Nuovo decreto Covid: niente zone gialle fino al 30 aprile, prevista possibile deroga

Saranno valide dal 7 fino al 30 aprile le norme del nuovo decreto Covid che a breve sarà esaminato dal Consiglio dei ministri. Secondo quanto previsto dall’ultima versione del testo, viene confermata la sospensione della zona gialla: la bozza prevede che si applichino solo misure da zona arancione e rossa, ma dispone per il Consiglio dei ministri la possibilità di prevedere possibili deroghe nel caso di bassi contagi e dati particolarmente buoni della campagna di vaccinazione. Un provvedimento inserito dopo le polemiche di Salvini: il ritorno alla zona gialla chiesto dal leader della Lega però non sarà automatico. Tra le altre novità, l’obbligo di vaccinarsi contro il Covid per medici, infermieri, operatori sanitari e anche farmacisti: sarà “requisito essenziale” per l’esercizio della professione. Per chi rifiuta è previsto lo spostamento a “mansioni, anche inferiori” oppure come ultima alternativa anche la sospensione dal lavoro. Infine, è confermato il ritorno a scuola anche in zona rossa fino alla prima media: i governatori non potranno emanare ordinanze più restrittive per sospendere l’attività in presenza.

Niente zona gialla – Fino al 30 aprile sono previste solo la zone arancione o rossa, quest’ultima è automatica quando si registri un’incidenza superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti. “Nelle regioni e Province autonome i cui territori si collocano in zona gialla” si applicano “le misure stabilite per la zona arancione“. Nel testo c’è la concessione chiesta da Fi e Lega, ovvero viene prevista la possibilità di un allentamento delle misure se contagi e avanzamento della campagna vaccinale lo consentiranno. “In ragione dell’andamento dell’epidemia, nonché dello stato di attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini – si legge nel testo – con deliberazione del Consiglio dei ministri, sono possibili determinazioni in deroga al primo periodo e possono essere modificate le misure stabilite dal provvedimento”.

Il ritorno a scuola – Si torna in classe fino alla prima media in tutta Italia, zone rosse comprese, e i governatori non potranno emanare ordinanze più restrittive per sospendere l’attività in presenza. “Dal 7 aprile al 30 aprile è assicurato in presenza sull’intero territorio nazionale lo svolgimento dei servizi educativi” fino alla prima media, si legge nella bozza. Una disposizione che “non può essere derogata da provvedimenti dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome”. In zona arancione e gialla la presenza è fino alla terza media e con un minimo del 50% alle superiori.

L’obbligo vaccinale – Se il medico, infermiere o operatore sanitario non risponde alla convocazione dell’Asl e quindi non si vaccina, il datore di lavoro può adibire il lavoratore, ove possibile, a mansioni, anche inferiori, con il trattamento corrispondente alle mansioni esercitate, e che, comunque, non implicano rischi di diffusione del contagio. Quando l’assegnazione a diverse mansioni non è possibile, per il periodo di sospensione non è dovuta la retribuzione, altro compenso o emolumento, comunque denominato. Avranno l’obbligo di vaccinarsi “gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali“.