Una caserma dei carabinieri è stata posta sotto sequestro e almeno sei militari sono stati arrestati a Piacenza, in seguito a un’inchiesta della procura. I reati contestati andrebbero dallo spaccio, all’estorsione fino alla tortura. “Faccio un po’ fatica a definire carabinieri questi soggetti. Non c’è stato nulla o quasi nulla di lecito, per quello che abbiamo potuto percepire”, ha detto la procuratrice capo di Piacenza, Grazia Pradella.
I reati più gravi durante il lockdown – “Gli attuali imputati sono stati monitorati minuto per minuto attraverso intercettazioni telefoniche e soprattutto telematiche. Tutti gli illeciti più gravi contestati sono stati commessi in epoca Covid, in piena epoca lockdown e con disprezzo delle più elementari regole di cautela imposte dalla presidenza del Consiglio attraverso i vari decreti via, via emanati”, ha sottolineato Pradella. Secondo gli accertamenti della procura piacentina, “solo un militare” della caserma sotto inchiesta non sarebbe “allo stato” coinvolto. “I fatti sono di estrema gravità – ha aggiunto la procuratrice – ma non intaccano la fiducia che la procura della Repubblica di Piacenza ha nei confronti dell’Arma dei carabinieri”.
Tutto è nato da un’indagine sul traffico e lo spaccio di stupefacenti, che vedrebbe fra i suoi esponenti di spicco un graduato dei carabinieri, in servizio presso la stazione Piacenza Levante, che sfruttando la sua divisa avrebbe gestito un’attività di spaccio attraverso pusher di sua fiducia. Il carabiniere, inoltre, li avrebbe agevolati nella compravendita di grandi quantità di droga garantendo protezione in cambio di un tornaconto economico.
La procuratrice Pradella, in conferenza stampa ha citato un’intercettazione: “Il malavitoso dice: hai presente le scene di Gomorra, guarda che è stato uguale, tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato…”.
L’Arma: “Totale sostegno ai magistrati”“In relazione all’inchiesta che ha interessato carabinieri in servizio a Piacenza, è stata immediatamente disposta la sospensione dall’impiego nei confronti dei destinatari del provvedimento giudiziario, nonché la contestuale valutazione amministrativa dei fatti per adottare, con urgenza, rigorosi provvedimenti disciplinari a loro carico”, fa sapere l’Arma in una nota, confermando “totale sostegno all’autorità giudiziaria” e “sottolineando come i gravissimi episodi oggetto di indagine siano ulteriormente aggravati dall’incommensurabile discredito che gettano sull’impegno quotidianamente assicurato dai carabinieri al servizio dei cittadini e a tutela della legalità”.