di Alberto Laise
“Qualche calcio nel culo a chi ha preso la tessera e continua a fare di testa sua”… Questa frase, stupida per diversi motivi, sembra l’incipit alla discussione che taluni vogliono, a tutti i costi, trascinare all’interno di un congresso cittadino che, al contrario, dovrebbe preoccuparsi di ben altri temi.
La cosa che da settimane anima una componente specifica, o parte di essa, del Pd cittadino è “Stasi”. Un continuo riferimento al suo aver fatto tesserare alcune persone vicine a lui, un continuo chiedere il perché “non siamo stati coinvolti” (ed a vedere ciò che hanno partorito in termini di ostilità verso il sindaco, loro ex beniamino, c’è da dire “menomale”), e, negli ultimi giorni una continua richiesta di “rispetto delle regole”, crocifissione e lapidazione di quelli che, a loro avviso, sostengono la candidatura di Stasi alla Provincia.
Il bello è che, chi chiede il “sangue” dei traditori, è lo stesso gruppo che delle decisioni del Pd alle amministrative se n’è fottuto… Ora però il “nostro” Pd diventa un campo da chiudere, un forte da difendere contro i ribelli comanche…
Il senso del ridicolo di questa situazione è acuito dal fatto, abbastanza rilevante, che: a) Stasi la tessera non l’ha; b) i tesserati non votano ne decidono sui candidati ad un’elezione di secondo grado; c) tra le file dei firmatari della sua candidatura ci sono numerosi amministratori d’area Pd.
È chiaro che la scelta del Pd di non candidare Stasi è legittima. Si fa una scelta conservativa, stretta sull’avere o meno la tessera, su un campo d’azione certo e cristallizzato su ciò che è il Pd in provincia di Cosenza. Nessun problema. Ma probabilmente, se tanti pezzi del Pd mostrano perplessità , forse una riflessione andrebbe fatta. Intanto sulla crisi elettorale che viviamo e sulla necessità di attuare, in qualche modo, un rinnovamento che, vivaddio, passi anche dai territori. Crisi elettorale che, in termini ancora più pesanti, viviamo nella nostra città . Ed allora: era impossibile ragionare nei termini in cui si è scelto a Catanzaro intorno alla candidatura di Fiorita?
Poi dovrebbe essere curioso capire; cosa ha portato Stasi ad una candidatura così “osteggiata”? Veramente un sindaco che ha centinaia di questioni difficili in città , con una maggioranza attraversata da una crisi anche per il suo scegliere il campo del centrosinistra, si mette al muro pronto a farsi fucilare? È chiaro che qualcuno ha costruito un percorso e che, poi, si è sfilato. È chiaro che Boccia ha avuto un atteggiamento ambiguo e che questo ha influito anche sul congresso al momento del tesseramento.
Ma tutto ciò diventa questione essenziale? Diventa la diga insormontabile da erigere a difesa di un fortino che si crede Fort Knox ma che sta assumendo le sembianze di Fort Alamo?
Naturalmente di tutto ciò ne dovremmo discutere all’interno delle sedi opportune. Così come, magari, qualcuno spiegherà perché si è lasciato libertà rispetto a volgari insinuazioni veteromaschiliste. Quello che emerge è però la necessità di chiarire che “i calci nel culo” bisogna pure avere i coglioni per poterli dare anche fuori dal buio del proprio smartphone.
Al momento, l’unica cosa buona che possiamo portare a casa, è la sicurezza di chi non voteremo ad un eventuale ballottaggio che potrebbe non coinvolgerci. Perché, alla fine, è vero che le parole hanno sempre delle conseguenze.