Omicidio Bergamini, la gelosia “capovolta” del giornalista di famiglia: tutte le intercettazioni

Le dichiarazioni rese da Isabella INTERNÒ nel corso del tempo, sono state caratterizzate da una sequela di divergenze e di discordanze, registrate sin dalle prime fasi dell’indagine, nel 1989, e anche successivamente. Così la donna dopo aver parlato della sua gelosia che nutriva nei confronti di Donato BERGAMINI, il 6 luglio del 1990 capovolge totalmente la realtà dei fatti, attribuendo a Donato BERGAMINI una forma di gelosia che lo portava a lasciarla e a piangere in conseguenza di questa sua decisione.

Isabella Internò parla della gelosia di Donato BERGAMINI su domanda dell’Autorità Giudiziaria e questo perché l’allenatore della squadra, Luigi SIMONI e qualche compagno di squadra di BERGAMINI, sentiti a fine novembre del 1989, avevano accennato al fastidio manifestato da costui per aver saputo di una precedente storia avuta da Isabella INTERNÒ con un calciatore di nome BALDASSARRI, che poi avrebbe incontrato a Milano Marittima.

Ora il materiale probatorio acquisito consente di affermare che effettivamente Donato BERGAMINI trascorse qualche giorno di villeggiatura a Milano Marittima con la nuova fidanzata Roberta ALLEATI, nell’estate del 1989. È stata innanzitutto la stessa Roberta ALLEATI a confermare tale circostanza: “…Denis durante l’estate del 1989, in occasione delle vacanze che fece a Milano Marittima, mi propose infatti di sposarlo…”.

Lo ha poi affermato Guido DALLE VACCHE, cognato di Bergamini, durante la deposizione resa al Dott. Ottavio ABBATE il 2 dicembre del 1989 e Donata BERGAMINI durante la deposizione del 30 maggio 1991: “…sapevo altresì che frequentava una ragazza di Russi che io conoscevo di vista e della quale mi ha più volte parlato…so che Denis passò insieme a lei tre o quattro giorni di ferie a Milano Marittima dove aveva trascorso un periodo di ferie…” – “è stato che nell’estate dell’89 aveva preso una villetta al mare, allora io scherzando gli avevo chiesto cosa se ne faceva di una villetta al mare, poteva andare in un albergo, no! e mi disse così che doveva trascorrere alcuni giorni con una ragazza che già conoscevo, cioè non di vista ma telefonicamente, e che lui conosceva tanto tempo prima quando giocava nel Russi … già prima che loro [Donato Bergamini e Roberta Alleati n.d.a.] andassero a Milano Marittima, mio fratello ogni tanto andava a Russi e io non gli avevo mai chiesto e pensavo andasse a vedere i suoi compagni>> (Donata BERGAMINI deposizione all’udienza del 30/05/1991, processo a carico di Raffaele PISANO).

È stato ampiamente dimostrato come nella primavera del 1989 Donato BERGAMINI non provava per la INTERNÒ alcun trasporto amoroso, tant’è che aveva iniziato a frequentare Roberta ALLEATI, una ragazza delle sue parti, con la quale era stato fidanzato da giovane e con la quale parlava addirittura di matrimonio. Sapeva, fin dall’inizio della frequentazione con Isabella INTERNÒ, che in giro era circolata la voce di una storia tra la donna e un calciatore, tale Gabriele BALDASSARRI, e difatti aveva chiesto spiegazioni alla INTERNÒ, la quale lo aveva rassicurato che tali voci non erano vere. Di conseguenza, nel momento in cui Donato BERGAMINI incontrò BALDASSARRI a Milano Marittima, a giugno/inizio luglio del 1989, era al corrente di questa notizia.

