Omicidio Bergamini, 52^ udienza. Fabio Anselmo smaschera il patto tra il consulente venduto e l’avvocato Pugliese

Il 2024 molto probabilmente ci porterà la sentenza di primo grado del processo per l’omicidio volontario pluriaggravato di Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza ammazzato il 18 novembre 1989 e i cui assassini girano ancora a piede libero per la città. Alla sbarra infatti c’è solo l’ex fidanzata Isabella Internòcertamente responsabile, ma che copre ancora tutti coloro che l’hanno supportata nel progetto criminale. Il processo riprenderà domani martedì 9 gennaio: mancano meno di 10 testimonianze della difesa e poi si imboccherà la strada conclusiva con la requisitoria del pm Luca Primicerio. Nonostante l’omertà dei media di regime, l’esito di questo processo riscriverà la storia di Cosenza perché questo omicidio è lo specchio della città e le istituzioni non possono tirarsene fuori. Noi ci stiamo preparando perché i media reciteranno un ruolo fondamentale non tanto adesso che il processo è in corso ma subito dopo quella che sarà la sentenza. Qualunque essa sia. Domani sarà chiamato a testimoniare il professore Vito Maria Avato, che effettuò la prima autopsia sul corpo di Bergamini. Prima di lui, nell’ultima udienza del processo, celebrata il 30 novembre, aveva testimoniato Pietrantonio Ricci ed era andato in scena uno squallido teatrino, che non possiamo non ricordare. Della serie: dove eravamo rimasti. 

La 52^ udienza del processo per l’omicidio volontario pluriaggravato di Denis Bergamini celebrata in Corte d’Assise a Cosenza ha avuto un grande e indiscusso protagonista: il professore Pietrantonio Ricci, ex ordinario di Medicina legale all’Università Magna Graecia di Catanzaro. Inserito nella lista dei testimoni della difesa, in realtà è un consulente della famiglia Bergamini, e che in tale veste ha partecipato all’incidente probatorio del 29 novembre 2017. Tuttavia il legale della famiglia Bergamini, Fabio Anselmo, ha scoperto con sua enorme sorpresa che una decina di giorni fa ha depositato non meglio precisate consulenze tecniche per conto della parte avversa ovvero per la difesa di Isabella Internò, unica imputata del processo.

In apertura di udienza, Anselmo ha reso noto di avere denunciato alla procura di Castrovillari (che ha trasmesso gli atti alla competente procura di Cosenza) il professore Ricci perché le sue consulenze “rappresentano un corpo di reato”. Nella sua qualità di consulente della famiglia Bergamini e di teste della difesa, non avrebbe potuto lavorare per i suoi avversari nello stesso procedimento. Di conseguenza, ha chiesto alla Corte di dichiarare inammissibili e inutilizzabili le consulenze del medico legale. “Ricci non è stato mai revocato dalla parte civile – ha affermato Anselmo -, né tantomeno ha rinunciato a questo ruolo e si è messo in condizione di favorire la nostra controparte, che ovviamente ha interessi diametralmente opposti ai nostri. Essendo stato nominato teste dalla difesa non può fare il consulente. Siamo davanti a un giochetto messo in atto dalla parte avversa e da un patrocinatore infedele che non può passare in nessun modo“. Anselmo aveva chiesto alla Corte anche di non ammettere la testimonianza del professore che voleva tenere il piede in due scarpe. La Corte si è ritirata per decidere e nei circa sessanta minuti di attesa, in un’atmosfera di crescente tensione, Donata Bergamini ha pubblicato un post su Fb che ha chiarito ancora meglio la questione rincarando la dose in maniera sacrosanta.

Al rientro in Aula, la Corte ha accolto la richiesta della parte civile – alla quale si è associato anche il pm Luca Primicerio – di dichiarare inammissibili e inutilizzabili le consulenze “mascherate” del professore Ricci ma ha ammesso la sua testimonianza, che è stata inevitabilmente condizionata dalle sconcertanti rivelazioni di Fabio Anselmo e della famiglia Bergamini. Ricci non ha potuto fare altro che ammettere le evidenze ovvero la validità dell’incidente probatorio e la sua condivisione delle conclusioni alle quali è giunta: Denis Bergamini è stato ucciso a causa di una asfissia meccanica violenta, per com’è emerso dalla relazione finale del collegio peritale del quale faceva parte egli stesso. Solita figura barbina per la difesa di Isabella Internò, beccata con le mani nella marmellata esattamente come il consulente “venduto”. Tragicomici alcuni passaggi dell’udienza nei quali si ricostruiva il “patto” tra Ricci e l’avvocato Pugliese, alla ricerca disperata delle consulenze del medico legale, che evidentemente aveva trattato con lui il tradimento alla famiglia Bergamini.

Al termine dell’udienza, Fabio Anselmo ha rilasciato una dichiarazione.

“L’udienza di oggi ha confermato a dispetto di tutte le varie forzature e irritualità che la verità è quella che hanno detto i periti e che hanno detto i professori Fineschi, Bolino e Testi. Per il compimento di atti improvvido e a nostro avviso illecito ne risponderà il professore Ricci nella procura competente. D’altra parte non esiste che un consulente di parte, senza avvisare la parte originaria, lavori per la controparte nello stesso procedimento. Questo lo ha riconosciuto lui stesso, è un fatto assolutamente inusuale ed eccezionale e costituisce reato. Al di là di questo però va riconosciuto a Ricci che comunque ha confermato le valutazioni dei periti e dei nostri consulenti: Bergamini non è morto suicida ma per una morte asfittica e violenta e attraverso una dinamica esattamente riconducibile a quella descritta dai periti e dai nostri consulenti. Questo alla fine è quello che conta, per il resto ognuno si assumerà le proprie responsabilità”. LA CRONACA DELL’UDIENZA (https://www.iacchite.blog/omicidio-bergamini-52-udienza-lo-squallido-teatrino-del-consulente-venduto-e-lultima-mail-dellavvocato-pugliese/)