E’ intorno a uno studio professionale di Acquappesa (Cosenza) che ruota l’intricata vicenda giudiziaria culminata nell’arresto del presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero. E’ lo studio del commercialista Aniello Del Gatto, di Torre Annunziata, 55, residente però ad Acquappesa, nel quale aveva sede legale perché sottoposta a liquidazione una delle società dell’imprenditore romano.
Ferrero, con la complicità di alcuni congiunti, avrebbe distratto fondi dalla compagine societaria per sottrarli all’intervento dei creditori. Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza avrebbero documentalmente accertato la distrazione delle somme e individuato la illegittima canalizzazione dei soldi verso conti correnti e altre società di capitale. Il commercialista residente ad Acquappesa è indagato insieme con Ferrero e per lui sono stati disposti gli arresti domiciliari, così come per la figlia dell’imprenditore Vanessa e il nipote Giorgio.
Ferrero è stato bloccato a Milano, dove si trovava per motivi legati alla sua attività di produttore cinematografico, e portato nel carcere di San Vittore..
Sono nove le persone coinvolte complessivamente nell’inchiesta della Procura di Paola che ha portato in carcere Ferrero. In particolare, ai domiciliari si trova anche Giovanni Fanelli, 53 anni, di Potenza, a cui si aggiungono altri quattro indagati, tutti residenti a Roma e sottoposti oggi a perquisizione. Tra loro anche due manager di cui, al momento, non si conosce l’identità.
Secondo quanto trapela, al centro dell’indagine ci sarebbe un investimento di Ferrero in provincia di Cosenza, nel comune di Acquappesa, che avrebbe portato al fallimento dell’azienda. Si tratterebbe di un complicato sistema che avrebbe portato il patron blucerchiato a vedersi contestare i reati di bancarotta e altri reati fiscali. Massimo Ferrero, quindi, è stato arrestato per il crac di 4 società nel settore alberghiero, turistico e cinematografico con sede in provincia di Cosenza. Le società, da quanto si è appreso, sono state dichiarate fallite qualche anno fa.
L’avvocato di Massimo Ferrero, Pina Tenga, secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa, ha presentato un’istanza ai magistrati chiedendo che il presidente della Sampdoria venga trasferito a Roma per consentirgli di assistere alla perquisizione della sua abitazione e procedere all’apertura di una cassaforte all’interno di un’altra casa nella disponibilità dell’imprenditore.