Eppure, mentre prima scherzava sull’argomento, come ha ricordato Carmela GIULIANO (“Denis le fece una battuta scherzosa su un calciatore…pronunciò il nome Baldassarri, ma il tono di Denis era come già detto scherzoso e leggero, non ricordo nello specifico le parole dette da Bergamini ma dalle sue parole non trapelò alcuna gelosia né tantomeno riferimenti ad una precedente storia d’amore di Isabella con questo calciatore, anzi ricordo che Denis ci scherzava. Non ricordo la reazione di Isabella, ma certo Denis non mi apparve geloso…”), dopo l’incontro con BALDASSARRI cambia atteggiamento, si arrabbia, si infastidisce nel parlarne, come hanno dichiarato Michele PADOVANO e Claudio LOMBARDO, coi quali si era confidato.

Michele PADOVANO: “…durante l’estate Bergamini incontrò, così mi disse, Baldassarri a Milano Marittima ed apprese che la ragazza aveva fatto prestazioni di “petting” nel corso della loro relazione, pur senza avere rapporti sessuali completi….Donato mi raccontò della circostanza circa un mese addietro e mentre lo faceva diventava paonazzo…”.

Claudio LOMBARDO: “…espresse una certa sofferenza in ordine al fatto che aveva saputo che prima di conoscere lui, Isabella aveva avuto una storia sentimentale con un altro ragazzo…” .

Si può ragionevolmente ritenere che quel che apprese da Gabriele BALDASSARRI, nell’estate del 1989 a Milano Marittima, abbia causato in Donato BERGAMINI quel sentimento di rabbia e di sofferenza narrato dai due amici perché, evidentemente, la versione dei fatti fornita da Gabriele BALDASSARRI non combaciava con quanto gli aveva riferito in precedenza Isabella INTERNÒ. A conferma di ciò si rappresenta che Michele PADOVANO, nella deposizione del 15 giugno 2018 ricorda che durante il ritiro del 1989 BERGAMINI gli raccontò <in maniera molto particolare…di un aneddoto che venne a sapere di Isabella, ancor prima che loro stessero insieme… ebbe una storia con …un ex calciatore, BALDASSARRI>.

È lecito ipotizzare che fu tale aneddoto raccontatogli nei particolari da Gabriele BALDASSARRI ad aver portato Donato BERGAMINI a dire a Giuseppe MALTESE, sempre durante il ritiro del 1989 a Barga di Lucca, riferendosi alla INTERNÒ <Beppe a me piaceva per quello che aveva fuori e non per quello che ha dentro>.

Davvero nessuna gelosia da parte di Donato BERGAMINI al pensiero che la gente potesse pensare che Isabella INTERNÒ avesse avuto una storia con BALDASSARRI, come ha cercato di far credere la donna, bensì un sentimento di delusione e di rabbia che molto probabilmente pervase Donato BERGAMINI quando si trovò di fronte ai “particolari” riferitigli da Gabriele BALDASSARRI sul suo rapporto con Isabella INTERNÒ.

Si è speso tanto nel dimostrare l’inverosimiglianza della tesi secondo la quale Donato BERGAMINI, nel 1989, era talmente geloso per aver saputo della storia tra la INTERNÒ e il calciatore BALDASSARRI, tanto da aver deciso, non senza sofferenza, di interrompere la relazione con la donna poiché tale assunto della gelosia di Donato BERGAMINI, ancora innamorato di Isabella INTERNÒ, è una delle motivazioni addotte da qualche familiare della donna per spiegare le ragioni probabili che portarono al suicidio il calciatore, quel 18 novembre del 1989.

