Politiche 2018: che fortuna nascere e votare a Cosenza

Se ci fate caso in questa campagna elettorale nessuno dei politici candidati, compresi i Cinquestelle, hanno detto una sola parola sulla presenza della ‘ndrangheta sia nelle liste, che nelle istituzioni. E nessuno ha ancora detto una mezza parola sul pericolo “voto di scambio”. Inoltre nessuno ha pronunciato, neanche per sbaglio, la parola corruzione.

Se i nostri politici non ne hanno parlato non è certo per paura, o perché collusi con la ‘ndrangheta, ma perché a Cosenza tutto questo non esiste. Del resto è stato lo stesso Gratteri a dire, con le sue azioni giudiziarie, che la ‘ndrangheta è presente dappertutto e controlla il 30% dei voti ovunque, tranne che a Cosenza. Perciò i nostri politici non ne parlano. Dovrebbero parlarne quelli di Crotone, Vibo, Lamezia, Reggio e dintorni, non certo quelli di Cosenza, e se non lo fanno non è un problema dei cosentini che la ‘ndrangheta non sanno nemmeno cos’è. A Cosenza la ‘ndrangheta e la corruzione non esistono.

A Cosenza per nostra fortuna questi problemi non li abbiamo. Siamo una città talmente emancipata, sotto ogni profilo, che la ‘ndrangheta a Cosenza non ha mai attecchito. Non ha mai trovato terreno fertile né nella società, né nelle istituzioni. Gli anticorpi culturali dei cosentini non gli hanno permesso di riprodursi così come è avvenuto in tanti altri luoghi, anche vicini a Cosenza come: Rende, Castrolibero, Acri, Marano, Cassano, (dove la ‘ndrangheta esiste, vedi le inchieste di Gratteri).

Certo è che ci vuole fortuna nella vita e i cosentini, a differenza di tutti i nostri paesani che vivono sotto il giogo della ‘ndrangheta, ce l’hanno. Diciamolo: siamo una città fortunata! Ma come si sa non basta solo la fortuna: va anche detto che la libertà ce la siamo conquistata. Noi cosentini non ci siamo mai arresi ad un potere che non fosse quello democraticamente eletto. Nascere a Cosenza significa principalmente essere liberi. Per noi cosentini la Libertà è tutto. Per essa siamo disposti anche alla morte. Il cosentino piuttosto che vendere il proprio voto, o farne merce di scambio, si farebbe impiccare, fucilare, torturare. Meglio poveri ma liberi. Meglio morire di fame che perdere la dignità. Il cosentino è fatto così: morirebbe piuttosto che svendere i propri sani principi.

Ma la fortuna non appartiene ai soli cittadini di Cosenza, ma anche ai politici che qui vivono o sono nati. A differenza dei loro colleghi non hanno bisogno di parlare di mafia e porcherie simili, e si possono concretare su cose più importanti, tipo: sviluppo dei territori, infrastrutture, lavoro, servizi sociali, sanità, scuola. Ed è proprio su questi temi, e come vengono trattati, che il cosentino esprime il proprio libero voto. Senza condizionamenti, o pressioni. Chi più si impegna a migliorare la qualità, già alta, della vita del cosentino, viene votato. Il cosentino  ama premiare il merito.

Che fortuna per gli Occhiuto, per la Santelli, per Orsomarso, per Mancini, per Andrea Gentile, per Magorno, per Madame Fifì, per Ferdinando Aiello, per Incarnato: non dovranno mai pronunciare la parola ‘ndrangheta, o la parola corruzione. Potranno parlare liberamente con i propri concittadini senza il vincolo di questa rozza pratica che è il voto di scambio. Se questa non è fortuna ditemi voi cos’è. Del resto i nostri politici sono la prova provata che la fortuna esiste ed abita a Cosenza. Altrimenti come spiegare il loro successo?