Paola, vittime innocenti: “Avevamo diritto di crescere con i nostri Papà”

Chiara Maiorano

di Francesco Frangella

Fonte: Marsili Notizie

Che la mafia sia la «montagna di merda» denunciata da Peppino Impastato, è un concetto noto ai più. Ma che questa stessa definizione potesse risuonare nell’aula “Beccaria” del Tribunale di Paola, pronunciata da un altro siciliano qual è Antonio Russo (figlio di Domenico, agente di P.S., vittima “differita” – perché morì dopo 12 giorni di agonia – dell’agguato in cui rimase ucciso il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa), non a tutti sarà parso possibile.

Invece è successo, e gli applausi non sono mancati.

Perché il letamaio che ha inghiottito le vite innocenti di tante persone eternate nell’intitolazione del piazzale antistante il Palazzo di Giustizia di Paola, è stato il riferimento contro cui si è scagliato anche il Procuratore della Repubblica Pierpaolo Bruni, quando – riferendosi alle commistioni tra pubbliche amministrazioni e criminalità organizzata – ha fatto riferimento al «puzzo» già a suo tempo stigmatizzato da Paolo Borsellino.

Una cloaca in perenne ebollizione, che ad ogni sbuffo imputridisce tutto il circondario, una fogna contro la quale è stato rivolto ogni intervento pronunciato in sala.

Dei contributi offerti al folto pubblico presente, il video che segue (http://www.marsilinotizie.it/2018/07/paola-video-avevamo-diritto-di-crescere-con-i-nostri-papa-vittime-innocenti/) cerca di dare un sintetico assaggio, soffermandosi integralmente sull’intervento di Chiara Maiorano (figlia di Tonino, Vittima Innocente di un agguato mafioso che aveva tutt’altro obiettivo), che ha reso evidente il miracolo di una pianta che ha continuato a crescere “sana”, malgrado il tentativo di avvizzirla recidendole il fusto. «Avevamo diritto di crescere con i nostri Papà» ha detto la giovane, riferendosi alla tenera età in cui – ognuno dei figli delle Vittime Innocenti – ha perso per sempre la possibilità di confrontarsi con l’amorevole sguardo del proprio genitore.

Una mattinata di ricordo, rivendicazioni e speranze, condensate nella certezza di un impegno che, partendo dai costituenti della società, è stato fatto proprio dalle istituzioni preposte al controllo e alla repressione del fenomeno mafioso.

Un appuntamento al quale Paola ha partecipato con gioia, come fosse l’auspicio di un cambiamento in positivo che ha già ingranato la marcia.