Omicidio Bergamini. La prima reazione delle famiglie Internò-Conte-Tiesi: il delirio su Instagram della sorella di Isabella

Tribunale di Cosenza. Martedì 1° ottobre, ore 19.17. Pochi minuti dopo la lettura della sentenza che condanna Isabella Internò a 16 anni di reclusione come ideatrice e mandante dell’omicidio volontario di Denis Bergamini, aggravato dalla premeditazione e dai futili e abietti motivi, l’imputata lascia il Tribunale a piede libero, accompagnata dai suoi familiari e in particolare dalla sorella Catia e dal marito, il poliziotto in quiescenza Luciano Conte.

La Rai regionale ha trasmesso un servizio nel quale ha fatto ascoltare le urla femminili disperate – presumibilmente della stessa Internò e della sorella Catia – nel tragitto dal corridoio del Tribunale al grande cortile sottostante. Subito dopo arriva un’ambulanza del 118. Sembra che il marito di Internò sia stato colto da malore e per questo motivo viene adagiato su una barella, dalla quale tuttavia si rialzerà dopo pochi minuti, senza particolari conseguenze. Del resto, se gli fosse capitato qualcosa di grave, lo avremmo certamente saputo.

LE URLA E IL MALORE (https://www.rainews.it/tgr/calabria/video/2024/10/isabella-interno-e-colpevole–bergamini-lex-fidanzata-condannata-per-omicidio-39552dbf-2fb7-4c56-a1bd-7f9acea9798c.html)

A poco più di venti giorni di distanza le famiglie Internò-Conte-Tiesi hanno battuto un colpo. Sul profilo Instagram di Catia Internò, la sorella di Isabella, è apparso un post nel quale attacca apertamente la magistratura e di conseguenza la presidente della Corte d’Assise Paola Lucente e il giudice a latere Marco Bilotta per la sentenza di primo grado.

Leggere un post delle famiglie Internò-Conte-Tiesi nel quale si parla di giustizia, di umiltà e di innocenza farebbe sorridere se la loro faccia tosta non nascondesse un barbaro ed efferato omicidio. Ed è per questo che prevale comunque la rabbia nell’approccio al delirio che riportiamo sopra. Un delirio di onnipotenza che gli è concesso perché Isabella Internò innanzitutto è a piede libero, in pieno fermento per evitare di provvedere a pagare la provvisionale immediata di risarcimento danni stabilita dalla sentenza della presidente della Corte d’Assise Paola Lucente. E in secondo luogo perché tutti noi conosciamo le dinamiche della giustizia. Il viscido tentativo di critica nei confronti dei giudici che hanno emesso la sentenza si rappresenta, dunque, per quello che è: non solo un delirio di onnipotenza ma anche una velata minaccia a chi dovrà occuparsi del giudizio d’appello. E’ del tutto evidente che Catia Internò non ha potuto scrivere quel post: non è certamente farina del suo sacco e dietro di lei ci sono i soliti manovratori. Il cognato poliziotto, “terrorizzato” dall’idea che la moglie possa finire in carcere e condannare lui in eterno al ruolo di “uomo senza valore” contrassegnato dal numero 71 della smorfia napoletana. E il marito ingegnere e consulente senza arte né parte ovvero Gianluca Tiesi, che non è stato ritenuto “buono” neanche dall’avvocato Pugliese come teste di difesa. Soliti “giochini” che già non hanno sortito nessun effetto ai fini della sentenza di primo grado, nonostante le squallide pressioni dei poteri forti. E tutto questo, ovviamente, senza una sola parola per ricordare la vittima del loro delirio: Denis Bergamini. Sì, perché per queste famiglie degenerate e senza nessun valore, “era giusto” che Denis dovesse “pagare”. Ora però l’incubo di “pagare” non è più di Bergamini ma delle famiglie Internò-Conte-Tiesi. E il capitolo dell’omicidio di Denis Bergamini tornerà ad aprirsi presto, perché entro l’inizio del prossimo anno leggeremo le motivazioni della sentenza e siamo sicuri che queste famiglie ne usciranno con le ossa rotte. A presto.