di Francesca Canino
Da alcuni giorni sono apparsi sugli organi di stampa alcuni articoli che paventano il rischio chiusura del Servizio di oncologia dell’ospedale di San Giovanni in Fiore.
Non è proprio così, come spiega il dottor Antonio Caputo, responsabile del servizio oncologia, sul suo profilo Facebook: «L’oncologia non è a rischio chiusura nel modo più assoluto; ma sono assolutamente a rischio i trattamenti di chemioterapia perché è stata modificata la convenzione tra ASP di Cosenza, ASP di Crotone ed Unità Operativa Complessa di Paola, che ci consentiva di avere i farmaci oncologici dall’oncologia di Crotone e di poterli somministrare ai pazienti oncologici, come recita il DCA 10 del 2015, solo se l’oncologia dell’ospedale di San Giovanni fosse aggregata e dipendesse da una struttura complessa di Ospedale Spoke, che in questo caso si identificava con l’Oncologia di Paola, il cui Direttore è il dr. Gianfranco Filippelli. Poiché la convenzione, non si capisce bene perché, è stata modificata dalla direzione aziendale, qualche mese fa, il sottoscritto per tutelare il proprio profilo giuridico e soprattutto legale, si è rivolto ad un avvocato di fiducia che ha posto il quesito agli organi commissariali competenti dell’ASP di Cosenza e si è in attesa di una risposta risolutrice! Nel caso contrario – conclude Caputo – i trattamenti saranno interrotti, come comunicato dal mio legale Avvocato Ferdinando Palumbo alla Direzione Generale ASP, a far data dal 15 Novembre p.v.».
Sarebbe importante ora sapere perché sono stati cambiati gli accordi con l’ospedale di Paola, se ci sarà la possibilità di ripristinarli a beneficio dei pazienti sottoposti a trattamento chemioterapico e se finiranno mai queste faide nella sanità regionale che compromettono gravemente la salute dei calabresi.