Sia ieri pomeriggio che ieri sera Lino Polimeni ad “Articolo 21” ha reso partecipi i calabresi di quanto gli è accaduto sabato alle iniziative organizzate dal PD calabrese per l’arrivo di quella sgallettata della ministra Boschi.
Centinaia di “parentes et clientes” del potere, parassiti sociali ai quali il PD ha dato lavoro e prebende, non hanno per niente gradito le sue incursioni e hanno fatto di tutto per dargli fastidio. A Lamezia un buzzurro del posto, al soldo dei politici del PD, gli ha addirittura sferrato un calcio sotto gli occhi di un funzionario della digos, che è stato capace soltanto (e meno male!) di impedire il furto del microfono al giornalista.
A Cosenza Polimeni ha cercato di realizzare un’intervista “d’assalto” a Palla Palla ed ha toccato con mano quanto sia nervoso e quanto abbia la coda di paglia il presidente della Regione Calabria più corrotto della nostra storia.
Al di là delle peregrine giustificazioni del governatore rispetto al coinvolgimento della compagna, Adriana Toman, nella gestione politica della Regione, oggi c’è da dire quello che tutti sanno e che ha convinto anche Lino Polimeni a scendere decisamente in campo.
La signora Adriana Toman, ovviamente presente alla convention della Boschi, così come lo è ogni giorno al decimo piano della Cittadella regionale, dovrebbe avere il buon gusto di starsene a casa sua invece di stazionare al fianco del compagno-presidente.
Lo sanno tutti che “pilota” i concorsi nel settore degli spettacoli per i suoi squallidi interessi personali, facendo vincere ora questo ed ora quell’altro prestanome per monopolizzare tutta la produzione “culturale” della Regione. Lo sanno tutti che c’è lei dietro l’organizzazione di “Transumanze” e lo sanno tutti che viene finanziata anche per le sue produzioni “agricole”.
Cosa si aspettava? Che nessuno la toccasse perché è bella oppure è carismatica? La signora Toman oggi è soltanto una donna di mezza età che si è messa a cavallo di un ronzino spompato e spento che è stato messo lì per consentire al PD ed a tutto l’arco politico di continuare a rubare. Ed è chiaro che gente come la Toman diventa il primo obiettivo di chi vuole fare informazione seriamente in questa terra.
Polimeni non ha fatto altro che riprendere le sacrosante contumelie di quei pochi giornalisti che hanno sputtanato la Toman e, ben sapendo di toccare un nervo scoperto, sta mettendo alle corde quel Palla Palla di Mario Oliverio, il quale, oltre ad avere abboccato, conferma ogni giorno di più la sua corruzione. Questi non sono più “fatti privati”, dal momento che la signora Toman interferisce e non poco sul lavoro del compagno e riceve prebende ingiustificabili.
Alla Regione Adriana Toman viene chiamata “Elena Ceasescu” (anche questo ovviamente lo sanno tutti). E’ paragonata, in sostanza, alla moglie del dittatore della Romania, della quale molti conoscono le aberrazioni in quel regime. E con questo abbiamo veramente detto tutto su Palla Palla e la sua “zarina”.
A Cosenza Polimeni non ha preso calci e pugni e nessuno ha provato a rubargli il microfono ma si è imbattuto in due lecchini del potere che lo hanno ostacolato.
Il primo si chiama Domenico Bevacqua ed è un consigliere regionale del tutto incapace di sviluppare un discorso di senso compiuto. Rappresenta il territorio di Longobucco e dello Jonio ed ha costruito la sua carriera leccando di qui e di là per acquisire consenso. E’ stato a lungo vicepresidente di Palla Palla alla Provincia di Cosenza pur senza avere nessun tipo di spessore, nè culturale e né politico. Poi ha provato a vedere se il giovane Callipo riusciva a far fuori l’uomo di San Giovanni e ha tradito il suo “padrone” senza cavare un ragno dal buco. E infine ha concluso le sue piroette ritornando all’ovile.
Sabato, mentre Polimeni stava lavorando e cercava di intervistare Oliverio, poiché ha un fisico aitante (non fa un cazzo tutto il giorno e quindi ha tutto il tempo di allenarsi…), Bevacqua si è messo a spintonare di qua e di là e Lino, che conosce i suoi polli, ieri gli ha fatto un “lisciabbusso” che si ricorderà per parecchio. Hai capito, Mimmo? Non rompere più le scatole a chi lavora mentre tu passeggi tutto il giorno.
Ma ancora più vergognoso di Bevacqua è stato Lorenzo Catizone, il noto fratello della “patatina”, altro soggetto che vi raccomandiamo. Mentre Polimeni cercava di capire cosa stessero facendo i fratelli del gruppo iGreco alla manifestazione della Boschi, il signor Catizone cercava di fotografarlo per far vedere al suo padrone Palla Palla come il giornalista interferisse nelle sue vicende. Una sorta di “servizio segreto” ma con l’intelligenza (si fa per dire e con tutto il rispetto per l’animale) di un rinoceronte. E Polimeni gustamente non gliele ha mandate a dire.
Lorenzo Catizone è un rappresentante perfetto del “sistema Palla Palla”. Catizone junior infatti è un incapace parassita del sistema politico-clientelare calabrese. L’emblema stesso della corruzione. Alle ultime elezioni comunali di Cosenza (dove si è candidato sostenendo quell’altro minchione di Carlo Guccione) abbiamo addirittura beccato due suoi orribili manifesti sistemati dentro gli annunci mortuari.
Lorenzo Catizone è uno che non ha mai fatto nulla nella vita, uno che non ha mai lavorato e che viene mantenuto dal suo “protettore” politico ovvero Palla Palla, visto che è al suo servizio ormai da anni e anni. Prima alla Provincia e poi alla Regione.
Avete capito come siamo combinati?