Nello specifico si fa riferimento ad una telefonata intercorsa tra Gianluca TIESI e il giornalista Marco CRIBARI. Gianluca TIESI è cognato di Isabella INTERNÒ per averne sposato la sorella Catia; all’epoca dei fatti costui era fidanzato con Catia INTERNÒ e pure lui frequentava la casa della famiglia INTERNÒ. È sempre apparso particolarmente interessato ad ogni aspetto e ad ogni evento legato al caso BERGAMINI. Gianluca TIESI è dunque ampiamente inserito nel meccanismo “familiare” di protezione di Isabella INTERNÒ arrivando a sostenere argomentazioni a volte inverosimili nel tentativo di accreditare il suicidio di Donato BERGAMINI. Le attività di intercettazioni telefoniche effettuate nel corso dell’odierna indagine, hanno evidenziato come il TIESI rappresenti un punto di riferimento per i coniugi CONTE/INTERNÒ, al verificarsi di fatti nuovi inerenti il caso oppure in occasione della divulgazione, da parte dei mass media, di notizie riguardanti la vicenda.

Si rappresenta, ad esempio, che Gianluca TIESI – in possesso di laurea in ingegneria gestionale – in occasione della riesumazione del cadavere di Donato BERGAMINI, è stato nominato CTP da Isabella INTERNÒ, presenziando all’operazione di riesumazione presso il cimitero di Argenta e poi all’apertura della bara presso l’ospedale Sant’Anna di Ferrara, sede di Cona, per poi partecipare, successivamente, alle operazioni peritali effettuate sull’autovettura Maserati custodita presso un’officina di Argenta. Marco CRIBARI è un giornalista che lavora presso un giornale locale, “Il Quotidiano” di Cosenza, è molto amico di Gianluca TIESI e, in armonia con le opinioni di questi, ha sposato appieno la tesi del suicidio di Donato BERGAMINI.

Durante una telefonata del 24 agosto 2017, Gianluca TIESI e Marco CRIBARI discorrono in merito ad alcune notizie apparse sui media circa l’ipotesi del calcio scommesse come causa dell’uccisione di Donato BERGAMINI. CRIBARI parla di ennesima montatura perché è palese che è suicidio e quando TIESI gli chiede quali fossero, secondo lui, le ragioni che hanno spinto il calciatore a togliersi la vita, CRIBARI risponde: “…c’è gente che mi dice ancora vedi che usciva pazzo…io non lo so…cioè…però tu non puoi diciamo entrare nella testa di una persona che abbia il cuore ferito…oh…cioè… mo’ davvero…come fai a fare…un discorso…pensa a te… alla gente che si suicida… per motivi veramente… cioè…c’è gente che ha molti più soldi di lui… ha molto più successo di lui… cioè alla fine mi dicono guarda…cioè…si era innamorato di sta ragazza…carina…lui non era certo un Adone…no…mettiamo le cose…diciamo le cose come stanno…eh…che ne sai… un ragazzo semplice…di campagna…”.

Dopo altre considerazioni, al momento non degne di nota, CRIBARI afferma: “…ma io… guarda…onestamente se proprio vuoi sapere…ne abbiamo parlato tante volte…già una volta te lo dissi…probabilmente lei non dice la verità…su quello che si sono detti in macchina…probabilmente cioè…(inc.)…” TIESI risponde: “ci saranno delle cose talmente personali o talmente eh…che non le ha mai dette…” Marco CRIBARI precisa: “…che sono rimaste sepolte…del resto lei all’epoca aveva paura che la gente potesse pensare che lui si era suicidato per lei…quindi…doveva sgombrare il campo da certa…è una verità nascosta per pudore non per…diciamo…per colpe…(inc.)…”. Gianluca TIESI prende come spunto le parole di CRIBARI e dice: “…che in qualche modo era stata un po’ sfiorata e anticipata con quella frase famosa ti lascio…ti lascio il mio cuore ma non il mio corpo…una cosa del genere…è molto passionale questa cosa…”.

