Omicidio Bergamini, la prima (grottesca) intervista della principessa della menzogna

Il 12 gennaio 1990 Francesco Caruso, inviato della Gazzetta dello Sport, intervistò per la prima volta Isabella Internò, unica testimone del “suicidio” di Denis Bergamini. Ne uscì fuori un quadro già ben delineato di falsità e menzogne, sottolineato dallo stesso giornalista. Ripubblichiamo questo importante documento, attraverso il quale ognuno potrà farsi un’opinione ancora più forte sulla meschinità di questa donna e dei suoi familiari. 

55 giorni di angoscioso silenzio, è minuta, ha i capelli castani a caschetto, la sua voce è lievemente roca. Ha perso due anni a scuola e stava frequentando il quinto anno al Tecnico Commerciale: vuole diventare ragioniera…

Non so perché l’abbia fatto ma sono certa che Denis si sia suicidato. L’ho visto con i miei occhi, purtroppo senza poter fare nulla, senza averne il tempo. Non chiedetemi cosa l’ha spinto a compiere quel gesto disperato, perché non sono nelle condizioni di rispondere. So solo dirvi che ero innamoratissima di lui. Lo sono stata fino all’ultimo e fino all’ultimo avevo sperato che tornasse con me. Avrei fatto per lui qualsiasi cosa, sarei andata in capo al mondo solo se lui avesse voluto chiedermelo…”.

“… Non ho niente da raccontare, sono state già scritte fin troppe bugie, mi hanno attribuito frasi che non sono mai uscite dalla mia bocca. Mi hanno fatto passare anche per pazza. Da qualche parte ho letto che dopo l’incidente del 18 novembre nel quale Denis perse la vita, sarei stata ricoverata in un manicomio. Qualcuno ha detto pure che non si era trattato di suicidio ma di omicidio e che io non avrei parlato per minaccia, per paura di ritorsioni. Ero distrutta per la fine del mio povero Donato e con crudeltà molti hanno infierito su di me. In quei giorni, almeno dai miei concittadini, mi sarei aspettata un po’ di comprensione. Invece, sono stati i primi a lapidarmi”.

I suoi discorsi non sempre però filano con logicità. In taluni brani del suo racconto infinito ci sembra di cogliere, qua e là, qualche contraddizione, forse dettata dalla ingenuità della sua giovane età…

“Certi traumi non si possono superare in due mesi, forse nemmeno in due anni. Siamo stati fidanzati per quattro anni. Ci siamo messi insieme nell’85 e ci siamo lasciati una prima volta nel novembre dell’88 (aborto). Però fino all’agosto del 1989 ci siamo ripresi e mollati almeno altre trecento volte. Non riuscivamo a staccarci, eravamo troppo legati. Il nostro rapporto era filato liscio come l’olio…”.

Perché avete allora rotto il fidanzamento?

“E’ stato lui a prendere la decisione definitiva. Per incompatibilità di carattere. In effetti negli ultimi tempi era un po’ diverso dal solito. Diciamo che se ne usciva con sparate un po’ strane ma non fraintendetemi, niente di trascendentale…”.

Secondo lei cosa potrebbe essere successo da indurlo al suicidio?

“Purtroppo non lo so. Lo avevo perso di vista negli ultimi tre mesi. Dopo la rottura finale non lo avevo più visto né sentito. Da agosto a novembre non ho più saputo nulla della sua vita, anche se avevo continuato a sperare che si facesse vivo”.

Ma quando vi siete incontrati, il 18 novembre, le avrà accennato qualcosa relativo ai suoi guai.

“Era un tipo particolarmente riservato (e si sarebbe suicidato davanti a lei perché era bella? Ndr), non raccontava le sue cose tanto facilmente. Mi pare l’abbia confermato pure il padre. Quando mi telefonò non immaginavo fosse lui. Fui molto stupita e gli chiesi come mai mi avesse chiamata. Mi disse che voleva salutarmi. Che stava per lasciare l’Italia. E che aveva intenzione di andare in Grecia”.

E lei si rifiutò di seguirlo. E’ così?

“Ecco un’altra delle tante falsità che sono state scritte: magari mi avesse chiesto di accompagnarlo. L’ho detto: con lui sarei andata in cima al mondo. Invece fu il contrario: quando io gli proposi di seguirlo, si oppose: sarei stata disposta pure a litigare con i miei genitori pur di non abbandonarlo. E così hanno scritto che si è ammazzato per rabbia. per ripicca nei miei confronti…”.

E non gli chiese spiegazioni di quella improvvisa decisione?

“Mi disse solo che si era stancato del calcio, ma non mi spiegò per quali ragioni o cosa fosse accaduto. Come ho già detto da agosto non ci eravamo più sentiti perché lui stava male (!!!) ed io peggio di lui che mi aveva lasciato. Aveva voluto rompere per incomprensioni”.

E cos’altro le disse quel pomeriggio dalle 17,30 alle 19 circa prima di togliersi la vita?

“Parlammo di noi, della nostra storia e poi mi disse che voleva che l’accompagnassi fino a Taranto (quando per imbarcarsi per la Grecia bisogna andare a Brindisi, ndr) dove lui si sarebbe imbarcato e, quindi, sarei tornata indietro con la sua auto. E visto che io insistevo che volevo accompagnarlo è sceso dall’auto e mi ha detto “chiederò l’autostop e se nessuna delle prossime cinque auto si fermerà, tornerò a Cosenza con te”.

Ma è vero che lei si era già trovato un altro fidanzato dopo la rottura dell’agosto scorso?

“Assolutamente no, come avrei potuto se ero ancora innamorata di Denis?”

E della fidanzata che Bergamini aveva a Russi sapeva qualcosa?

“No, e non credo che fosse vero, per lo meno che stessero ancora insieme, visto che tutte le estati le trascorrevamo insieme e che Donato tornava a casa sua soltanto per Natale. Insomma, quando si sarebbero potuti vedere?”.

Il magistrato che cura l’indagine sostiene che tra la sua deposizione e quella del camionista ci sarebbe qualche discrepanza e che anche per questo avrebbe disposto l’autopsia.

“Non è vero, il camionista ha visto quello che ho visto anch’io. Il succo delle sue deposizioni è identico. Non capisco quali possano essere queste divergenze”.

Come spera che si concluda questa vicenda?

“Mi auguro di essere lasciata in pace perché vivere a Cosenza è diventato noioso. Quando cammino per strada tutti mi guardano come una bestia rara. Ma ad andar via da qui non ci penso neanche perché ho la coscienza a posto”.

Perché Isabella Internò continua a sostenere la tesi del suicidio quando lei stessa, all’inviato della Gazzetta dello Sport ha escluso che il giocatore le avesse manifestato un proposito così drastico e definitivo? E cosa ci facevano Denis e Isabella quella sera sulla statale ionica 106, a circa 150 km di distanza da Cosenza? Quale serio e urgente motivo può avere spinto il calciatore ferrarese ad abbandonare il ritiro? Isabella Internò dice il falso da 30 anni: è ora che qualcuno le chieda il conto e glielo faccia pagare.