Ospedale di Cetraro, il caso di Ferragosto: la difesa del direttore Introini e il depistaggio di Mauro

L'ospedale di Cetraro

Le notizie pubblicate sul conto del dottore Introini sono strumentali perché un accorto professionista come Lei non può limitarsi a descriverlo “massone pluricondannato” senza evidenziare come l’attività medica comporta, di per se, rischi non previsti e non prevedibili che, talvolta, le sentenze di condanna non riescono a motivare. Il Dott. Introini è persona di specchiata moralità e medico altamente qualificato. 

La sua direzione nel Reparto di Ginecologia – a far data dall’espletamento del concorso alla direzione – e fino a nuove disposizioni del direttore generale, nelle more della definizione della procedura concorsuale, è dovuta al grado di anzianità. E’ direttore facente funzioni del Reparto per espresso conferimento del direttore generale e, dunque, non ricxopre il ruolo “illeegittimamente” secondo quanto da Leio riportato. 

In precedenza, sin dalla nomina ex art. 128 del contratto collettivo nazionale di lavoro della categoria, il dott. Introini ha fronteggiato il problema delle defezioni del personale sanitario nei festivi, coprendo personalmente i turni di taluni che sistematicamente si ammalavano – guarda caso – per le festività. 

Tanto, la magistratura lo potrà verificare dai calendari dei turni e dalle timbrature. Nel caso recente del differimento delle emergenze-urgenze presso altre strutture sanitarie nei giorni dio Ferragosto, è opportuno precisare come il dott. Introini si trovasse eccezionalmente in ferie (eccezionalmente perché è stata l’unica volta che abbia fruito delle ferie nei festivi da quando è responsabile del reparto. 

Certamente, non è stato da alcuno contattato per riprendere servizio nei giorni di Ferragosto: anche questo è un aspetto che potrà essere verificato dalla magistratura acquisendo i tabulati del traffico telefonico in uscita dalla struttura ed in entrata dalle utenze del professionista. 

Non una parola sui medici ammalati (questo sarebbe il verto “caso”!), non una parola sulle decisioni adottate dal sostituto direttore sanitario (questo sarebbe un altro “caso”) ma solo illazioni. 

 

avvocato Roberta Sette per conto del dottore Domenico Introini

Abbiamo concesso, com’è sacrosanto, il diritto di replica al dottore Introini. Ma non è possibile non replicare a quanto viene osservato sulla vicenda del caso di Ferragosto all’ospedale di Cetraro.

Intanto, il dottore Introini risulta essere condannato per aver riportato due sentenze penali negative definitive.
La sua è una gestione illegittima ai sensi dell’articolo 18 del contratto collettivo nazionale di lavoro che recita che l’incarico di dirigente responsabile lo si può avere per sei mesi ed eventualmente per altri sei mesi e poi va affidato ad altro dirigente medico. Il dottore Introini dirige questo reparto da diciassette mesi e dunque da ormai cinque mesi è oltre il limite previsto dalla legge.

La sua gestione è dati alla mano insufficiente quanto a nascite visto che per tenere aperto un punto nascita si devono fare almeno 500 parti ed è facilmente prevedibile che non si possano raggiungere visto che ad oggi sono stati superati di poco i 200.
Da dirigente responsabile anche se in ferie aveva l’obbligo di essere raggiungibile per eventuali emergenze/urgenze a meno che non avesse comunicato di fare le ferie fuori dal territorio nazionale e lui era in zona, sull’alto Tirreno.
Il dr. Raimondi della direzione sanitaria ha cercato invano di rintracciarlo perché da responsabile, vista l’emergenza, tornasse per dare un contributo ad ovviare a quanto accaduto.

Questa è la sanità che immagina Raffaele Mauro Faccia di Plastica, che cerca di distogliere l’attenzione dalle sue incapacità. Ma la stupidata maggiore l’ha fatta nell’inviare un esposto alla Procura di Paola.
Sostiene che se fosse stato informato avrebbe provveduto ad inviare ginecologi. Da dove? Il 14 di agosto nel pomeriggio? Sembra un po’ difficile.
Raimondi ha cercato di informare sia lui che il direttore sanitario aziendale ma inutilmente. Alla fine non c’è stata alcuna chiusura del reparto, ma il differimento delle emergenze/urgenze delle pazienti a loro esclusiva tutela. Questi sono i fatti. (g. c.)