L’incompatibilità di Occhiuto alla carica di sindaco, per la questione legata ai suoi debiti accollati alle casse comunali, stando a quello che dicono il duo Jole/Roberto, dopo aver chiesto “lumi” al sottosegretario di Stato per l’interno, Domenico Manzione, non ci sarebbe.
Anzi non c’è. E via con le fanfare, le trombette, i coriandoli, i cappellini colorati, e a sciampagna. Il Governo amico dei deputati del PD che avevano interrogato il ministro proprio sui debiti del sindaco, agitando la sua incompatibilità, dà ragione ad Occhiuto. Dicono soddisfatti i due. E i titoloni abbondano.
Ovviamente nel postare l’urlo di vittoria su FB, prima ancora che dirlo alla stampa, il duo ben si guarda di postare anche la risposta integrale del sottosegretario. Perché sanno che dietro hanno un popolo di creduloni, e basta solo dirle le cose per farli abboccare, non servono le “prove”. Sanno anche che la stampa asservita ad Occhiuto non “approfondirà”. E vanno lisci come l’olio.
Ma dico io, per una volta potete essere onesti e dire le cose come stanno? Possibile che non riusciate a dire neanche una mezza verità?
Il sottosegretario non ha detto che Occhiuto è compatibile, ha “ratificato” quello che aveva già detto il commissario Carbone sui debiti del sindaco: allo stato non esistono contenziosi tra il Comune e Mario Occhiuto.
Non perché Occhiuto non abbia coinvolto il Comune nei suoi debiti, ma perché nessuno ha denunciato i dirigenti che non si sono presentati alle udienze, o che non hanno prodotto gli atti necessari per tutelare il Comune come sarebbe stato loro dovere. Infatti il commissario, ripreso dal sottosegretario nella risposta che da al duo Santelli/Robertino dice:
“… I procedimenti riguardanti Mario Occhiuto, che hanno visto il coinvolgimento del comune come terzo pignorato o sostituto del debitore principale, sono complessivamente sei.
Due di essi si sono estinti per mancata comparizione del creditore procedente e del debitore esecutato.
Due procedimenti sono sospesi, essendo pendenti i giudizi civili di accertamento dell’obbligo del terzo, ai sensi dell’articolo 548 del codice di procedura civile. Le relative udienze sono state fissate rispettivamente per i mesi di giugno e luglio 2017.
In un altro procedimento il Comune ha regolarmente adempiuto l’ordinanza del giudice dell’esecuzione, provvedendo a trattenere in favore del creditore un quinto delle indennità di carica e di fine mandato dell’allora sindaco; il trattenimento di tali somme si è ovviamente interrotto con la cessazione anticipata della consiliatura.
In un ultimo procedimento risulta che la società creditrice, dopo aver ottenuto dal giudice dell’esecuzione l’ordinanza non munita di formula esecutiva che fa carico al comune terzo pignorato di pagare un debito del sindaco, non abbia dato corso all’esecuzione…”.
Dunque i contenziosi ci sono, eccome se ci sono! Il problema è che quando Mario Occhiuto progetta una truffa, come spesso fa nella sua vita, la progetta bene. Perché persona intelligente. Vediamo perché.
Il sottosegretario rispondendo sempre al duetto, aggiunge che tuttavia, così come relaziona il commissario Carbone…
“… non era possibile prevedere futuri contenziosi, attesa la complessità delle procedure e che, d’altra parte, in ogni momento sarebbe potuto intervenire il pagamento spontaneo del debitore esecutato…”.
Cioè a dire: allo stato, non essendoci denunce o sentenze sullo specifico che coinvolgono il Comune come terzo pagatore – anzi, una c’è, come dice sempre il commissario, una società che avanzava soldi da Occhiuto che ha ottenuto dal giudice dell’esecuzione l’ordinanza non munita di formula esecutiva, non si è presentata a riscuotere perché attagnata con affidamenti diretti, e quindi il Comune non avendo sborsato direttamente su quella voce non può dirsi coinvolto – perché come potete leggere anche voi, tutte in itinere, determinando una momentanea compatibilità del sindaco, all’interno di uno “stato di attesa”.
Proprio per questo motivo non si può escludere, qualora i procedimenti arrivassero a sentenza, o che qualcuno denunciasse i dirigenti che hanno omesso di tutelare il Comune, che tali condizioni di incompatibilità si possano verificare.
Un modo, dice il sottosegretario ci sarebbe per evitare tutto questo e chiudere la questione e cioè : che il sindaco facesse fronte, mettendo mano alla sacchetta, ai propri debiti, estinguendo così anche le cause in corso. E per chiudere e stare tranquillo il sottosegretario cita ancora il commissario.
“… Per completezza di informazione, informo i deputati Santelli e Occhiuto, che sempre il commissario straordinario ha interessato l’autorità giudiziaria, la Corte dei conti, per la valutazione a carico dei dirigenti preposti ai citati procedimenti di eventuali profili di rilevanza penale o di danno erariale connessi all’inosservanza degli adempimenti di cui agli articoli 546 e 547 del codice di procedura civile…”.
Cioè: appena i giudici (semmai aggiungo io) avranno scoperto la cupola e gli accordi tra Occhiuto e i dirigenti per truffare il Comune, solo allora si potrà dire che lo stesso è incompatibile con la carica di sindaco.
Dunque, la risposta del sottosegretario in sintesi è: tutta questa storia la deve dirimere il tribunale, nel frattempo se volete fate qualche discussione così tanto per farla, fatela in consiglio comunale. Chiaro?
Per favore, non fatevi sempre prendere in giro da una come Jole Santelli che non sa fare una O ccu nu bicchieri.
Se dovete abboccare, abboccate a qualcuno cchiù spiartu, ca con lei è na vrigogna.
GdD