Parghelia, la città dell’antichissima lavorazione del granito

COMUNICATO STAMPA
PARGHELIA: LA CITTA’ DELL’ ANTICHISSIMA LAVORAZIONE DEL GRANITO

Si è tenuto, ieri sera, 29 marzo, a Parghelia, presso la sala consiliare un incontro pubblico promosso dal gruppo consiliare civico “Guardare al futuro”, presenti Pasquale Ferrazzo, Fabio Minieri e Daniele Vasinton del predetto gruppo e, fra il pubblico, numerosi cittadini, alcuni tecnici, il parroco di Parghelia, Don Giuseppe Florio, ed il Sindaco, Antonio Landro. L’incontro ha avuto ad oggetto le prime idee progettuali messe in campo dall’Amministrazione Comunale per la riqualificazione del corso principale della città e di alcune vie verso il mare.

Lo scopo dell’incontro è stato quello di avviare (al di fuori delle dialettiche preconcette maggioranza/opposizione) un confronto costruttivo fra la cittadinanza e l’Amministrazione attiva onde evitare, a Parghelia, ciò che è invece accaduto, di recente, a Vibo Valentia, dove progettisti senza direttive e controllo hanno annullato ogni valore identitario e di memoria storica e culturale di importantissimi luoghi della città, come piazza Municipio e piazza Santa Maria.

E’ per questo che è stato invitato a partecipare al pubblico incontro e come relatore il vicepresidente di Italia Nostra a.p.s., sezione per la provincia di Vibo Valentia, l’avv. Alessandro Caruso Frezza, che da alcuni mesi si sta battendo, personalmente e quale rappresentante del sodalizio, per affermare la necessità che qualsivoglia progettazione di “riqualificazione urbana” si fondi sul rispetto del valore materiale ed immateriale dei beni culturali presenti sui luoghi di intervento, senza determinarne disconoscimento o distruzione o svilimento o dispersione.

A Parghelia – ha esordito Italia Nostra – esistono dei beni culturali di notevole pregio ed unicità. Trattasi dei cordoli dei marciapiedi del corso e di tutte le vie della città, in roccia granitica, lavorati e scalpellinati a mano circa 100 anni fa, con materiale lapideo estratto dalle stesse cave di Parghelia. Essi sono esempio di abilità e perizia delle antiche maestranze locali e, quindi, elementi di grande valore immateriale (storico, culturale ed etnografico), tanto più che la stessa Parghelia annovera, in località Spoleto, emergenze monumentali di un’antichissima cava di granito, risalente all’epoca romana imperiale, cioè al I-III secolo, ciò a conferma di quanto fosse antica l’arte della lavorazione dei grandi massi di granito locale.

La caratteristica unica di tali cordoli – ha precisato ancora Italia Nostra – è la loro larghezza e spessore, di gran lunga superiori a quelli che si rinvengono in molte altre città, oltre alle particolari tonalità cromatiche, che derivano proprio dalla peculiarità compositiva e geologica di tali formazioni granitiche locali.
Inoltre il loro raccordarsi con le numerose scalinate, pure in granito, che collegano il corso con la parte alta della città, costituendo un’orditura di pregio e di alta valenza identitaria dell’intero assetto urbanistico cittadino, rappresenta pur’esso un unicum di Parghelia stessa, cioè una sua caratteristica ineguagliabile.

Ebbene è proprio la eliminazione dei marciapiedi, dei cordoli e delle caditoie/cunette dell’intero corso principale di Parghelia, per come prospettata dai progettisti, oltre che la ripavimentazione dell’intero corso e delle piazzette attigue con materiale “moderno” ed ultroneo, proposta progettuale per ora non ancora avallata dall’Amministrazione comunale, il punto dolens della questione.
Se si eliminassero marciapiedi, cordoli, caditoie o cunette (come vorrebbero i progettisti) per trasformare il corso in un’unica “superficie pianeggiante”, senza differenziazione di quote fra gli antichi marciapiedi ed il piano carrabile, verrebbe meno ogni valore identitario, materiale ed immateriale, del corso medesimo.

Lo stesso dicasi se si usasse per le pavimentazioni, sia dei marciapiedi che della sede stradale (quest’ultima attualmente asfaltata), materiale non corrispondente a quello anticamente preesistente: lastricato in granito a taglio largo ed irregolare, anche ad opus incertum, ciò secondo le prime ricerche fatte e la documentazione fotografica acquisita.

La stessa data (anno 1895) incisa su un gradino in granito della Chiesa della Madonna di Portosalvo è ulteriore indice rivelatore di quanto radicata e storica fosse l’arte del granito in Parghelia. Parimenti dicasi per quanto è rimasto dell’antica pavimentazione con la tecnica dell’opus incertum e sempre con pietre di granito locale dinanzi alla predetta Chiesa.

Svellere i cordoli del corso significherebbe, quindi, non solo trasformare un bene immobile culturale in una miriade di “pezzi singoli”, cioè “distruggerlo nella sua materialità di bene immobile”, ma anche distruggerne per sempre il suo valore immateriale, giacchè non evocherebbe più né il lavoro delle antiche maestranze, né il vissuto collettivo, individuale e sociale, su quel corso.
Inoltre eliminare i cordoli ed i marciapiedi dal corso ridonderebbe, inevitabilmente, nella distruzione di quell’ orditura urbanistica unitaria della città post-terremoto del 1905, che risulterebbe, sotto questo profilo, come “spezzata” in due.

La presenza, tuttavia, per tutta la durata dell’incontro e tra il pubblico, di un Sindaco attento e che “ha preso appunti” – continua Italia Nostra – lascia ben sperare, nonostante un’apparente ritrosia o refrattarietà nel suo intervento finale, che pure si è avuta. Ritrosia o refrattarietà che, però, si ritiene normale, perché anche nella “terra buona” i semi hanno bisogno di un po’ di tempo per germogliare e dare frutto.
Ci si augura, quindi, che l’Amministrazione attiva possa dire ai progettisti: “I cordoli del corso e di tutti gli altri marciapiedi non si possono toccare. Pensate ad un’altra soluzione che non sia la eliminazione di essi e dei marciapiedi! E pensate anche a materiali di pavimentazione che siano coerenti con la storia del granito a Parghelia!”.

E’ una semplice ma importantissima indicazione, che non farà perdere neanche un centesimo del finanziamento ricevuto (circa tre milioni di euro), ma che potrà collocare Parghelia all’avanguardia sul piano delle direttive nelle scelte progettuali (che non devono mai rimanere appannaggio assoluto di qualsivoglia progettista, perché la città e la memoria identitaria sono patrimonio dei cittadini e non dei progettisti) e nel corretto e non disfunzionale impiego dei finanziamenti per la “riqualificazione delle città”.
La circostanza che il Sindaco sia stato disposto a parlarne e a confrontarsi – conclude Italia Nostra – prima dell’irreparabile (come invece non è avvenuto a Vibo Valentia) e che si sia dimostrato puntuale conoscitore delle antiche cave di granito di Parghelia, nonchè delle grandi abilità artigiane locali nella lavorazione di quei massi, è già un ottimo segno.

Vibo Valentia, 30 marzo 2025
ITALIA NOSTRA a.p.s.
Sezione di Vibo Valentia