Olimpiadi. Simone Alessio è bronzo nel taekwondo: la Calabria torna sul podio dopo 12 anni

Una medaglia cercata, voluta con le unghie e con i denti. Sognava l’oro olimpico Simone Alessio, ma alla fine il 24enne di Sellia Marina (Catanzaro) ha dovuto accontentarsi di salire sul più basso gradino del podio. Dopo la delusione di Tokyo, il calabrese arrivava a Parigi da campione del Mondo e da numero 1 del ranking, ma anche stavolta sfortuna ed episodi al limite del thrilling nel quarto di finale contro l’iraniano Barkhordari hanno fatto la differenza impedendo ad Alessio di proseguire la sua avventura. Superata la delusione, guidato da coach Claudio Nolano, Alessio ha completato il percorso di ripescaggio andando a vincere una splendida medaglia di bronzo. La Calabria, nel giorno della delusione del rossanese Lavia quarto con l’Italvolley, sorride e a distanza di 12 anni, dal bronzo di Rosalba Forciniti a Londra 2012, torna a conquistare una medaglia.

L’atleta calabrese aveva iniziato la giornata battendo al primo turno il kazako Toleugali Batyrkhan, ai quarti di finale aveva perso 2 a 1 dall’iraniano Mehran Barkhordari al culmine di una gara beffarda, persa a 4” dalla fine quando era in vantaggio. L’atleta di Teheran vincendo la sua semifinale ha consentito all’azzurro di entrare nel tabellone dei ripescaggi che avrebbero consentito una delle due medaglie di bronzo. Nel primo combattimento Alessio ha sconfitto per 2 a 0 l’uzbeko Jasurbek Jaysunov. Quindi il successo nella finalina. Tre anni fa a Tokyo la bruciante eliminazione ai quarti in un’esperienza olimpica che andava riscattata (cedette di misura, per 6-5, all’egiziano Seif Eissa). A Parigi la gioia del podio. Dopo i due ori al Mondiale nei 74 kg a Manchester nel 2019 e negli 80 kg a Baku nel 2023, arriva la prima gioia olimpica con un bronzo di grande valore.

Simone è nato a Livorno ma ha scoperto il taekwondo in provincia di Catanzaro, a Sellia Marina, dove andò a tre anni, “un posto dove potevi fare solo danza, calcio e taekwondo. E la mia fortuna è stata che a 10 anni mio padre mi disse: a calcio, secondo me non hai possibilità, a taekwondo qualche possibilità ce l’hai”, disse in un’intervista profetica.

Per me è bello avere una medaglia al collo, anche se di bronzo. Ero venuto per l’oro, la fortuna mi ha dato questa possibilità dall’alto di potermi giocare ancora il podio, dopo il ko nei quarti, e non potevo sprecarla. Sono molto soddisfatto perché il bronzo ripaga questi quattro anni di sacrifici, non vedo l’ora di portare questa medaglia a casa dai miei genitori“. C’è però qualche rammarico per il ko ai quarti e per una storia che sarebbe potuta essere molto diversa: “Nei quarti ho sbagliato io. Sono andato indietro, arretrando e pensando a quello che dovevo fare io e non a quello che ha fatto lui. Ho difeso per un altro tipo di calcio, non per il posteriore, perché immaginavo che lui si girasse per colpirmi. L’errore è stato mio, mi sono preso le mie responsabilità”.