Occhiuto vs Oliverio, uno scontro tra grandi delinquenti

Occhiuto ha capito di essere forte e sopra la legge e alza la voce. Le coperture di cui ancora gode, principalmente all’interno della procura di Cosenza e in quella dell’antimafia, gli consentono di dare del ladro e dell’intrallazzatore a chi come lui ha reso queste pratiche prassi nella pubblica amministrazione.

E lo fa con una nota rivolta a quel vecchio beone di Palla Palla. Noto anche come colui il quale del familismo amorale ha fatto la sua bandiera. Uno scontro tra due imbroglioni. Tra due intrallazzatori professionisti. Che quando si esprimono non si capisce mai dove comincia la verità e finisce la menzogna e viceversa.

Lo scontro è sui denari che la Regione dovrebbe accreditare al Comune per terminare una serie di opere tra le quali piazza Bilotti e il museo di Alarico. Un boicottaggio portato avanti, a detta di Occhiuto, da un Oliverio che “passa il suo tempo a ordire congiure e intrallazzi, come è d’uso in una classe politica inetta e furba che ha portato a questo stato un territorio ricco di opportunità e risorse”.

A stretto giro di posta, Palla Palla risponde: “E’ proprio il caso di dire che Mario Occhiuto comincia a dare i numeri e parla a vanvera. E’ evidente che alza i toni e punta sulla provocazione, nel chiaro tentativo di rifarsi una verginità”.

Verrebbe da dire: la classica situazione dove il bue dà del cornuto all’asino.

Ma non finisce qui lo scambio di accuse tra i due delinquenti.

occhiuto rovine Occhiuto rincarando la dose dice: “Dietro ogni congiura che riguarda il Comune di Cosenza o la Provincia, c’è sempre lui, il presidente Oliverio, che però non appare mai in prima persona, ma si nasconde per correre meno rischi possibili”. Detto da Occhiuto, che ogni suo intrallazzo è studiato scientificamente per far ricadere la colpa su qualcun altro, è come ricevere un pugno allo stomaco all’improvviso.

A questa che più che una accusa sembra una confessione, Palla Palla, che in quanto a vigliaccheria e pavidità non ha niente da invidiare ad Occhiuto risponde:  “L’amministrazione della cosa pubblica a Cosenza e in Calabria negli ultimi cinque anni ha conosciuto vere e proprie barbarie e devastazioni”.

Come a dire: da quando governa Occhiuto la malavita è sempre presente al Comune che in tranquillità fa affari con il sindaco. Che detto dal pelato della Sila suona come una mostruosa barzelletta.

Tutti sanno che l’inventore della mafia dei colletti bianchi a Cosenza è proprio lui insieme al suo partito. Semmai ad Occhiuto si può dire di essere stato un bravo allievo. E Occhiuto quanto sia ladro Palla Palla glielo dice apertamente: “Oliverio, nascondendosi dietro un consigliere provinciale che si sta prestando volentieri al suo gioco, sta solo tentando di impadronirsi dell’ente, non per fare il bene della comunità, ma per continuare a gestire beni pubblici per suo tornaconto, come il Palazzo del Governo o l’Enoteca”.

Un’ accusa di ladrocinio precisa. Alla quale quello scapigliato di Oliverio ribatte: “Il suo parlare a vanvera non è l’effetto di un colpo di sole ma è dettato da una sua non celata preoccupazione per il fatto che, alla fin fine, tutti i nodi vengono al pettine. Del resto questo accade quando prevale un uso distorto dell’azione amministrativa ed una concezione privatistica della cosa pubblica”.

Come a dire: caro Occhiuto stai tranquillo che tutte le ruberie di cui ti sei macchiato alla fine verranno a galla e per questo pagherai il giusto prezzo alla Giustizia. E su questo non ci saranno più Santi in paradiso a proteggerti.

Che dire? Una discussione tra due grandi statisti, che si scontrano anche duramente sui contenuti politici,  ma solo per il bene dei cittadini.

GdD