Ancora assente per motivi di salute (colecisti acuta) il teste della difesa Gianluca Tiesi, la 58^ udienza del processo per l’omicidio volontario pluriaggravato di Denis Bergamini è stata caratterizzata dalle deposizioni dei cosiddetti “testi di risulta” ovvero chiamati in causa nel corso delle precedenti udienze. L’ex pentito napoletano Pietro Pugliese, ascoltato come teste della difesa, aveva parlato di alcuni suoi presunti colloqui con gli ex calciatori Gianfranco Zola, Michele Padovano e Ciro Muro e con i giornalisti Roberto Scardova e Fabrizio Feo, nel corso dei quali avrebbe parlato con loro del caso Bergamini.
Tutti i testimoni hanno categoricamente smentito di conoscere l’ex pentito e di conseguenza di avere parlato con lui del caso Bergamini. La sfilata dei Campioni è iniziata con Gianfranco Zola, che ha giocato nel Napoli dal 1989 al 1993 e nella stagione 1990-91 è stato compagno di squadra con Michele Padovano. I due si sono salutati affettuosamente prima delle loro deposizioni-flash (5 minuti per entrambi). Zola non conosceva Bergamini se non per averci giocato contro in una partita comunque memorabile per la passione rossoblù quando il “tamburino sardo” era agli inizi della carriera e militava nella Torres di Sassari, che nel campionato di Serie C1 1987-88 era nello stesso girone del Cosenza. Quella partita in terra sarda finì 0-1 per il Cosenza, fu decisa da uno spettacolare gol di Lucchetti e rappresentò il preludio per la promozione in Serie B dei Lupi. E Zola non conosceva neanche l’ex pentito Pietro Pugliese e di conseguenza non ha mai parlato con lui di nessun argomento: né di droga, né di calcioscommesse e né di Bergamini.
Anche Padovano ha detto sostanzialmente le stesse cose aggiungendo un “totalmente falso” che ha connotato con ancora maggiore chiarezza il tenore dell’udienza di oggi. E così pure è accaduto per Ciro Muro, che ha giocato con il Napoli nel 1986-87 e quindi diversi anni prima di Zola e Padovano. Situazione perfettamente coincidente anche con le testimonianze dei due giornalisti Scardova e Feo. La Corte, dunque, ha fugato ogni possibile dubbio in tempi molto stretti e non ha lasciato nulla al caso, lanciando un segnale molto chiaro alla difesa. Della serie: non c’è trippa per gatti. Intelligenti pauca.
La prossima udienza è in programma per il 7 maggio e prevede le testimonianze di Gianluca Tiesi (siamo al terzo tentativo!), cognato dell’imputata Isabella Internò e della consulente della difesa nell’incidente probatorio successivo alla riesumazione del corpo di Bergamini, Liliana Innamorato. Si tratta degli ultimi testi della difesa. Il processo prevede poi, presumibilmente ancora nel mese di maggio, un’altra udienza, a richiesta delle parti, per l’acquisizione di eventuali nuove prove (articolo 507). Successivamente, nel mese di giugno, si dovrebbe arrivare finalmente alla requisitoria del pm Luca Primicerio e alle arringhe. La sentenza è sempre più vicina.