Pediatri di famiglia a Cosenza. Per Altroconsumo sono “merce preziosa e rarissima”

Il pediatra di libera scelta, detto anche pediatra di famiglia, è il medico di fiducia preposto alla tutela dell’infanzia, dell’età evolutiva e dell’adolescenza. Ogni bambino, sin dalla nascita, deve avere il suo pediatra per poter accedere a tutti i servizi e prestazioni garantiti dal Servizio sanitario nazionale (Ssn), compresi nei livelli essenziali di assistenza.

Il pediatra è obbligatorio per i bambini fino ai 6 anni; per i bambini tra i 6 e 14 anni la scelta può essere tra pediatra e medico di famiglia. Al compimento dei 14 anni, la revoca è automatica. Il rapporto tra il Pediatra e il Ssn è regolato da Accordi nazionali e regionali.

Il pediatra può seguire di regola non più di 800 assistiti. A Cosenza, attualmente, tutti i pediatri sono pieni. Il dato è positivo se la si vede nell’ottica che ci sono tanti bambini, quindi un incremento di nascite. (Ma possibile che tutti i pediatri di Cosenza abbiano tutti 800 assistiti?)

Ciò, ovviamente, crea molti disagi alle neo mamme cosentine che ci hanno segnalato la questione. Le possibili soluzioni sono due: o ci si riversa presso pediatri privati, pagando belle sommette, o ci si sposta altrove.

Per alcune famiglie non è accettabile nessuna delle due soluzioni.

Pare proprio che il pediatra di base sia una razza in via d’estinzione (come confermato da un’indagine condotta da Altroconsumo); all’Asl il più delle volte scarseggiano o a malapena forniscono un foglietto con gli orari di ricevimento. Spesso non si può neppure scegliere il medico. Come il caso delle nostre mamme cosentine che si sono sentite rispondere: “l’unico libero è a km e km di distanza”.

In teoria, invece, le cose dovrebbero andare in maniera decisamente diversa: la scelta dovrebbe essere fatta in base alla convenzione che regola il rapporto tra pediatri e Asl, e i cittadini allo sportello “scelta e revoca del medico e del pediatra” dell’Asl, dovrebbero trovare tutto ciò di cui hanno bisogno, info comprese.

Ma dalla ricerca fatta da Altroconsumo non è emerso proprio questo. Nei 40 centri visitati per l’inchiesta, solo 26 avevano l’elenco dei medici della zona, con relativo orario di ricevimento, appeso alla parete o racchiuso in un faldone a disposizione per la consultazione. In 12 casi bisognava rivolgersi all’impiegato per ottenerne una copia o consultarlo, “con un’inutile perdita di tempo in coda”. Difficile poi sapere se un medico lavora solo su appuntamento o la sua data di nascita, e dunque l’anzianità professionale. Dato negato in alcuni casi appellandosi a “inconsistenti motivi di privacy”.

Per ovviare alla carenza di pediatri, e rendere la vita più semplice alle famiglie, consentendo la “libera scelta”, per Altroconsumo andrebbe aggiornata la convenzione. Ma lo stesso pediatra può avere in cura i bambini fino a 14 anni. Per cui il massimale di pazienti viene raggiunto in poco tempo. E prima che si liberi un posto bisogna aspettare o qualche trasferimento (per esempio famiglie che cambiano casa e comune) oppure qualche compleanno dei ragazzi più grandi. Spesso l’attesa è lunga e snervante, perciò ci si rivolge al privato o ci si sposta.

I pediatri, dunque, appaiono “merce preziosa e rarissima”, non coprono le esigenze dell’intera popolazione. I bambini sono molti di più dei posti disponibili (viene proprio da pensare: menomale che eravamo un paese di anziani a crescita zero!)

Valentina Mollica