Un’atmosfera diversa dal solito è quella che si respira a Paola in vista dell’appuntamento con le urne. Probabilmente per la prima volta la Città si ritroverà a scegliere la futura amministrazione comunale con un solo partito nazionale (o meglio “movimento”) ai nastri di partenza.
Le liste civiche, civette e civettuole, hanno invaso il panorama elettorale, intasando l’immaginario politico con nomi e sigle che, sostanzialmente, servono solo da paravento per tenere in piedi improbabili coalizioni.
Il trasversalismo sembra farla da padrone, anche se in almeno due casi è possibile individuare quella coerenza che, fino a cinque anni fa, rappresentava la bussola con cui orientarsi prima di depositare il voto nell’urna.
Solo quattro liste su diciassette hanno una precisa connotazione, un orizzonte ideale e ideologico di riferimento, il resto – almeno scorrendo i vari elenchi di nomi a supporto – è composto da indistinti e indistinguibili calderoni nei quali bolle di tutto.
C’è la coalizione in cui coabitano persone che, una contro l’altra, stanno affrontando un contenzioso giudiziario. C’è il raggruppamento che riunisce eterogenee minoranze rimaste “incompiute” nel corso degli ultimi anni. C’è l’ammasso sghembo di simboli vacanti che supportano, in realtà, solo le ambizioni di chi lontano da una poltrona o un incarico si sente come un pesce fuor d’acqua.
E poi ci sono loro, i tanti ragazzi dal curriculum specchiato e dalla faccia pulita che testimonieranno la propria diversità, pur sapendo di scontrarsi contro il muro di gomma del consenso “guinzagliato”.
In virtù di questa situazione inedita, il dottor Cosmo De Matteis – camice bianco già ex amministratore del Comune di Paola – ha inteso proporre la sua chiave di lettura, rivolgendosi tanto agli elettori, quanto a coloro che stanno tentando con tutte le loro forze di tenere in piedi una speranza di cambiamento fondata sulla consapevole libertà di scelta.
«Una delle peggiori elezioni comunali nella storia paolana – ha scritto De Matteis sul suo profilo Facebook – Scomparsi partiti ed ideologie, si fanno le ammucchiate, con il solo scopo del potere, dei soldi che arriveranno nei prossimi mesi. Intanto vengono fatti fuori, politicamente.
Tutti coloro che avrebbero potuto impedire il “magna magna” dei soliti professionisti paolani, che da sempre riescono a salire sul carro del vincitore, purtroppo sono stati ostacolati e divisi in un modo tale da renderne meno efficace l’impegno.
Egregi concittadini alzate la testa, guardate in viso quei personaggi che con faccia tosta vi vengono a chiedere il voto.
Sono gli stessi che cinque anni fa sostenevano altri candidati, non credete alle solite promesse del posto, del piacere, del trasferimento di un figlio. Non vendete il vostro voto per miserabili cinquanta euro. Non permettete che i soliti consiglieri regionali siano i burattinai che gestiscono Paola.
Possibile che non si ritrovi un po’ di orgoglio e dignità come avvenne una sola volta negli anni 90?
Guardate, vi sono delle liste di ragazze e ragazzi fuori dai giochi di potere dei soliti noti, facce pulite oneste che si cimentano per la prima volta in una campagna elettorale. Non fidatevi dei soliti professionisti della politica, a loro interessa solo fare soldi a discapito della collettività.
Se vinceranno i soliti discutibili personaggi, rassegnatevi, continuerete con i viaggi per la sanità, aumenteranno i costi dei servizi, continueranno a privatizzare spazi e attività pubbliche.
Infine i vostri figli dovranno partire, se vi va bene al nord, altrimenti oltre oceano.
A proposito, detto ai futuri amministratori: la libertà di stampa è un bene anche per un piccolo comune, domani quando sarete al potere, non minacciate di querele testate come il Marsili sol perché rende pubbliche delibere che dovrebbero rimanere nascoste nell’albo pretorio. Piuttosto rispondete con dati di fatto, senza dover pagare avvocati, con i nostri soldi, per intimidire chi scrive per informare i cittadini.
Fatevene una ragione vi sarà sempre qualcuno che non vuole essere sul vostro libro paga questo valga per i futuri amministratori.
Un sindaco che minaccia chi scrive non rappresenta un popolo democratico – conclude il medico – Lo scrivo oggi per domani».