All’ipocrisia dei nostri politici non c’è mai fine. Ma il re degli ipocriti in questa campagna elettorale si conferma l’ancora per poco in carica ministro degli Interni Marco Minniti.
Del resto, se nella terra dei ciechi l’orbo è il re, nel mondo della falsa politica Minniti è il sovrano assoluto. Nessuno meglio di lui sa fingere, inventare, simulare, deviare, destabilizzare. Nessuno meglio di lui conosce i vizi e le virtù di questa scadente classe politica di cui è il degno rappresentante, e nessuno meglio di lui sa occultare o tirare fuori all’occorrenza, dossier di ogni tipo. Insomma Minniti è l’esempio (vivente) perfetto del politico che sa mentire sapendo di mentire. Una specie di Andreotti ma meno intelligente. Andreotti era anche uno statista, Minniti è solo una vecchia volpe che si barcamena da una vita nella politica per mera sete di potere e denaro. Pur di mantenere il suo status quo, Minniti non si è mai fatto scrupoli di ricattare e intimidire i suoi avversari, utilizzando la sua posizione, e le sue conoscenze nei Servizi Segreti, come un randello. Un fascista della peggiore specie, travestito da socialdemocratico. Il classico servo sciocco al servizio dei grandi potentati economici che di fatto governano questo paese. Totalmente sottomesso ai voleri di quella che un tempo si definiva l’aristocrazia politica. L’unico problema che abbiamo in Italia, per lui, sono gli antifascisti dei Centri Sociali salvo poi gridare, demagogicamente all’allarme “mafie”.
Ed infatti, Minniti, a 10 giorni dal voto, lancia l’allarme ‘ndrangheta e dice: «C’è il rischio concreto che le mafie possano condizionare il voto libero degli elettori».
Un ipocrita che più ipocrita non si può. Minniti sa bene che se il voto, specie in Calabria, non è mai stato libero, non è solo colpa della mafia. Ma anche per colpa di personaggi come lui che hanno sempre lavorato affinchè le famiglie restassero nella miseria per poterle poi ricattare, con qualche falsa promessa, estorcendo loro il voto. Questa pratica gli appartiene totalmente. Così come appartiene a tutti i partiti che da 40 anni ci governano.
Minniti nella sua affermazione di facciata mente sapendo di mentire, come solo lui in Italia sa fare, perché dovrebbe spiegare ai cittadini se è preoccupato per questo come mai non si è adoperato per non far candidare conclamati mafiosi nelle liste del PD in tutta Italia? A cominciare dalla Calabria. Minniti fa finta di non sapere niente della famosa intercettazione dei Ros che riguarda il segretario regionale del PD, nonché candidato blindato nel listino al senato Ernesto Magorno, beccato nell’auto con il braccio destro del boss Muto, mentre si vanta dei favori fatti al clan. Come mai Minniti che sa tutto di tutti, non sa questa cosa?
Un aiutino possiamo darglielo noi, se è vero che è preoccupato per il condizionamento mafioso del voto. Per verificare se è vero che esiste questa intercettazione, visto che Minniti non conosce nessuno dei Servizi Segreti, dei Carabinieri, della Polizia, della Massoneria deviata, della DDA, può rivolgersi al direttore del Corriere della Calabria che ha pubblicato la notizia che attesta la mafiosità di Magorno. Così può rendersi conto in prima persona del condizionamento mafioso del voto. E se dovesse avere problemi a contattare il direttore del Corriere della Calabria, visto che non conosce nessuno neanche nei giornali, non si preoccupi, una buona parola con il direttore ce la mettiamo noi.