Orlandino Greco e Aldo Figliuzzi: ancora 48 ore

Per molti questi sono i giorni della Merla, per altri è solo l’ultimo giorno che chiude un mese lungo, freddo e noioso, per Orlandino Greco e Aldo Figliuzzi è la vigilia di un giorno che segnerà nel bene e nel male la loro vita.

Da domani inizierà per loro il conto alla rovescia. Come recita un famoso film: ancora 48 ore. Perché giorno 2 febbraio, i giudici, su sollecitazione di Gratteri, dovranno rispondere alla richiesta della DDA: Orlandino Greco e Aldo Figliuzzi devono stare in galera perché complici di mafiosi con i quali hanno fatto affari e praticato il voto di scambio.

Orlandino, dopo aver ricevuto, per primo tra i politici chiamati in causa dai pentiti cosentini, un avviso di garanzia per voto di scambio, aveva già superato questo scoglio, incassando un rigetto alla sua richiesta di arresto formulata dal pm della DDA Bruni. Infatti il Gip distrettuale di Catanzaro aveva rigettato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Greco e Figliuzzi, per gravi carenze istruttorie.

In sostanza il Gip disse che il pm si era limitato a presentare a carico dei due, i soli “riassunti” delle dichiarazioni dei pentiti, senza preoccuparsi di trovare i giusti riscontri alle loro gravi accuse.  Per questo motivo l’istanza non venne accolta. A questo rigetto si è opposto Gratteri, che ha formulato una nuova richiesta d’arresto per i due, integrando l’ordinanza con i dovuti riscontri e correggendo gli errori commessi nella prima ordinanza.

Orlandino si dice tranquillo perché i riscontri alle incoerenti dichiarazioni dei pentiti non si troveranno mai perché non è mai esistito un rapporto tra lui e i mafiosi. E il precedente rigetto lo ha già dimostrato. Le integrazioni fatte da Gratteri, a sentire gli spifferi che arrivano dagli studi legali che difendono i due, sono solo altre parole di ex malavitosi pentiti per convenienza, anch’esse prive di riscontri. Chiacchiere su chiacchiere.

Il conto alla rovescia è iniziato, e come finirà presto lo sapremo.

In tutto questo c’è chi dice che indipendentemente dal risultato di questa udienza, giorno 2 febbraio segnerà anche un’altra data: l’inizio dell’offensiva dello stato onesto contro una pericolosissima cupola politica/massonica/mafiosa che da decenni governa nel malaffare e impunita la città di Cosenza. Questo oramai è sicuro. Oltre che inevitabile. Piano piano il quadro si delinea sempre più, e presto sapremo anche se tutto il nostro scrivere è frutto di fantasia, oppure, ancora una volta, è la pura e semplice realtà.