RaiSport ha mandato in onda alle 18 un’intervista realizzata da Nuccio De Simone al procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla sul caso Bergamini.
Facciolla, dopo aver esordito affermando che “non esclude la riapertura del caso”, ha risposto in maniera articolata alle altre domande, tracciando un quadro finalmente veritiero rispetto all’omicidio di Denis Bergamini.
“Sarebbe opportuno fare un salto a quegli anni e in parallelo su quello che era il contorno degli accadimenti sociali di rilievo in quel periodo a Cosenza. Ci sono delle zone d’ombra ed era su queste che si doveva scandagliare”.
Ma il passaggio più importante si riferisce ad una delle tante perizie che stanno lì a dimostrare come Denis sia stato assassinato.
“C’è un passaggio della perizia di uno dei periti incaricati nella quale si parlava di lesioni non vitali dovute probabilmente ad asfissia indotta da un sacchetto di plastica o qualcosa del genere. Ecco, io ho visto questo particolare come qualcosa di molto forte, una spinta in avanti”. Facciolla si riferisce ad una importante perizia nella quale si rileva una sofferenza polmonare di Bergamini, probabilmente provocata da un tentativo di asfissiarlo per impedirne qualche reazione. E’ verosimile che i suoi assassini lo abbiano indebolito così prima di ucciderlo. E ascoltarlo dalla voce di Facciolla è stato un momento importante.
Infine, i logici dubbi sul “suicidio” di un calciatore all’apice del successo e senza nessun problema di sorta.
Una dichiarazione incoraggiante. Che sa tanto di risposta anche alle incaute e farneticanti dichiarazioni di qualche giorno fa rilasciate da Isabella Internò, l’unica a sostenere ancora la tesi del suicidio e inspiegabilmente non mandata a processo per concorso in omicidio volontario.