Politiche 2018, gli impresentabili: Occhiuto più “facciatosta” dei reggini

I più sfacciati sono i reggini, in combutta con Mario Occhiuto: non hanno vergogna, niente da fare. E sanno come fare per eleggere le persone che contano e devono contare ancora. Non è un mistero, lo sanno tutti: Ciccio Cannizzaro e Marco Siclari tutto sono tranne che “politici tutto d’un pezzo” e a loro l’onda grillina li ha soltanto sfiorati. Sono passati entrambi, uno alla Camera e uno al Senato. Uno in quota Totò Caridi, l’altro in quota Alberto Sarra, entrambi in carcere per l’operazione “Mammasantissima” e impelagati fino al collo nel processo “Gotha”. Ed è passata al proporzionale finanche Tilde Minasi, scopellitiana fino al midollo e “travestita” da leghista, pensate un po’. A Reggio – ma non solo – lo sanno tutti e nonostante il gran lavoro di Cafiero De Raho sono riusciti a passare, a testimonianza della potenza di certe dinamiche.

A Cosenza i fratelli Occhiuto invece sono stati sonoramente puniti dalla gente, che li ha umiliati senza ascoltare i loro insensati appelli. La città dei Bruzi, che avrebbe dovuto tributare onori e soprattutto voti agli artefici di tutte le inaugurazioni fasulle e farlocche di questi ultimi mesi, non solo gli ha voltato le spalle ma li ha addirittura irrisi. E il cazzaro senior, che ha notoriamente la faccia come il culo, si è affrettato ad informare quella stessa gente che non l’ha votato, che lui è pronto a tornare in campo per la… Regione. Come se lui non fosse un vecchio arnese di questa politica corrotta e marcia, come se fino a qualche ora prima non avesse fatto campagna elettorale sotto le insegne di Forza Italia e facendosi i selfie con Berlusconi. Tutto e il contrario di tutto: un bipolarismo patologico che ormai i cosentini hanno imparato a memoria e sul quale cominciano ad ironizzare alla grande e si sa quanto la gente bruzia sia brava a far cadere dal piedistallo i guappi di cartone come Mario Occhiuto.

Roba da non credere: adesso che il tempo è scaduto e che non ci può essere più un futuro a Cosenza, il cazzaro vorrebbe rifarsi una verginità fuori dai partiti corrotti strizzando finanche l’occhio ai grillini e quel che è più grave è che non si preoccupa minimamente di cadere nel ridicolo. Del resto, uno che continua a negare i milioni di debiti che ha e che vorrebbe far pagare ai cittadini, non può avere né pudore e né vergogna. Questo è e questo rimane. Degno compare di gentaglia come il Cinghiale e Madame Fifì: tutti uguali. Ma per fortuna il vento grillino li sta spazzando via tutti. Dal primo all’ultimo.