“Non voto per igiene mentale e disobbedienza civile”

(di Tommaso Merlo) – Non c’è nessuno di votabile. Abbiamo perso perfino il diritto democratico di essere rappresentati. La politica italiana ha raggiunto un livello talmente squallido che ormai astenersi è una questione d’igiene mentale. Votare è una cosa seria e sforzarsi di farlo turandosi il naso per partiti in cui in fondo non si crede, è una violenza psicologica su se stessi. Ti sforzi di votare da bravo cittadino, ma in fondo sai che il tuo voto non servirà a nulla se non a garantire un mega stipendio a qualche inutile onorevole. Ti sforzi di votare e magari il tuo partito vince pure, ma dentro sai che alla fine non cambierà assolutamente nulla perché al di là delle pagliacciate elettorali, son tutti uguali. Marionetta del sistema tu che voti controvoglia. Marionette del pensiero unico neoliberista i politicanti che voti. Un’ipocrisia davvero malsana. È triste ma è così.

Il voto in paesi come l’Italia è del tutto inutile. Questo perché siamo in era di pensiero unico neoliberista e quindi i partiti sotto sotto son tutti uguali, ma anche perché una volta in parlamento i politicanti fanno come gli pare. Si rimangiano le promesse a bocconi, cambiano idee come i calzini, si alleano con cani e porci. Un degrado morale senza precedenti esasperato dall’assenza di visioni alternative. L’unica cosa che davvero motiva i politicanti, è il proprio tornaconto. Potere, visibilità, prebende, carriere. Volgare egopolitica. E quando sei consapevole di tutto questo, non votare diviene una questione di serietà, di coerenza con se stessi e quindi d’igiene mentale. Ma non solo. La politica in paesi come l’Italia è talmente degradata che non votare è diventata sacrosanta disubbidienza civile. Un estremo atto di ribellione. È triste ma è così.

Alle prossime elezioni si ripresenta per l’ennesima volta un sistema politico fallito che invece di farsi da parte dalla vergogna, insiste testardamente ad imporre la sua presenza. Politicanti e partiti ma anche lobby e stampa al seguito. Un sistema senza pudore e senso storico che estraniato dalla realtà ripete fino alla noia le solite insulse litanie. Scene ormai patetiche di partiti e personaggi attorniati solo da macerie che come automi ripetono smorfie e frasi fatte. Come se avessero perso il contatto con la realtà. Come se fossero terrorizzati dal dover tornare a casa e guardarsi allo specchio e magari dover ammettere la verità sulla propria insulsa parabola personale come sul sistema di cui fanno parte. Misera egopolitica. Debolezza, non forza.

La società è matura per girare pagina, ma la politica in paesi come l’Italia glielo impedisce. Invece che essere lo strumento per evolvere, questa politica è l’ostacolo principale al progresso anche culturale. Al punto che non votare è diventata sacrosanta disubbidienza civile se fatto consapevolmente e cioè non per altrettanto egoismo menefreghista. Un gesto estremo di ribellione contro il sistema e che manda un messaggio molto chiaro. Non votando il cittadino dichiara che questa politica non è votabile perché non all’altezza delle sue consapevolezze. Non all’altezza dei suoi valori, dei suoi sogni e quindi non è degna della sua fiducia. Lui vorrebbe votare e quindi partecipare al gioco democratico, ma è costretto a rinunciare e questo suo fondamentale diritto per colpa di un sistema talmente ottuso da non riuscire nemmeno ad ammettere il proprio fallimento storico e farsi da parte. Tutt’altro scenario, tutt’altro significato. Votare è una cosa seria, questa politica non lo è affatto e va solo ignorata. Nelle urne come nella vita di tutti i giorni. Già, abbiamo perso perfino il diritto democratico di essere rappresentati. E in attesa che sorgano nuove proposte politiche all’altezza dei tempi, l’astensione è questione d’igiene mentale e di sacrosanta disobbedienza civile.