Marco CRIBARI continua ad esporre le proprie considerazioni: “…ma questo diciamo esce…sì…perché tra l’altro è l’ultima versione che dà…ma quella secondo me…voglio dire è l’ultima che dà o non mi ricordo se la dà alle compagne di classe…addirittura…cioè c’è anche un  tentativo proprio di nobilitarsi…no…cioè di presentarlo come una cosa…diciamo quasi shakespeariana…ma…diciamo che…comunque la assolve…cioè in un certo senso…moralmente…dalla…dalla cosa…dall’evento…però ti ripeto…cioè sono cose dalla nascita…non è uscito all’epoca e mi sembra ormai improbabile che possa uscire …del resto…cioè…è affidata a lei la cosa…io poi…ammesso che…ti immagini…lei uscisse dicendo va beh dico la verità era impazzito dalla gelosia…cose…eccetera eccetera…non avrebbe senso…non le crederebbe nessuno anzi…cioè…si complicherebbe la cosa ancora di più…a voglia…ma può essere una verità rimasta sepolta… e là deve restare…perché fa parte di una sfera così intima che non…che non la puoi più tirare fuori…”.

In pieno accordo con CRIBARI, Gianluca TIESI rafforza l’immagine di una Isabella INTERNÒ silente perché dentro di sé non ha mai accettato l’idea che qualcuno si possa essere ucciso per lei: “potrebbe anche essere…potrebbe anche essere una sua…una sua autodifesa morale nel senso che da sempre ha sempre rifiutato il pensiero che qualcuno si possa si possa…si possa…ehm…essersi potuto suicidare per lei…”. Continua Marco CRIBARI: “allora ci sono tanti indizi che dicono che lui era pazzo di lei…ci sono troppi indizi…cioè c’hai il sospetto che è stata con uno prima di te e lo vai ad acchiappare in Emilia Romagna? E gli vai a chiedere se siete stati insieme carnalmente oppure no…dopodiché vieni a sapere che…”.

Gianluca TIESI prosegue nel dialogo con Marco CRIBARI: “…me lo ricordo in quel periodo…cioè lei lo cercava…era lui che la allontanava e le diceva stai lontano da me per il tuo bene e sta cosa l’ha detta pure ad Isab…a Catia, a Catia che l’abbiamo incontrato dieci giorni prima ed eravamo a Commenda…poteva essere magari che dipendeva dalla propria morbosità…” Marco CRIBARI afferma: “…di certo lui dice sia al papà…Bergamini…sia ai compagni di squadra…lui dice che siccome è venuto a sapere che lei era stata con un altro prima di lui…non ci poteva stare più insieme…questa cosa lo faceva soffri…e lo dice pure ad Isabella…pure lei lo dice in una dichiarazione…questa cosa lo faceva soffrire terribilmente…però non poteva tornare indietro…quindi pensa com’era contorto, com’era all’antica…”.

TIESI di rimando “…cioè una proprietà già violata prima…che fosse di tua proprietà…e non puoi neanche accusarla di istigazione al suicidio…nel senso…se davvero ha avuto questa storia con un altro prima di lui…non è una colpa…non è un reato…come si chiamava Baldassarri”. Il giornalista riferendosi al calciatore Gabriele BALDASSARRI, dice:“…lui ha negato di aver mai incontrato Bergamini e anche di aver mai avuto un qualunque tipo di relazione con Isabella…Isabella però lo dice…che aveva avuto questa amicizia…niente di serio…dice ero piccola…ero ancora…avevo 15 anni…dice abbiamo…con questo calciatore Baldassarri…lui nega proprio…dice di non averla conosciuta e quant’altro…”.

Come si è constatato i due interlocutori utilizzano le testimonianze rese nel corso dell’attività di indagine svolta subito dopo la morte di Donato BERGAMINI, giacché fanno riferimento alle dichiarazioni di Isabella INTERNÒ del 6 luglio 1990, alle testimonianze di alcuni compagni di squadra (PADOVANO E LOMBARDO) e dei familiari del calciatore, sentiti tra la fine di novembre e gli inizi di dicembre del 1989, circa la conoscenza di Donato BERGAMINI della relazione avuta in passato da Isabella INTERNÒ con Gabriele BALDASSARRI.

