Operazione Frontiera, restano in carcere i figli del boss Franco Muto

Un fermo immagine del video nel quale sono ripresi i Muto e Mandaliti (tratto da miocomune.it)

Restano in carcere Luigi Muto, per gli amici Gigino e Mara Muto, figli di Franco Muto, il boss di Cetraro, arrestati dalla DDA di Catanzaro il 19 luglio scorso nell’ambito dell’operazione Frontiera.

Lo ha deciso il Tribunale della Libertà di Catanzaro, che ha rigettato le richieste di scarcerazione presentate dai legali e ora deciderà sulla medesima istanza presentata dallo stesso Franco Muto, 75 anni, tratto in arresto nella stessa operazione.

La DDA di Catanzaro, il 19 luglio scorso, effettuò 58 arresti per giustificare il dominio totale del clan nei settori del mercato ittico, delle lavanderie industriali e nello spaccio di droga. L’inchiesta è sembrata carente, tuttavia, sotto il profilo dei livelli superiori, atteso che non si possono considerare tali i quattro amministratori giudiziari delle società di Muto, che, con tutto il rispetto, sono “pesci piccoli” e le cui richieste di arresto sono state persino rigettate dal Gip.

Mancano, insomma, i colletti bianchi e il livello politico. Basti pensare che solo qualche ora dopo l’arresto, alcuni media “specializzati” hanno dato notizia dell’affiliazione di un parlamentare del PD al clan Muto attraverso i buoni uffici di un imprenditore sanitario del Tirreno. Ma di questo nell’operazione Frontiera non c’è traccia.