Che c’entra il professore Vito Teti col “Tamarrofiume Boulevard”?

E alla fine anche il professore Vito Teti si è “inchinato” al superpotere di Mario Occhiuto. 

Il noto professore di Antropologia Culturale presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria, dove ha fondato e dirige il Centro di Antropologie e Letterature del Mediterraneo, è stato a lungo braccato da quel furbacchione di Occhiuto. Che, come si sa, ha fatto razzia tra gli intellettuali portandoli dalla sua parte o mettendoli in condizione di non nuocere. E così ieri sera il professore Teti ha amabilmente dialogato con Occhiuto e nientepopodimenoche con Vittorio Sgarbi sul senso dei luoghi.

Ma, in tutta sincerità, cosa c’entra Vito Teti col “Tamarrofiume Boulevard”? E lo sa il professore Teti che quello che ha visto è il “non luogo” per eccellenza? Altro che “senso dei luoghi”… 

senso E’ davvero incredibile: un intellettuale di grido, tra i più importanti in Calabria, che si riduce a dissertare di luoghi con un delinquente conclamato (tra l’altro anche rozzo e notoriamente incolto) e un ciarlatano matricolato. Ma si può cadere più in basso di così per qualche royalties come uno Sgarbi qualsiasi?

Certo, Teti è in buona (si fa per dire) compagnia con tanti intellettuali cosentini che ammiccano alla sua dittatura. Ma, per fortuna, c’è anche qualcuno che è rinsavito e non chiude più gli occhi davanti agli scempi di Occhiuto.

Il professore Massimo Veltri, per esempio, proprio ieri, ha rotto il silenzio e ha battuto un colpo critico a proposito dei lavori nel fiume Busento che sono la solita menata propagandistica del cazzaro.

“… Una volta si parlava di fiumi navigabili, da noi. Poi si passò a reperti archeologici, sempre da noi. Ora è arrivato il turno di sistemazioni idrogeologiche, da quel poco che vedo e leggo. L’importante è che si sappia che con l’acqua non si scherza e che bisogna conoscerla bene…”. 

A capito cazza’?