Paola, al ballottaggio vincerà il peggiore

A Paola il ballottaggio tra Roberto Perrotta e Basilio Ferrari ovvero il peggio del peggio della politica cosentina, è una sorta di commedia. Chiunque vinca, i cittadini di Paola si ritroveranno governati o dalla feccia della società cosentina rappresentata dal PD o dai papponi legati a politici del calibro (si fa per dire) del Cinghiale e di Fausto Orsomarso. 

Perrotta affronta il ballottaggio da una condizione di vantaggio ma tutti sanno che a decidere le sorti di Paola sarà l’atteggiamento di Pino Falbo, che al primo turno ha preso il 17% ed i cui voti sono in libera uscita. Tutti sanno che Falbo è massone e il diretto interessato non lo nega affatto ma questo particolare mette in ansia l’entourage di Perrotta ed in modo particolare i sostenitori di uno dei peggiori politici della provincia di Cosenza ovvero Graziano Di Natale, famoso soprattutto per essere il genero di Mario Pirillo alias “Pirillone”.

Di Natale ha paura che, dopo il disimpegno ufficiale di Giuseppe Aieta, arrivi anche quello di Nicola Adamo, che a dire il vero, attraverso i suoi “bravi” (metafora manzoniana) Quercia e Zuccarelli ha provato in tutti i modi a circuire Pino Falbo. La gente di Paola si chiede: perché l’ha fatto? Risposte al momento non ce ne sono ma è chiaro che Perrotta e Di Natale hanno paura.

Cosa faranno adesso gli uomini che volevano sbaragliare già al primo turno Perrotta? Sosterranno Ferrari per chiudere definitivamente l’era Perrotta o sosterranno quest’ultimo chiudendo così una fase di sfascio del PD paolano?

Si sono spesi tanto per Falbo ed ora lo stesso dovrà dargli conto, in pratica saranno proprio loro a dettare la linea per consegnare la città al sindaco che più gli conviene.

Dietro Perrotta, l’ombra sempre più ingombrante del Cinghiale, che, com’è noto, è originario dello stesso quartiere cosentino di Nicola Adamo, incombe e fa paura. A noi, che non abbiamo nessun tipo di interesse per questo ballottaggio, fa schifo e ci fa venire da vomitare mentre a qualcuno turba il sonno. Non vorremmo trovarci nella condizione di Perrotta ma neanche in quella di Ferrari. Mai come questa volta il vecchio adagio “vinca il migliore” si è trasformato in “vinca il peggiore”…