“Isabella Internò va condannata a 23 anni di reclusione perché responsabile della morte di Denis Bergamini, ha agito con volontà, con premeditazione e motivi abietti e futili figli di una gelosia esasperata e parossistica, un omicidio portato a termine da persone in corso di identificazione”. È questa la richiesta del procuratore della Repubblica di Castrovillari, Alessandro D’Alessio davanti ai giudici della Corte d’Assise del Tribunale di Cosenza. “Merita attenuanti generiche perché sono passati 35 anni e oggi la Internò è una persona diversa” ha detto ancora il procuratore. Oggi Internò ha 55 anni, compiuti lo scorso gennaio.

Lo stesso D’Alessio durante la requisitoria ha rimarcato come “quella morte non è estranea alla Internò, ma è il pensiero che si rincorre a quello che voleva, come aveva raccontato pochi giorni prima della morte alla sua amica Tiziana Rota”. Certezza che ha ribadito anche il pubblico ministero Luca Primicerio: “L’assassinio di Bergamini è la realizzazione del progetto di Isabella. Ha sempre raccontato il falso, in contrasto con tutti gli elementi raccolti in questo processo”. Il procuratore D’Alessio si è soffermato molto sulla testimonianza di Tiziana Rota, amica sincera di Isabella e moglie di Maurizio Lucchetti, all’epoca calciatore del Cosenza. “La sua testimonianza equivale agli accertamenti medico-legali e a quelli fatti dai carabinieri del Ris su come è avvenuta la morte di Bergamini (“asfissia meccanica violenta”, si era detto nella requisitoria del giorno prima, ndr)” ha detto D’Alessio durante la requisitoria. Fonte: Gazzetta dello Sport