Queste dichiarazioni vengono maneggiate da CRIBARI e da TIESI i quali, con molte disattenzioni e inesattezze, le usano per arrivare a delle conclusioni favorevoli alle loro tesi, ma che sono ben lontane da quella che è stata la realtà dei fatti.

La loro versione, peraltro, non si discosta da quella che Isabella INTERNÒ tenta di accreditare a partire dalla deposizione del 6 luglio 1990, e della quale si è già parlato in questo stesso paragrafo. È chiaro che la notizia di una precedente relazione tra Isabella INTERNÒ e il calciatore BALDASSARRI ha fornito il pretesto ai due interlocutori, che dovevano giustificare il gesto estremo del suicidio di BERGAMINI, di presentarlo come un ragazzo dalla personalità contorta – “fuori di testa” – che soffriva terribilmente per questa precedente storia della INTERNÒ, che viveva dentro di sé un dilemma insormontabile: continuare a stare con Isabella INTERNÒ, della quale era pazzamente innamorato, oppure lasciarla perché non poteva accettare il fatto che questa era stata in precedenza con un altro calciatore. Non riuscendo a continuare la relazione con la donna ma al contempo non riuscendo a stare senza di lei, Donato BERGAMINI aveva deciso di togliersi la vita. E Isabella INTERNÒ, testimone innocente di questo gesto, viene innalzata a vittima in quanto, in tutti questi anni, ha deciso di tenersi tutto dentro di sé perché non può accettare il fatto che BERGAMINI si sia ucciso per lei.

Appare superfluo ribadire che le indagini condotte in questi anni hanno consentito di reperire elementi indiziari che uniti fra di loro, disposti in una sequenza ad incastro, hanno portato a ritenere puntualmente provati delle circostanze fattuali nettamente contrapposte alle asserzioni portate avanti da Marco CRIBARI e Gianluca TIESI.

In sintesi: 1) Donato BERGAMINI, dopo un iniziale trasporto affettivo, si era allontanato da Isabella INTERNÒ, per la quale provava solo un affetto fraterno, come lo stesso ebbe a riferire all’amica Roberta Sacchi;

2) Donato BERGAMINI era infastidito dalla presenza ingombrante di Isabella INTERNÒ, la quale, nonostante il calciatore l’avesse lasciata, non si rassegnava, faceva di tutto per incontrarlo, era costantemente informata dei suoi movimenti, cercava ogni occasione per parlargli nel tentativo di un riavvicinamento. E così quella sorta di affetto fraterno provato inizialmente da Donato BERGAMINI per la INTERNÒ aveva lasciato il posto ad un sentimento di fastidio e di insofferenza verso costei;

3) Il sentimento provato da Donato BERGAMINI, che Isabella INTERNÒ e i suoi familiari fanno passare per gelosia per aver saputo di una precedente relazione della donna con Gabriele BALDASSARRI, in realtà, era un sentimento di rabbia e di fastidio per i particolari che gli aveva raccontato BALDASSARRI in merito al suo rapporto con la donna.

Anche l’avvocato della famiglia Bergamini, Fabio Anselmo, è intervenuto pubblicamente per far rilevare come sia quasi paradossale e grottesco che il giornalista Cribari continui a seguire il caso per il giornale per il quale lavora nonostante sia al centro di queste quantomeno imbarazzanti intercettazioni. Ma è evidente che il soggetto sia riuscito (sinceramente non sappiamo con quali valutazioni) a convincere i suoi “superiori” a lasciarlo ancora scrivere sul caso Bergamini nonostante non abbia ormai nessuna credibilità, come ognuno può agevolmente dedurre dal tenore di queste intercettazioni. L’unica consolazione è che persino gli avvocati di Isabella Internò non hanno inteso inserire il giornalista Cribari nella lista dei testimoni per il processo, ritenendo evidentemente non utili le sue elucubrazioni. E tanto ci basta, perché ormai nessun calabrese segue il processo per l’omicidio Bergamini su questo quotidiano ormai in caduta libera da anni.