La seconda parte della requisitoria della procura di Castrovillari si apre con una serie di interrogativi. Gli stessi che hanno accompagnato per tutti questi lunghi decenni la storia giudiziaria del caso: perché si fa accompagnare da Isabella Internò? Perché abbandona il ritiro prima di una partita, fatto gravissimo per un calciatore? Il procuratore di Castrovillari Alessandro D’Alessio va subito al punto focale e afferma che Internò aveva movente e ragioni per volere la morte di Bergamini e introduce così quello che definisce il “terzo architrave” del processo. Dopo gli accertamenti medico-legali sul corpo straordinariamente corificato di Denis e dopo gli accertamenti dei carabinieri del Ris, la testimone-chiave è Tiziana Rota, moglie di Maurizio Lucchetti, compagno di squadra di Bergamini, le cui rivelazioni vanno inserite nel contesto sociologico patriarcale della Calabria del 1989. Sullo sfondo della vicenda, ma ovviamente sempre ben delineato, per Isabella Internò c’è il suo progetto di matrimonio con Denis Bergamini. Quando il calciatore sparisce, la progettualità diventa evanescente e lei impazzisce.
Tocca al pm Luca Primicerio, a questo punto, ricostruire tutte le fasi della relazione tra Denis Bergamini e Isabella Internò, iniziata nell’estate del 1985. Era stato Gigi Simoni, il portiere del Cosenza, compagno di squadra e di appartamento di Denis, a presentarli. Ed è proprio il calciatore che ha sottolineato, nelle sue testimonianze, la gelosia ossessiva di Internò, fatta di pedinamenti, di interrogatori e di telefonate ai compagni di squadra e persino di visite a sorpresa e di controlli sui vestiti e sugli effetti personali.
Isabella Internò resta incinta nel corso del 1987 e abortisce in una clinica di Londra dopo 5 mesi e mezzo. Il movente dell’omicidio parte da qui e la testimone-chiave, dunque, è Tiziana Rota, che è stata ascoltata dalla Corte nella 45^ udienza del processo, a maggio del 2023, direttamente a Crema, dove risiede. “Tiziana Rota – ha detto con estrema convinzione Primicerio – è la teste che ogni giudice vorrebbe avere in un processo: chiara, precisa e con un ricordo nitido di quanto è accaduto nonostante gli anni che sono trascorsi”. Isabella Internò e Tiziana Rota hanno stretto un rapporto di amicizia importante dall’estate del 1987 fino a giugno 1989. La moglie di Lucchetti ha influenzato molto i magistrati ed è stata teste-chiave già fin dalla prima riapertura del caso nel 2011 e ne sono consapevoli alcuni componenti della famiglia Internò, tra i quali il marito di Isabella, Luciano Conte, che in una intercettazione ambientale del 20 novembre 2011 le chiede quali sono i motivi di questo interesse dei magistrati per Tiziana Rota. La moglie gli risponde sminuendo la portata della sua testimonianza ma quando la notizia delle sue rivelazioni finisce sui media, Conte si arrabbia, si scaglia contro di lei e le domanda che cosa aveva detto alla Rota nei giorni in cui era stata ospite a casa sua a Salerno dopo pochi giorni dalla morte di Denis.
Nell’udienza del processo nella quale ha testimoniato, Tiziana Rota è entrata nei dettagli della sua amicizia con l’imputata: “Non ero mai stata al Sud e Isabella è stata la prima ragazza con la quale ho stretto amicizia. Per due anni è stata mia amica ed è stata molto brava con me, ho conosciuto anche i suoi familiari ed eravamo molto legate, ho passato tanto tempo con lei. Spesso uscivamo in quattro con Denis e Maurizio (Lucchetti, suo marito, ndr) e andavo a casa sua a pranzo o a cena, specie quando la squadra era in ritiro. Sono stati due anni bellissimi con un fortissimo rapporto di amicizia e frequentazione”.
Tiziana Rota ricorda anche, tuttavia, il grande difetto di Isabella Internò: “Aveva una gelosia morbosa per Denis: si metteva dietro i cassonetti o sul pianerottolo di sopra per vedere quando rientrava e me lo raccontava lei stessa. Lui la lasciava ma poi tornavano insieme, le voleva bene anche lui…”.
L’aborto è lo spartiacque di tutta questa triste vicenda. Tiziana Rota lo apprende qualche mese dopo. “Mi ha detto che era rimasta incinta ma che lo aveva scoperto tardi perché non era regolare e che aveva deciso di abortire perché Denis non la voleva sposare. Sua madre lo sapeva ma il padre non sapeva nulla e non doveva saperlo, neanche che si fossero lasciati”. L’amica le chiede perché l’ha fatto e la risposta è categorica: “Tu non puoi capire, mi diceva, perché sei del Nord…”. E il racconto è perfettamente coincidente con quello di Donata Bergamini, la sorella di Denis, che accompagna il fratello e Isabella dal suo ginecologo a Ravenna ma non riesce a dissuaderla: “Voglio abortire perché tuo fratello non mi sposa”. E così Denis e Isabella partono prima per Torino, dove la zia della ragazza, Assunta Trezzi, ha preparato le pratiche per l’aborto e poi per Londra, dove Isabella abortisce. Il 3 agosto del 1987, pochi giorni dopo il viaggio a Londra, Isabella scrive a Denis e in pratica confessa che sono stati ospiti della zia a Torino per quasi una settimana.
