Piazza Fera, la Barbieri Costruzioni chiede il concordato preventivo e vruscia a tutti

Come si dice: non è tutto oro quel che luccica. Un adagio che ben si confà all’inaugurazione di piazza Fera-Bilotti di ieri. Dietro il luccichio delle lucine di Natale, dietro i suoni armoniosi del coro e dell’orchestra, dietro la santa benedizione del vescovo Nolè, dietro le bugie di Occhiuto, quello che si cela dietro le quinte di questo spettacolo, è la triste realtà di un appalto nato strano, e finito peggio.

Ma quello che interessa ai tanti cosentini è avere finalmente una piazza a disposizione dove poter convocare adunate oceaniche per questo o quell’evento. Senza domandarsi dietro quell’appalto chi c’è, se sono state pagate tangenti, se i lavori sono stati eseguiti correttamente, se le procedure hanno rispettato regole e Legge, se gli operai sono stati pagati. Tanto a noi che ce ne frega, noi c’abbiamo Soler. E poi ci lamentiamo della corruzione, dei politici imbroglioni, dei tangentisti, e della mafia che ruba il lavoro. La nostra non è mai stata una battaglia sull’estetica o sulla necessità di una piazza in città. Anche. Ma principalmente una battaglia per la legalità. Sui diritti e doveri di un sindaco e dell’amministrazione.

Sull’affermazione del sano principio che le regole valgono per tutti. E chi sbaglia paga. Nessuno escluso. Questo deve diventare cultura diffusa e condivisa. Basta con la rassegnazione e l’apatia. Bisogna avere sempre quel pizzico di senso critico nell’approccio a ciò che viviamo, a ciò che ci capita, a ciò che guardiamo.  Questo ci permette di meglio apprezzare le eventuali virtù di quello che non conosciamo. Ma anche per capire se in ciò che osserviamo c’è qualcosa che non va. Non bisogna fermarsi all’apparenza. Chiedersi  cosa c’è dietro a ciò che non comprendiamo è sinonimo di intelligenza. Accontentarsi del “prodotto finito” , in questo caso la piazza, inteso come opportunistica fruizione, senza domandarsi niente,  è come predicare per la tutela dell’infanzia e poi comprare i maglioni di marca prodotti in Asia con lo sfruttamento del lavoro minorile. Una coscienza o ce l’hai o non ce l’hai. Una piazza è bella soprattutto se è stata costruita nel rispetto delle regole e dell’etica.

Quello che si cela dietro alla festa di ieri è una situazione ingarbugliata nella quale sono rimasti come sempre vittima gli ultimi: gli operai e le piccole aziende.

Sono mesi che scriviamo che in quel cantiere molti operai non vengono pagati. E ieri alcuni di loro ci hanno chiesto di rendere pubblica questa vicenda. Nel cantiere di piazza Fera-Bilotti hanno lavorato più o meno una quarantina di operai. Una decina appartenenti alla Barbieri Costruzioni, il resto diviso tra i subappalti. Che dipendevano completamente dalla Barbieri Costruzioni. Incaricata dalla Bilotti Parking, titolare del progetto, di “costruire i tre livelli del progetto: piazza, salone espositivo, parcheggio.

Ricordiamo, semplificando, che il contratto di questo “lavoro” prevede (direttiva europea) che il vincitore dell’appalto concorra con una percentuale alla costruzione dell’opera. Cioè: deve mettere i soldi. E il guadagno per l’azienda che ha vinto e realizzato l’opera deriva dalla gestione dei servizi connessi ad essa, in questo caso il parcheggio e tutte le attività commerciali presenti al suo interno. Bar, ristorante. Gestione degli eventi.

Bene, la Barbieri non potendo far fronte a questo, si è trascinata fin dove ha potuto. Tra mille difficoltà. Infatti molti fornitori rivendicano il pagamento di fatture datate 2013. E gli operai tutti, sia della Barbieri che dei subappalti, chi più, chi meno avanzano spettanze. Si va dai 4000 euro fino ai 20.000 euro. Intorno a tutto questo da tempo è stato imposto una specie di silenzio. Anche i sindacati hanno avuto difficoltà a parlare di questa situazione. E soprattutto a dire che i due piani sottostanti ancora non sono finiti. Ma dopo l’intervento degli operai sono usciti allo scoperto anche loro.

In sostanza la Cgil aveva chiesto al Comune il blocco del pagamento del SAL alla Barbieri Costruzioni, per dare precedenza al pagamento degli stipendi e degli arretrati degli operai. Ed aveva avuto rassicurazioni dal Comune che si sarebbero mossi su questa strada. Ma l’altro giorno, dopo vari solleciti da parte degli operai alla Cgil sul perché a pochi giorni dal Natale gli stipendi non erano stati ancora accreditati, è arrivata la cattiva notizia. Ed è questo il motivo del perché hanno deciso di chiamarci.

bari Dopo aver chiesto gli iban agli operai, e dunque sembrava cosa fatta, il Comune comunica alla Cgil che la Barbieri Costruzioni ha depositato presso il tribunale di Cosenza la richiesta di un concordato preventivo con tutti i suoi creditori. E dunque bisogna bloccare tutto. Niente stipendi per gli operai. La Barbieri prima di presentare richiesta di concordato ha provveduto a cedere tutte le sue quote di partecipazione sugli utili derivanti dal parcheggio alla Bilotti Parking. La Barbieri Costruzioni, oggi, è fuori dall’ATI, rimettendo tutto in mano alla Bilotti Parking, che dovrà trovare un’altra ditta disposta a finire i lavori nel parcheggio.

Una mossa, quella della Barbieri, che la mette al sicuro e che gli permette, con i suoi creditori, di tirarla alle lunghe. Un classico degli imprenditori prenditori che si fanno male i conti e poi per guadagnare vruscianu a tutti. Di concordati preventivi a Cosenza siamo esperti, basta pensare a quelli che ha messo in piedi Morrone che da anni va avanti senza mai pagare nessuno, mentre lui intasca come ha fatto la Barbieri.

Ecco, dietro quel luccichio benedetto dal vescovo c’è il dramma di 40 famiglie e quello di tanti piccoli fornitori destinati a fallire per questi mancati pagamenti. Mentre mafiosi e corrotti su questo appalto si sono arricchiti. E’ questo quello che non mi piace di piazza Fera-Bilotti, prima ancora che le sue mongolfiere e la sua estetica.

GdD