Omicidio Bergamini al Tg2: Donata, il Maserati e il “sequestro” della verità

Il Tg2 delle 20,30 di ieri sera lancia la notizia nei titoli più importanti della serata.
Dopo 32 anni svolta nelle indagini sulla morte del calciatore Denis Bergamini: il suo suicidio fu una messinscena. I magistrati “Ucciso per una questione d’onore”.
Il Tg2 ha inserito l’omicidio Bergamini nell’ambito dell’inchiesta “Italia in Giallo” curata da Vincenzo Frenda, che rievoca i Cold Case più misteriosi del nostro Paese.

Appare subito Donata Bergamini, la sorella di Denis, che non ha mai smesso di invocare a gran voce giustizia, perché la verità era chiara già nell’immediatezza dei fatti.
“C’è una cosa che mi fa tanta rabbia – dice quasi sussurrando le parole Donata -: è un caso semplicissimo…”.

Poi entra la voce del cronista: “… Un caso semplicissimo che dopo 32 anni è ancora al punto di partenza… E’ la storia di Denis Bergamino, 27enne ferrarese, una promessa del calcio italiano, udolo della Curva del Cosenza, morto nel 1989, ufficialmente suicida, ma ora una nuova inchiesta della Procura di Castrovillari punta il dito contro la fidanzatina dell’epoca, Isabella Internò…”.

Arriva Gigi Simoni, compagno di squadra e di appartamento di Denis per quattro anni, che conosceva bene non solo Bergamini ma anche la Internò: “… Lei era una ragazza abbastanza possessiva, molto gelosa… Denis non mi è mai sembrato innamoratissimo di questa ragazza qua…”.

Ritorna la voce del cronista: “… Dopo che si sono lasciati, Isabella chiama Denis, gli dice di aspettare un bambino, è al quinto mese, ha deciso di abortire…”. E ritorna anche Donata, che chiarisce quello che ormai sappiamo tutti ovvero il movente dell’omicidio di Denis Bergamini. “… La zia mi disse che dal momento che mio fratello non era disponibile a sposarla, sarebbe stato un disonore…”.

Qualche mese dopo Bergamini muore, l’unica testimone è lei, Isabella Internò e racconta che Denis si è lanciato sotto un camion in corsa, i magistrati le credono e archiviano il caso per due volte. Nel 2017 la nuova autopsia chiarisce invece che Denis è stato prima strangolato con un sacchetto sulla testa e poi adagiato sull’asfalto e schiacciato dal camion. Una messinscena, il suicidio, per chi indaga è lei l’ideatrice, l’organizzatrice e partecipe dell’omicidio di Denis Bergamini.

Donata torna a rivelare un particolare incredibile, che chiarisce bene la personalità della Internò. “… La Internò si è fatta sentire dopo poco tempo dalla morte di Denis dicendo che Denis prima di morire le aveva detto che la macchina, il Maserati, doveva rimanere a lei… Mio papà le disse che se avesse raccontato la verità non solo glielo avrebbe dato ma gliene avrebbe pagato un altro…”. Ma la Internò non richiamò più.
Poi il cronista parla mentre Dionata apre la saracinesca di un garage e le mostra il Maserati. Sono passati 31 anni e la macchina è tuttora sotto sequestro. L’inchiesta si conclude con le amare parole di Donata: “Questa macchina penso che racconto il sequestro di una verità”.