Paola 2022. L’ennesima tragicomica candidatura di Emira Ciodaro

I giochi sono ormai fatti. A Paola sta per andare in scena una tornata elettorale tragicomica, in perfetta sintonia con quanto accade ormai da anni in tutte le maggiori città della Calabria. Il “sistema” corrotto di potere ormai non si limita più a candidare i rappresentanti “ufficiali” dei papponi del centrodestra e dei papponi del centrosinistra, che ormai tutti conoscono ma anche le “stampelle”, vale a dire il “terzo candidato”, per stroncare sul nascere qualsiasi possibile candidatura di rottura. E così, nella Città del Santo, il centrodestra “ufficiale” è rappresentato dalla signora Emira Ciodaro, il centrosinistra “ufficiale” da Tonino Cassano mentre il candidato “cuscinetto” o se preferite “double face” buono sia per uno schieramento sia per l’altro è il sindaco uscente Roberto Perrotta, che però strizza sempre di più… il panzone ai destrorsi e spera di andare in ballottaggio al posto della signora o comunque di incidere al secondo turno a favore di Forza Italia, così come gli ha “ordinato” il suo padrino, il tamarrissimo Gigino Incarnato detto Tic Tac. In sostanza, da qualsiasi parte ti giri trovi la corruzione, il malaffare e… la puzza di bruciato.

Sulla dottoressa Emira Ciodaro da Paola potremmo scrivere un romanzo per quante gliene sono capitate e per come resta incredibilmente abbarbicata alla politica nonostante la prematura dipartita del marito, ma tant’è. La Ciodaro è stata condannata in primo ed in secondo grado per avere, con la propria negligenza, causato la morte di un nascituro; solo la prescrizione – maturata in Cassazione – ha salvato la dott.ssa Ciodaro dalla condanna definitiva; ma è la stessa Cassazione a ricordare che, «stando a quanto evidenziato in entrambe le pronunce di merito, la Ciodaro pare si presentasse al pubblico come specialista in ginecologia pur non essendo tale» e a confermare la responsabilità civile della dottoressa nei confronti delle vittime, condannandola persino alle spese.

Ma, come accennavamo, la dott.ssa Ciodaro è stata anche la compagna di Sergio Stancato, già assessore regionale all’Ambiente, arrestato alla fine degli anni Novanta nell’ambito dell’inchiesta Artemide sull’interramento delle ferriti di zinco, anche lui salvato dalla prescrizione; ma Stancato è stato anche intercettato mentre chiedeva voti a Carmela Gioffrè, poi condannata in via definitiva nel processo per l’assassinio di Tonino Maiorano. E da qualche anno è passato a miglior vita ma non per questo la sua compagna ha abbandonato la politica, anzi… Un bellissimo quadretto, non c’è che dire. 

Ma non completeremmo il “ritratto” di Emira Ciodaro se non parlassimo anche delle sue tragicomiche esperienze politiche, visto e considerato che la Nostra, sempre rigorosamente in quota Stancato, come rappresentante del Partito Repubblicano (ebbene sì, ancora esiste!) è stata addirittura presidente del consiglio comunale di Paola ai tempi in cui era sindaco Basilio Ferrari. Salvo poi risultare clamorosamente non eletta alle ultime elezioni del 2017 nonostante un tragicomico e bocciato ricorso al Tar. Ma neanche questa sacrosanta “trombatura” ha convinto la dottoressa Ciodaro (come neanche la scomparsa del marito) a rassegnarsi alla pensione politica. Rieccola ancora in pista… sotto le insegne dell’Udc “refugium peccatorum” alle elezioni regionali del 2020 e sotto le insegne di Forza Italia alle elezioni regionali del 2021 dopo la morte di Jole Santelli. Sempre rigorosamente “non eletta”… E adesso ci riprova a Paola come “faccia” da esporre del centrodestra. Le scommesse sull’esito finale di questa ennesima candidatura sono aperte: fate il vostro gioco.