria in lista per un Cpr dove rinchiudere per 18 mesi centinaia di poveri provenienti da tutto il mondo. E’ una vergogna che la Calabria possa essere destinataria di un progetto simile. La Calabria da secoli è terra di accoglienza e lo è stata in epoche diverse accogliendo ebrei, valdesi, grecanici, arbereshe, facendosi promotrice negli anni di una legge per l’accoglienza e per l’uso delle lingue grecaniche, albanese, valdese piemontese nelle scuole. Se si va a Guardia Piemontese si leggono cartelli in piemontese, a Gallicianò si parla greco antico, nei paesi arbereshe si parla albanese ed è di pochi mesi fa la visita del presidente albanese in questi luoghi, segno evidente della nostra multietnicità e propensione all’altro. Non parliamo dell’esperienza di Riace che ha visto l’accoglienza di centinaia di immigrati inseriti nel lavoro e i bambini nelle scuole. Un’esperienza che si è voluto criminalizzare mandando a processo il sindaco Mimmo Lucano, e il prossimo 11 ottobre sapremo se la Corte d’Appello di Reggio Calabria accoglierà le assurde richieste del processo di primo grado assicurando alla galera Mimmo Lucano… La Calabria è terra ospitale e tale deve restare, e bisogna mobilitarsi da subito perché un orrore di questo genere non venga aperto.