Com’era inevitabile, la vicenda del podcast sull’omicidio Bergamini firmato da Selvaggia Lucarelli e Marco Cribari, ormai etichettato da tutti col titolo “Ballando” con gli assassini facendo il verso alla trasmissione-trash nella quale recita “Sua Ballità”, ha spaccato la redazione dell’emittente nella quale lavora Cribari ovvero LaC News24.
L’editore ha preso posizione e non si è prestato al pacchiano tentativo del portavoce ufficiale degli assassini di Bergamini di condizionare la linea editoriale dei suoi media sul processo d’appello appena iniziato. Cribari è stato “avvisato” e sospeso e per quanto se ne sa sta tornando al Quotidiano, dal quale era uscito per buttarsi nelle braccia del media più famoso e più importante. E i suoi colleghi? Beh, a giudicare dai like e dalle reazioni al suo annuncio in cerca di solidarietà ne ha coinvolti pochini: ufficialmente appena due. Gli altri, almeno per ora, si fanno i… fatti loro. E qualcuno, in maniera fin troppo evidente, fa la spia, altrimenti le notizie che lo riguardavano non sarebbero arrivate fino a noi. Ma questo Cribari lo sa, eccome se lo sa.
Diciamocelo francamente: Cribari nelle vesti di “vittima” non attizza molto neanche i fascisti ed è quanto dire. E per dirla tutta anche il suo richiamo cinematografico non è granché. A un’alleanza tedesco-americana tra Maduli e Iacchite’ per fare fuori… Cribari non ci crede neanche la molto presunta “vittima”, che a questo punto deve trovare qualche mezzo per giustificare il ritorno a… Canossa dai suoi vecchi amici del Quotidiano.
Ecco, al Cribari combattuto di oggi calza a pennello una perfetta citazione del grande Totò nel celeberrimo film “Totò e i re di Roma”. Totò a un certo punto esclamava, tra il serio e il faceto: “Poi dice che uno si butta a sinistra….”. Frase semplice per sintetizzare un concetto: quando qualcosa non andava o qualche provvedimento penalizzava i poveretti, frutto delle angherie poggiate sull’esercizio del potere… ecco che spuntava il “buttarsi a sinistra” che, associato a un giornalista dichiaratamente di destra, anzi fascista, fa un po’ sorridere ma tant’è. L’opportunismo e la mancanza di principi – perché quelli fascisti non sono certo “principi” checché ne dicano i fasci – giustifica il fatto che qualcuno si “butti” da una parte all’altra (in questo caso “a sinistra”) solo per convenienza. Perché qui di vittime ce n’è una sola e si chiama Denis Bergamini e c’è qualcuno che vorrebbe anche “ballare” con i suoi assassini. E a Cosenza e in Calabria questa infamità non passerà, anche se a dirla è una che il sabato sera appare e pontifica sulla massima rete nazionalpopolare. A Selva’, qua nun c’è trippa pe gatti.









