Omicidio Bergamini. Le preoccupazioni per l’imputata e quel “sipario” che logora gli assassini

di Donata Bergamini 

Mare di carte e tante intercettazioni.
Oltre 30 anni di vita trascorsi nella disperata ricerca della verità.
Ho sbagliato tutto. Non dovevo nominare avvocati ma chiedere al giornalista Cribari. Sin dal 2012 Il suo lavoro è molto apprezzato dalla famiglia Internò. Lo si vede dalle tante intercettazioni che lo vedono protagonista.
Ma lei, signor Cribari, è un giornalista serio ed indipendente.
Perché allora si preoccupa di chiamare il cognato dell’imputata per parlargli di un pezzo che vuole scrivere sulla vicenda?
Perché si preoccupa delle intercettazioni?
Perché manca di rispetto verso tutti i suoi colleghi che non la pensano come lei?
Perché si preoccupa che la riesumazione e le operazioni peritali rilevino una verità scientifica?

In questa sola intercettazione del 30 maggio 2017 lei, parlando dei suoi colleghi (almeno cosi io capisco magari sbagliando), ragiona di un sipario che da loro sarebbe stato costruito perché sono consapevoli del fatto che, parlandone male, se ne parla e si attira la curiosità della gente.
Questa vuole essere una critica, giusta, dal suo punto di vista.
Credo, tuttavia, dal suo tono di voce ma anche dalle altre intercettazioni nelle quali cita giornali e protagonisti di questa vicenda, che, in fondo in fondo, il metodo del sipario così come lo descrive, lo affascini.
Come si dice? Lasciamo ai lettori il giudizio. Che se ne facciano una legittima opinione da soli.
Ho già capito che in questo processo tentate di attaccare i vostri avversari piuttosto che affrontare le accuse. Qualcosa mi dice che su questo piano potrei ritrovarci anche lei.
Saranno i lettori a giudicare. Personalmente ho tanta fiducia nei Giudici. Loro giudicheranno per i fatti e non per pettegolezzi da sipario come dice lei.