“Perché Cosenza fa… acqua da tutte le parti? Cosa ci nascondono i politici?”

Dopo questa ulteriore interruzione del servizio idrico si può affermare, senza essere smentiti, che Cosenza fa ACQUA da tutte le parti. Ormai si assiste, come una bomba ad orologeria, e una sistematica cadenza, in meno di 7 giorni siamo già al secondo stop che l’acqua dalle nostre parti, pur essendo considerata un bene comune (referendum docet ,gestione pubblica) non è in grado di svolgere la sua funzione sociale, ovvero essere considerata un servizio essenziale per la comunità per 365 giorni all’anno. E non garantirne  la sua erogazione in certi momenti dell’anno è un sintomo, innanzitutto, di non capire il ruolo che rappresenta questo bene prezioso per i suoi cittadini.

Penso che sia giunto il momento di indignarci e capire perché la la nostra rete idrica è così  in affanno. Penso che, prima che come utenti ma soprattutto come cittadini, sia arrivato il momento di interessarci a ciò che ruota intorno alla distribuzione dell’acqua. Non dobbiamo pensare e far finta che il tema idrico sia solo appannaggio dei tecnici e che invece non ci appartenga come utenti e collettività.

L’acqua non può e non deve  solo rappresentare una voce dei bilanci comunali o addirittura di escluderla da una trasparente informazione. È arrivato  il momento che si apra una discussione  sociale sul ruolo che l’acqua deve occupare all’interno di una comunità, ovvero se oltre al suo servizio di vitale essenzialità non debba rientrare anche in una dimensione politica. E poi chi ci dà conto  dei tanti finanziamenti che “scorrono” tra le diverse sponde per la sua effettiva  gestione? I vari milioni di euro attivati per gli interventi riparatori hanno davvero raggiunto i loro obiettivi, che da quel che registriamo non sono affatto apprezzabili, anzi sono nulli? Si tratta per caso di interventi straordinari che procedono con poca celerità? Ma le autorità stanno investendo i soldi del PNRR regionale per dare una svolta ad un sistema idrico fatiscente? E queste autorità, che pur ci saranno,, sono in grado di governare il servizio idrico nei nostri territori?

E ancora, queste autorità, che sicuramente svolgeranno una funzione di programmazione di breve, medio e lungo termine, anche in termini di organizzazione ma soprattutto di controllo dell’attività idrica, hanno mai rendicontato del loro operato pubblicamente? Forse è giunto il momento che, come cittadini, veniamo informati di quanto avviene intorno a tutta l’attività idrica, a tutti i suoi processi. E queste  cicliche interruzioni a cose sono dovute, a rotture, mancata depurazione, da una distribuzione fatiscente, da scarsi monitoraggi? Siamo in attesa che qualcuno ce lo dica, senza, però, che vengano a riproporci  la solita solfa dello scarica barile delle responsabilità.

Pino Assalone