L’attesa è spasmodica, ma non bisogna far trasparire nessuna sensazione negativa all’esterno. Finalmente qualcuno che dà un buon consiglio ad Occhiuto.
Perché, nonostante ciò che circola in merito a vicende giudiziarie che lo vedono coinvolto a pieno titolo in trattative con i clan locali per appalti e voti, lui continua la vita di tutti i giorni. Anzi, va oltre la quotidianità del cosentino medio. Perché non tutti possono permettersi quello che qualcuno ha consigliato all’ex architetto come terapia per uscire dalla profonda depressione degli ultimi tempi: una bella “botta di vita”. Costi quel che costi.
Lo sprido terapeutico, si sa, costa, non lo prescrive la mutua, ci vogliono i soldini per le botte… (scusatemi i sospensivi) di vita. Ma in questo caso, come si dice, se servono per la salute, sono soldi ben spesi. E finalmente dopo un brutto periodo durato un bel po’ di mesi, l’ex sindaco trova il coraggio, stimolato da qualcuno, di dire no alla depressione, agli ansiolitici, alle paranoia.
Aria, luce, vita. Si sarà detto tra sè e sè Occhiuto. E’ questo quello di cui ho bisogno. Basta stare chiuso in casa a piangere, del resto i guai li ho combinati, e se qualcosa deve accadere, accadrà. Non saranno certo le lacrime a fermare la macchina della Giustizia. Perciò, perso per perso, meglio vivere appieno queste giornate: uscire, girare per la città, stringere mani, sorseggiare aperitivi di qua e di là.
E così, ultimamente, Occhiuto ritorna ad essere quello del 2011. Serate a più non posso. Vita mondana a dire basta. Ristoranti, pizzerie, bar, locali notturni. Chissà se continua a pagare con “l’american express”, la famosa carta di credito che nessun Pos di Cosenza accetta (sono pochi quelli convenzionati) e che lui caccia sempre a giobba, per poi dire, allora, signa supra a libretta.
Ma a differenza del 2011 questa volta, ad accompagnarlo nel giro della Cosenza da bere, c’è una figura competente di locali e aperitivi vari: Eva Catizone. La mondana riconosciuta della Cosenza che sa come distinguersi dai luoghi comuni. Una accompagnatrice di eccezione per l’ex depresso sindaco Occhiuto. Che pare stia vivendo una seconda giovinezza. Occhiuto, non la Catizone. Una coppia al momento richiesta da tutti gli operatori della movida cittadina.
Personaggi che fanno share. E giù di foto sorridenti, da postare sui social, con i calici alzati a brindare non so a che cosa. Di sicuro a qualcosa. L’importante è brindare. Ogni occasione è buona per un prosit. E la depressione lentamente svanisce.
Ultimamente, se ci fate caso, l’ex architetto, già ex imprenditore, ex editore, ed ex sindaco, ha dismesso anche i suoi abiti di colore nero: i suoi famosi completini che tanto lo slanciavano (non che ne abbia bisogno) e gli davano quel tocco fascinoso di non so che. Ma alla lunga il nero stanca, oltre a riflettere una immagine della persona più vicina ad un becchino (con tutto il rispetto per questa antica e nobile professione), che ad un misterioso e imperscrutabile Casanova.
Un consiglio, questo, che sono sicuro arriva da Eva, amante dei colori pastello, che evidentemente ha preso in carico il look del nuovo Occhiuto. A vederlo un po’ più colorato, devo dire che Eva ci ha azzeccato. La terapia pare stia funzionando (a botti i pampini verdi), e non passa sera, nei salotti che contano della città, dove la coppia non sia attesa. Tutti li chiamano, tutti li cercano, tutti li vogliono. Stasera a quel localino, domani a quell’altro. Una “scaletta” che non finisce mai. Non sanno chi accontentare per primo. Tante sono le richieste di paparazzate e comparsate.
Da quando i due fanno coppia, Occhiuto si è ripreso. Sorride, scherza, pare uno senza problemi. Spensierato, tranquillo, sereno. Una cura che inizia a dare i risultati. Ma per arrivare alla guarigione completa bisogna integrare la cura dello sprido terapeutico (a criccu), con sedute di autoconvincimento dove il paziente (Occhiuto) si autoconvince (appunto!) che su tutto quello che sta per arrivare a Cosenza non c’entra niente.
Per un’ora al giorno deve scrivere sulla lavagna (come Bart): io non c’entro. E il duro lavoro sta dando i suoi frutti, grazie anche all’impegno del paziente. Il terapeuta, dopo un po’ di queste sedute, lo ha convinto, per farlo stare più sereno, e per farlo spridare meglio, che lui da questa inchiesta non sarà toccato. Può dormire su sette cuscini.
Tutto sarà scaricato sul suo capo gabinetto Carmine Potestio, che è l’unico colpevole al Comune di Cosenza. E su questo Occhiuto, oggi, è più che convinto, perché tali sedute sono accompagnate anche da momenti in cui il paziente viene sottoposto ad ipnosi. E pare che gli abbiano cancellato gli ultimi 5 anni di memoria. Ora è convinto che lui non è mai stato il sindaco di Cosenza. Perciò non ha niente da temere. Perché, si sa, solo quando non ricordi più come ti sei fatto male (o il male che hai fatto) solo allora puoi dirti guarito. Anche se “l’uomo può guarire da tutto, non dall’uomo”. Ma questa è un’altra storia.
Benvenuta guarigione.
GdD