Il rapporto tra i due va avanti tra alti e bassi ma verso la fine del 1988 arriva a un bivio e Denis, che nel frattempo si è anche infortunato seriamente, frequenta altre ragazze e non ha nessuna intenzione di continuare la relazione con Isabella. Inizia così una fase tossica della relazione nel corso della quale la Internò in pratica pedina Denis, che se la ritrova dappertutto.
Ad aprile 1989 Denis trascorre un weekend con Roberta Sacchi, un’amica che ha conosciuto a Pavia quando si curava per un infortunio, e la ragazza commentando i “pedinamenti” dell’ex fidanzata lo mette in guardia scherzando ma non troppo: “Guarda che da quelle parti usano la lupara…”. Bergamini stempera i toni e commenta: “Mi sembra di sentire il mio papà”. Perché suo padre Domizio, quando aveva appreso dell’aborto, aveva consigliato a Denis di sposare Isabella per evitare problemi con la sua famiglia. Ma ad aprile del 1989 Denis non ha ancora contezza che rischia la vita e così risponde alla Sacchi che ora le cose sono cambiate anche al Sud.
A maggio 1989 Bergamini riallaccia una vecchia relazione con una ragazza di Russi (Ravenna), Roberta Alleati, che scriverà ai genitori di Denis dopo la sua morte, rivelando che Denis le aveva confidato di iniziare ad essere preoccupato per l’eccessiva insistenza di Isabella nel cercarlo quasi disperatamente. E così inizia quella che Primicerio definisce come una “escalation di ossessione”. Ad agosto 1989 Bergamini e Padovano, in attesa di potersi trasferire nell’appartamento di Città 2000 indicato dal Cosenza Calcio, vengono ospitati per qualche giorno a casa di un amico, Michele Mirabelli, il quale riferirà di aver trovato una serie di messaggi di Isabella che cercava con insistenza di parlare con Denis. A ottobre 1989 una testimone afferma di essere stata malamente apostrofata dalla Internò perché l’aveva vista con Denis.
Arriviamo così al 6 novembre 1989 quando Tiziana Rota torna a Cosenza per far vedere la sua bimba di pochi mesi a Isabella e la incontra in un bar-pasticceria di Commenda di Rende. Siamo a 12 giorni prima della morte di Bergamini, e siamo al “cuore del processo” come sottolinea il pm. L’imputata, agitatissima, le disse: “Ti devo parlare. Tizià l’ho perso, stavolta per sempre”. E alla risposta dell’amica (che le aveva ricordato che “il mondo è pieno di uomini”), Internò avrebbe risposto: “No Tizià, è un uomo morto, se non torna con me lo faccio ammazzare. Lui mi ha disonorata, deve tornare da me perché io lo faccio ammazzare, è un uomo morto. Tu non puoi capire che sei del Nord”. Siamo davanti a una vera e propria confessione dell’imputata. E non finisce qui perché, proprio in quel momento, arrivano due uomini, che sono due cugini di Internò: “Stai zitta, chiudi la bocca, che sono i miei cugini… Se racconto loro la verità, se sanno che Denis non è più con me, lo ammazzano”.
Dopo la morte del calciatore, Isabella andò a trovare Tiziana Rota a Salerno: “Quando venne da noi a Salerno nel dicembre 1989 la trovai sollevata, stava bene, e a proposito di ciò che era accaduto a Bergamini mi disse: è giusto così”. Dopo quel soggiorno a Salerno il loro rapporto si interromperà.
Primicerio apre un capitolo importante sull’assoluta attendibilità della teste Tiziana Rota. A Cosenza in molti pensano già allora che Isabella Internò – come minimo – ha qualcosa a che fare con la morte di Bergamini, eppure la Rota viene a Cosenza per salutarla e la invita anche a casa sua a Salerno. Tiziana le vuole bene e lo dimostrerà persino nell’udienza del maggio 2023 a Crema: “Le sono riconoscente perché mi ha inserito a Cosenza in una città nuova per me e sono stata bene con lei. Certo, è scioccata da quello che le disse a Rende e ha anche paura ma nonostante questo dice testualmente alla Corte: “Posso parlare di Isabella? Vi prego, non la condannate, ha due figli, è cambiata…”. Insomma, le vuole bene ancora oggi e vuole soltanto capire. Ha raccontato la verità solo a fatica, dopo 20 anni, a Donata Bergamini e non riusciva ancora ad accettarla e questo non fa altro che aumentare la sua attendibilità.